La letteratura dialoga costantemente con noi. Una rilettura affascinante della Recherche proposta da Stefano Brugnolo




Dalla parte di Proust
di Stefano Brugnolo
Carocci, giugno 2022

pp. 208
€ 16,15 (cartaceo)


Dalla parte di Proust, pubblicato da Carocci in occasione del centenario della morte del grande scrittore francese, si presenta, nelle intenzioni dell’autore, come una rilettura <<senza troppi convenevoli>> (p. 11), quindi non come uno studio, sulla Recherche du temps perdu, allo scopo di abbattere quel timore reverenziale, quella paura ingiustificata di approcciarsi alla monumentale opera proustiana per godere appieno di quel dialogo continuo che la vera letteratura instaura con noi ogni volta che leggiamo un autentico capolavoro.
Una rilettura per chi conosce l’opera di Proust, ma anche un invito a scoprirla per chi non l’abbia ancora letta.
La Recherche è il lascito di un uomo che ha dato la vita per la sua opera: come dimenticare le pagine profondamente commoventi, ma anche interessanti, della donna che l’ha accudito negli ultimi otto anni della sua vita, gli anni centrali, nel pieno della sua febbrile attività? Sto parlando di Céleste Albaret (Monsieur Proust, di Céleste Albaret, G. Belmont, SE edizioni, 2017)): la devozione straordinaria di questa donna esemplare, insieme alla forza di volontà di un uomo tormentato dall’asma, ci hanno permesso di avere tra le mani una delle opere più grandi della letteratura mondiale. Quando si parla di Proust, sorge spontaneo pensare al binomio vita-letteratura e questo concetto si ripresenta ogni volta che si leggono quegli autori che definiamo classici, perché hanno scritto libri che continuano ancora a parlarci a distanza di tempo, sono sempre attuali, perché parlano dell’uomo.
È sulla scia di tale considerazione che il professor Brugnolo in questo suo preziosissimo libro ci prende per mano e ci fa immergere con lui tra le pagine più significative della Recherche: un viaggio affascinante tra i passaggi indimenticabili dell’opera proustiana, i personaggi più curiosi, le tematiche più care a Proust, ma soprattutto, la scoperta dell’animo umano.

Il libro del Brugnolo è più che una rilettura attenta: con linguaggio accessibile, il professore ci apre la strada ad una lettura consapevole, ci fornisce quegli strumenti per gustare l’opera proustiana al massimo grado. È consigliabile leggerlo e consultarlo come una bussola per orientarsi quando si decide di intraprendere la scoperta di Proust.

Il libro è strutturato in sei capitoli e una conclusione finale particolare tutta da scoprire. Nel primo capitolo, L’arte della narrativa proustiana il professore ci parla in generale dell’anima della Recherche, lo stile dell’autore, <<il piacere ermeneutico puro>> che si prova nel leggerla.  Come in un dipinto di Vermeer, pittore amato da Proust, vi sono passi sui quali ogni volta che si ritorna si provano nuove sensazioni e nuove suggestioni. Ogni impressione - sostiene Brugnolo - sembra possedere strati di significato e segue un meccanismo a due tempi:
Prima Proust ci descrive una certa impressione, poi l’approfondisce cercando di trovare le parole per formularne un’equivalente verbale. Siamo ancora una volta dalle parti di un’idea cara allo scrittore, quella secondo cui l’intelligenza deve collaborare (umilmente) con le sensazioni, per estrarre da esse il senso latente di cui sono latrici. Proust sviluppa questa tesi servendosi di una similitudine in un passo de Il tempo ritrovato: “Si prova, ma ciò che è provato è come certi negativi in cui si vede solo del nero finché non lo si mette contro una lampada, e che bisogna guardare, anch’essi, alla rovescia; non si sa che cosa sia finché non lo si avvicina all’intelligenza” . La Recherche è piena da un capo all’altro proprio di queste operazioni mentali. Continuamente il narratore ci riporta fatti, parole, azioni che lo hanno colpito (“impressionato”) e a volte sopraffatto, per poi cercare di dedurre da quel materiale grezzo delle leggi, delle conoscenze di carattere generale, universale, vale a dire degli “equivalenti intellettuali”. (p. 26)

Per questo motivo la Recherche - secondo il Brugnolo - a differenza di un’altra opera monumentale come L’uomo senza qualità di Musil divisa in parti saggistiche e parti narrative ben individuabili dal lettore, può essere paragonato ad un armonioso progetto che più si avvicina <<al sogno ultrawagneriano della melodia infinita>> (p.26) cui si ispira il romanzo modernista del Novecento, ma che nessun autore è riuscito a raggiungere così pienamente quanto Proust, che avrebbe addirittura tolto gli a capo, per creare un’unica, immensa voluta di azione, pensiero e suggestione.

Oltre a Musil, Brugnolo paragona Proust al nostro Dante Alighieri nella Divina Commedia. Nella prima cantica, in particolare, il nostro sommo poeta non giudica le anime dannate, egli prova una sorta di simpatia verso alcune di loro: ricordiamo certamente il canto di Paolo e Francesca, condannati per adulterio,  dove Dante, è così emotivamente coinvolto per compassione da perdere addirittura i sensi. Anche Proust, proprio come Dante, verso i suoi personaggi non si mostra come un dio lontano  e talvolta sprezzante (atteggiamento tipicamente flaubertiano), ma è uno di loro. 

Di questo tratta dunque la Recherche : della rivelazione del senso della vita generalmente inteso attraverso il senso della propria! Qui ancora una volta ci viene in soccorso l’esempio di Dante: come lui, anche il personaggio Marcel in qualche modo sta per l’everyman, e dunque per un peccatore o un errante come tanti, sta per qualcuno che ha fatto un cattivo uso della sua vita, ma che alla fine si riscatta e il suo riscatto è un po’ dunque anche quello dei lettori: se la sua vita è degna di interesse e considerazione, se è degna di essere ricordata, narrata e dunque salvata, anche la nostra per analogia lo è.

Interessante l’approccio tematico alla Recherche portato avanti da Brugnolo: il tema della memoria, arma per resistere al disfacimento del tempo, il sogno,  il denaro, lo snobismo, la morte, l’affaire Dreyfus che si impose anche tra i letterati del tempo e il delicato argomento dell’omosessualità. Ogni capitoletto del saggio offre spunti di riflessione molto interessanti e la sua struttura permette di fruire del testo anche per una veloce consultazione. Dalla parte di Proust vuole favorire un approccio più immediato all’opera proustiana e dimostrare ai lettori curiosi che un’opera monumentale come la Recherche , a distanza di un secolo non ha mai perso il suo splendore ed ha ancora da dire a noi uomini e donne del XXI secolo.

Marianna Inserra