Torna un brillante Woody Allen con una nuova raccolta di racconti per La Nave di Teseo: "Zero Gravity"



Zero Gravity
di Woody Allen
La Nave di Teseo, giugno 2022

Traduzione di Alberto Pezzotta

pp. 192
€ 19 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)



Che io sia una fan di Woody Allen lo testimoniano le cene con amici in cui mi diverto a sciorinare a memoria battute del film "Vicky Cristina Barcelona" e, non da meno, il mio sfegatato amore per Javier Bardem; o il desiderio di percorrere a Parigi gli stessi passi di Gil Pender in "Midnight in Paris", alla ricerca di misteriose vetture che portano in mondi del passato.
Il regista statunitense è ormai famoso anche in qualità di sceneggiatore, attore e comico, e quando queste doti si uniscono in una sola persona, è facile poterlo definire anche come "scrittore".
Per La Nave di Teseo pubblica questo giugno "Zero Gravity", dopo il successo di una precedente raccolta di racconti, edita sempre dalla stessa casa editrice, "A proposito di niente" (2020). Quindi Woody torna con una serie di short stories, alcune delle quali apparse sul "New Yorker" tra il 2008 e il 2013 , altre scritte ad hoc proprio per questo volume.
I miei genitori si aspettavano due gemelli, e furono distrutti quando scoprirono che c'ero solo io. Non riuscivano a farsene una ragione. Per i primi anni mi vestirono come due gemelli. Due berretti. due paia di di scarpe. Ancora oggi mi chiedono di Chester. (p. 99)

Non serve dire quanto Woody Allen sia forte come umorista: tutta la sua carriera cinematografica, e non solo, si poggia di fatto sulla sua comicità celebrale, acuta, piena di riferimenti letterari e colti, impregnata di quella tipica malinconia alleniana che lui stesso definisce "anedonia", l'incapacità di provare piacere per le cose.
Chiaramente anche i suoi racconti non sono da meno: si intuisce dalle battute e freddure svelte quanto il suo passato da stand-up comedian lo abbia influenzato. Sono storielle divertenti, alcune fanno ridere ad alta voce, altre fanno sorridere. Vero è che mi aspettavo qualcosa di più esilarante, ma probabilmente la mia reazione contenuta è dovuta al fatto che alcuni riferimenti possono essere capiti e meglio apprezzati dagli stessi statunitensi (per forza di cosa, in Italia non conosciamo chi siano personaggi che cita o luoghi a noi sconosciuti, e dunque l'effetto divertente si perde).
Wurm ha imparato a convivere con i peccadillos di sua moglie, ma solo perché non sa cosa siano i peccadillos e sua moglie lo ha convinto che sono un cibo messicano. Per conto suo ho cercato un'evasione romantica con Ingrid Shtick-Fleish, una baronessa che appartiene a una famiglia di industriali un tempo potenti, e che dopo la guerra hanno dovuto passare dalla produzione di elicotteri a quella dei berretti con la girandola. (p. 77)

Alcuni dei nomi dei personaggi sono volutamente caricaturali, Fallopian, Airhead, Kashflow, così come i riferimenti a luoghi di New York realmente esistenti. Non mancano i rimandi sottili ma acuti ad autori famosi, a personaggi dello spettacolo, registi, colleghi, attori, cantanti, su cui cala la tagliola umoristica di Allen. In tutto, nel libro, troviamo diciannove racconti: mucche assassine, l'origine del pollo Tso, cavalli che dipingono, persone che si incarnano in aragoste, galline annoiate e spettacolini per divertirle, cuscini miracolosi e tanti sfottò alla classica Hollywood, per cui, sappiamo, quanto Woody Allen provi amore e odio.
Senza dubbio posso dire che il mio racconto preferito è "Dove ho lasciato la bombola di ossigeno?", una storia di appena cinque pagine in cui si condensano temi importanti, come l'amore, l'amore per l'amore e l'amore per i soldi. Geniale.
Altri racconti sono un po' sotto le righe, ma non è facile far ridere tramite le parole scritte: un conto è vedere una persona che recita una barzelletta o una battuta, un altro immaginarla parlare, ipotizzarne il tono, il ritmo, e forse nel caso di Woody Allen questo riesce piuttosto bene, perché lui stesso è un personaggio unico e inimitabile.
Lo consiglio? Sì, ma la lettura, apparentemente leggera, deve essere invece attenta, per cogliere tutti i riferimenti alti (Allen, tra le righe, cita Yeats, Turgenev, La Rochefoucauld) e i nomi stessi dei personaggi sono un racconto nel racconto. Quindi occhio ai dettagli!

Deborah D'Addetta