La luminosità de "Gli amanti della notte": il nuovo romanzo di Mieko Kawakami



Gli amanti della notte
di Mieko Kawakami
Edizioni e/o, 2023

Traduzione di Gianluca Coci

pp. 288
€ 19,50 (cartaceo)
€ 11,99 (ebook)


Dopo il successo di Seni e uova e Heaven, l'autrice giapponese Mieko Kawakami torna in libreria con il suo ultimo romanzo Gli amanti della notte. Con la sua delicata scrittura, Kawakami continua ad esplorare il complicato mondo dei sentimenti e dei rapporti umani, se in Heaven si era concentrata sull’ambiente scolastico, qui Kawakami ci immerge nel mondo del lavoro. Come nei suoi precedenti romanzi, le protagoniste delle sue storie sono donne, studentesse, figlie, madri, lavoratrici, single, sposate, divorziate. Una moltitudine di donne con passati e presenti molto differenti tra loro.

La protagonista di questo romanzo è Irie Fuyuko, giovane impiegata di una casa editrice che dedica tutte le sue energie al suo impiego, timida, tranquilla, non prende mai una posizione precisa, segue le regole apaticamente e diligentemente. Vive da sola e non ha molti legami di amicizia né sul posto di lavoro e né all’esterno. Dalle colleghe viene vista come una donna debole, senza legami, senza figli e con poche ambizioni. Un giorno, la collega di lavoro Kyōko le presenta Hijiri, redattrice freelance che sta cercando una collaboratrice: le caratteristiche di Irie combaciano perfettamente con quello che sta cercando. Irie lascia perciò l’azienda e inizia a lavorare come redattrice freelance. Hijiri è il ritratto di una donna sfrontata, cinica, che non ha paura di dire ciò che pensa al costo di inimicarsi colleghe di lavoro o i suoi superiori. Una donna a cui piace esercitare la sua influenza su altre persone e che trova nonostante tutto Irie una persona interessante con cui parlare. Un giorno mentre consegna le bozze corrette di un testo a cui lavorava, viene invitata a donare il sangue, dopo la donazione, in piedi davanti allo specchio, Irie scruta il suo riflesso e vede “una donna misera, squallida e del tutto incapace di godersi la vita”. Da quel momento in poi la vita di Irie cambia totalmente.

A poco a poco, per non soccombere alla disperazione, ho cercato di imparare a non essere più quella che ero di solito. Grazie soprattutto all'aiuto di una birra in lattina, una sola, che bevevo sorso dopo sorso, lentamente, o a una fiaschetta di sake da circa 200 ml. (p. 59)

Le sue nuove abitudini la portano a trovarsi in situazioni più o meno imbarazzanti, ma la condurranno anche a conoscere Mitsutsuka, giovane insegnante di fisica che inizierà a vedere sempre più frequentemente. Inizialmente il loro rapporto è segnato da fortuite coincidenze fino a trascorrere le notti a passeggiare insieme parlando della complessità del concetto fisico della luce. Irie infatti, è sempre stata attirata dalla luce, la sera del suo compleanno ha l'abitudine di passeggiare avvolta dal buio della notte andando a scovare le luci della città.

«Non esiste una luce che dura per sempre?».
«Temo di no».
«Quindi tutte le luci sono destinate a sparire?».
(p.176)

Iniziano così a scambiarsi regali, libri, CD di musica classica che Irie ascolta incessantemente. Kawakami dipinge così il ritratto di Irie scovando ogni sua insicurezza e inadeguatezza, tratti che accomunano molti dei personaggi dei suoi racconti, così come il rapporto della percezione del proprio corpo, spesso causa scatenante dell’inadeguatezza percepita dalle protagoniste nel muoversi all’interno delle relazioni sociali.

Ero rimasta lì, timida e insicura davanti a quelle copertine colorate che presentavano tante piccole porte, incapace di aprirle e continuando a ignorare il mondo che si estendeva dall'altra parte. Quelle porte restavano chiuse, non avevo né la forza né il coraggio di aprirle, e non c'era nessuno che mi aiutasse a farlo o mi invitasse a entrare. La sola cosa di cui mi rendevo conto era che quel mondo, quel luogo diverso, non faceva per me. (p. 107)

Irie però, ha incontrato chi non la fa sentire inadeguata, chi l’accetta per chi è, con le sue dipendenze e la sua timidezza. Si trasforma, trova il coraggio di instaurare un legame con Mitsutsuka, relazione che tiene nascosta anche a Hijiri nonostante lei le chieda ripetutamente delle sue relazioni amorose. Agli occhi di Irie vengono presentate tante forme d'amore e d'amicizia, quelle di Hijiri dettate dalla praticità, dal potere e dal cinismo, quelle di Noriko, sposata da anni con due figlie, che nasconde la sua doppia vita con l'amante al marito, il quale fa lo stesso con lei e infine quelle di Kyōko sempre pronta a fare buon viso a cattivo gioco e a disprezzare i comportamenti altrui.

Ero lì che mi dicevo: in questo preciso momento mi trovo nel posto esatto in cui ho sognato di essere in questi ultimi giorni prima di addormentarmi. E questo suscitava in me una strana sensazione, facendo rimbombare forte nelle orecchie il battito del mio cuore. (p.109)

Kawakami tuttavia, narra di una storia d'amore che cambia colore lentamente, che strazia il cuore di Irie, di una disillusione che le ha insegnato ad amare e a fidarsi del potere dell’amicizia, potere in cui Kawakami ripone sempre molta speranza. L'autrice fa luce sulle dinamiche che si instaurano tra donne molto diverse tra di loro, muovendo una critica al mondo del lavoro, all’ambizione, al costrutto del matrimonio, alla normalizzazione di determinati rapporti. Incontriamo Irie e le molteplici luci e notti che si rinchiudono in lei, attraversando con lei la luminosità e l’oscurità svelate nei legami d'amicizia e d'amore.
Ho attraversato il quartiere deserto passando tra le case, poi sono sbucata sulla via principale e ho lanciato uno sguardo distratto alle auto che transitavano. Era notte, ma le luci non mancavano. Le ho guardate una a una, e ho sentito che mi faceva ancora un po' male. (p. 272)
Barbara Nicoletti