#CriticaNera - Dopo il successo del primo libro della serie dello psicologo forense Cyrus Haven, Michael Robotham torna a intrigarci con "La ragazza che viene dal buio"




La ragazza che viene dal buio





La ragazza che viene dal buio
di Michael Robotham
Fazi, Novembre 2022

Traduzione di Giuseppe Marano

pp. 448
€ 18,50 (cartaceo)


Evie e Cyrus sono tornati, il loro dialogo, che è in realtà un alternarsi di punti di vista insieme alle loro voci protagoniste riempiono tutto lo spazio e chiariscono molti interrogativi, che avevano animato le curiosità del lettore, lasciati in sospeso nel libro precedente. Lo scrittore australiano Michael Robotham, che ci aveva già conquistati con Brava ragazza, cattiva ragazza nel 2022, sempre per la collana Darkside Fazi, in questo volume delle indagini dello psicologo forense Cyrus Haven, ci mette definitivamente al tappeto.


Forse era meglio restare lì a immaginare il buio da cui proviene Faccia d’Angelo, ovvero Evie Cormac, nella nuova identità regalatale dalla polizia, perché sentire i suoi pensieri che si fanno ricordi, mentre svela le torture subite e vivere la morte di quelli che in molti hanno considerato il suo rapitore e che era invece il suo salvatore, il povero Terry, ci fa precipitare insieme a lei in quei giorni di prigionia e di terrore.

Certe notti sono più lunghe. Più buie. Più fredde. Terry guidò la moto per ore e io rimasi aggrappata a lui come un gattino su un maglione mentre il vento penetrava sotto i miei abiti e le dita delle mani e dei piedi si intirizzivano. (p. 175)

Robotham ha una capacità impressionante di tracciare luoghi e sensazioni attraverso la voce dei suoi personaggi. Lo psicologo forense e la povera ragazza che è diventata la sua ragione di vita, almeno il tentativo di salvarla, ci restituiscono da soli il peso di una vicenda agghiacciante. Non è una ragazza inghiottita solo dal buio, Evie nasconde dentro se stessa quel buio, è parte del suo fascino ed è insito in lei. Anche Cyrus, che si incide la pelle con i tatuaggi per dimenticare il trauma di un fratello pluriomicida, che l’ha reso orfano, è un personaggio plasmato nel buio. Il fascino delle loro voci è innegabile e tutta la vicenda, che sembra dover chiarire lati oscuri della vita e del passato della ragazza, è un crescendo di tensione e di ansia. 


In questa narrazione trova posto anche Sasha, la poliziotta che ha ritrovato la ragazza, che era stata costretta a nascondersi ma che decide di avere un ruolo più attivo nella vicenda e anche nella vita di Cyrus. Evie e Cyrus non vivono più insieme dopo l’incendio con cui si era chiuso il primo libro. Evie, in quanto minorenne, è a Langford Hall, che è ufficialmente un istituto per ragazzi difficili, anche se nessuno conosce la sua vera identità e lì dovrebbe essere al sicuro, anche se gli uomini che le danno la caccia non hanno mai smesso.


Indagando sul passato di Evie spuntano fuori dei collegamenti con uomini in vista della politica e della polizia e questo complica di gran lunga le cose. Ma è interessante scoprire i segreti della vita dei due protagonisti, che si raccontano attraverso lunghi flashback e ci portano nel loro passato.


Le due personalità, che nel primo libro si erano quasi scontrate, adesso svelano i loro punti deboli, si lasciano avvicinare, anche se tra loro il rapporto resta lo stesso, si sentono molto vicini ma c’è una barriera di sofferenza che li separa dagli altri. Le loro voci non sono isolate, a fare da contorno ci pensano gli altri personaggi, che costruiscono il contesto di relazioni e il mondo in cui i due si muovono. La vicenda è ambientata ai giorni nostri in Inghilterra, tra piccole città e colline, sullo sfondo della campagna inglese, e i riferimenti lasciano presagire piccoli luoghi chiusi, comunità in cui si dovrebbe vivere al sicuro, ma non è così. Come del resto nessuna delle promesse che Cyrus fa ad Evie può essere mantenuta, perché il buio è più forte di ogni cosa e si prende anche le certezze, negando e nascondendo la verità.


Cosa salverà infine i due da morte certa? Il loro legame, che sopravvive a tutto e a tutti e che li porterà a trovare uno spiraglio di luce, non per sconfiggere il buio ma per potercisi almeno nascondere dentro per un po’ e forse anche la certezza, con una frase presa in prestito da un libro che ho molto amato che «le persone danneggiate sopravvivono», con ferite e strappi che non guariscono, ma sopravvivono.


Samantha Viva