Secondo volume della trilogia "Prostitution": torna Vollmann con "Puttane per Gloria"


Puttane per Gloria
di William T. Vollmann
minimum fax, gennaio 2024

Traduzione di Antonio Scurati

pp. 213
€ 17 (cartaceo)

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Vollmann è un autore che ci ha già abituati a un tipo di letteratura cruda, spesso spesa sui temi del degrado, della prostituzione, delle ferite fisiche e psicologiche dei reduci di guerra (si vedano Storie della farfalla e Afghanistan Picture show) e raccontata in modo documentaristico, giornalistico, come fosse un ibrido tra letteratura in senso formale e reportage.
Non fa eccezione questo testo che si riallaccia per tematiche a Storie della farfalla (e di cui è il seguito) e che porta il nome di Puttane per Gloria.
C'era una volta un uomo che faceva una telefonata, e l'uomo stava piangendo. Laredo e Leroy erano gli unici ad accorgersi che stava piangendo. La persona a cui stava parlando non lo avrebbe mai saputo. La sua voce era infatti molto bassa, gentile e uniforme. Era paziente e amorevole. Il telefono non gli tremava fra le mani. (p.15)
La storia viene ambientata a San Francisco e ci parla di Jimmy, un reduce della guerra in Vietnam, che ha come unico scopo nella vita quello di ritrovare la donna che ama, Gloria, anch'essa una prostituta. Come? Costruendo dei ricordi in modo che la sua immagine possa tornare reale. Il focus è proprio questo: Gloria esiste o no? Davvero lei e Jimmy erano sposati e sono stati insieme o è tutto frutto del delirio di un uomo un po' folle?
Jimmy quindi, attraverso una narrazione corale in cui vengono coinvolti anche i punti di vista degli altri personaggi (specialmente delle prostitute che si porta a letto), di fatto compra i ricordi di queste donne e li plasma a suo piacimento per farli diventare di Gloria, li rimpasta per sostituirla a quei soggetti. In questo modo, con una soluzione molto interessante dal punto di vista strutturale (una sorta di costruzione a frammenti di pensieri) Jimmy riprende i ricordi usando quasi le stesse parole dei racconti e li riporta modificati attraverso il filtro della propria ossessione.
Costruisce la personalità fittizia di una Gloria carnale, poco importa se per farlo deve spendere tutta la sua pensione per portarsi a letto le "ragazze" di Tenderloin, lui giustifica le sue azioni in funzione dell'amore. 
E allora fatti una scopata o fatti una sega, suggerì Codice Sei. C'è bisogno del consiglio di qualcuno per questo? Be', rispose Jimmy, il fatto è che la sto cercando, devo trovarla a tutti i costi e mi servo delle puttane a questo scopo, ma, mi chiedo, è giusto quello che faccio? Ho una gran confusione in testa. Capisci quello che ti sto dicendo? (p.58)

Non sono pronta, aveva risposto Gloria, non posso ancora venire da te, devo prima ricordare tutto quanto. Ti prego, Gloria, l'aveva supplicata Jimmy, mi ami o no? Non ti sto forse comprando tutti quei ricordi? (p. 94)

A un certo punto Gloria davvero compare, ma la domanda resta: è reale?
La narrazione rende la vicenda crepuscolare, come se si svolgesse tutto di notte: le scene, le persone, le ansie, il sesso, sono resi sapientemente in modo che si abbia l'impressione di trovarsi in un buio perenne. I personaggi di Vollmann sono dei disperati, un ventaglio di anime senza scopo che si lasciano vivere perché non hanno dove altro andare o di meglio da fare. Jimmy stesso parla in modo strafottente, spicciolo ed esplicito e pur essendo un uomo tutto sommato divertente risulta un poveraccio.
Le scene di sesso sono ovviamente senza filtri, cosa che apprezzo sempre, e arricchiscono ancora di più l'atmosfera marcia di questa San Francisco. Non da meno sono i personaggi secondari: su tutti Codice Sei, il compagno di guerra di Jimmy, ormai ridotto a barbone, e tutta la pletora di prostitute interrogate, portate a letto e in qualche modo venerate, Dinah, Nicole, Phyllis il travestito, ognuna con la sua personale storia da raccontare.
Credo che Vollmann abbia trovato la sua vocazione narrando storie di questo tipo, un po' per mestiere e un po' (forse) per una sua particolare predilezione per il tema. Ne consiglio la lettura a chi ama le narrazioni senza giri di parole, crude, che parlano di degrado sia intimo che urbano in modo onesto, di traffici illeciti, di emarginati, di dipendenze da alcol e droga.
NB: Puttane per Gloria è il secondo titolo di una trilogia intitolata "Prostitution" che vede come testo di apertura proprio Storie della farfalla e come testo di chiusura The Royal Family. Dunque consiglio la lettura in sequenza dei primi due volumi.

Deborah D'Addetta