#CritiCOMICS. Cosa resta alla generazione degli anni '80? Lo schiavismo "24/7" nel nuovo graphic novel di Nova

 


24/7
di Nova
BAO Publishing, 2021

pp. 160
€ 18,00 (cartaceo)
€ 8,99 (ebook)



Un camion che trasporta liquami tossici si ribalta in campagna; pochi chilometri più in là, il giovane Dante inizia a lavorare in un discount a chilometro zero, aperto 24/7. È il primo giorno di una nuova vita adulta, tranquilla e ordinaria, da benedire con un cinese d’asporto da 9.50€, e poco importa che il nuovo incarico comporti pulire il vomito altrui, sorridere alla maleducazione dei clienti, fare di fatto lo schiavo a tempo determinato per una paga misera e tornare a sera in un appartamento che puzza di tonno in scatola e di immondizie sedimentate. Quella tratteggiata da Nova è una distopia amara sul presente, sull’era del consumo indifferenziato di merci e di vite. Dante è un ragazzo senza prospettive, condannato dalle aspettative altrui e da un nome altisonante, “l’immagine che ha di sé è un niente devastante e comodo come tutta la provincia, è un inverno nucleare in tuta e ciabatte” (p. 50). Persino i pensieri sono “seriali, semiautomatici”. Nulla può salvare, neppure l’amore, che passa e se ne va, lasciandosi alle spalle un deserto che pare ancora più arido, e che si fa riflesso di uno stato esistenziale.
La narrazione di Nova è corrosiva, così come lo sono i colori acidi delle tavole, i segmenti spezzati delle illustrazioni, la colonna sonora ipotizzata per le scene salienti. Non è facile per i personaggi trovare un senso all’esistenza vivendo in mezzo al degrado e all’abbandono, ammazzandosi di videogiochi perché sembrano essere l’unica attività possibile per ingannare lo scorrere del tempo: 
Questa città certe volte sembra sotto vuoto. Sembra che tutti aspettino il terremoto che la raderà al suolo definitivamente. E non mettono i piedi per terra mai. Che se metti i piedi per terra forse muori. (p. 63)

In un contesto simile, l’unica soluzione possibile non può che essere una soluzione alla Romero: inaspettatamente il supermercato si trasforma in una scatola blindata piena di mostri assetati di sangue e la metamorfosi coinvolge tutte le figure apparentemente più innocue (l’anziana signora, il sacerdote, la giovane donna incinta…). È proprio Nova, in un
incontro con i blogger, a spiegare come interpretare questi soggetti-simbolo, incarnazioni dei fattori della paralisi che sembra coinvolgere tutta la generazione dei trentenni di oggi: ciò che è vecchio e non vuole guardare avanti; il Padre, che rappresenta qualsiasi autorità; la Madre, intesa come elemento generativo ma anche pronto a fagocitare, risucchiare in sé; infine la Crisi, il mostro peggiore di tutti. Nel parlare dei suoi coetanei, l’autrice con i toni schietti che la contraddistinguono racconta l’idea che sta alla base della vicenda e del personaggio di Dante: 
"I ragazzi più giovani credo siano più fortunati dei miei coetanei, perché sono cresciuti con dei valori diversi e fondamentalmente si sono trovati a non voler più stare in questa società. Noi che siamo nati nella prima parte degli anni ‘80 ci siamo trovati in un mondo completamente cambiato, ma con un’impostazione e un’educazione che ci portavano a voler raggiungere degli obiettivi inculcati dalla generazione precedente, da genitori o insegnanti che erano cresciuti in un contesto completamente diverso. Noi abbiamo vissuto quindi il cambiamento in maniera più brutale. […] Abbiamo l’idea del posto fisso e della sistemazione e ne siamo stati logorati, ci siamo trovati precocemente avviliti e invecchiati in questo non riuscire a raggiungere gli obiettivi che credevamo di dover raggiungere".
Tra gli scaffali ricolmi di merci si combatte una battaglia tanto grottesca quanto truculenta, e i clienti appaiono trasfigurati in belve assetate di carne umana. Quando rimane solo Crisi, l’allegoria caustica del
graphic novel si fa più esplicita. Per quanto il giovane Dante si sforzi di affrontarla, la sopravvivenza ha un prezzo alto e non è detto che la realtà che attende fuori dalle saracinesche metalliche del discount sia meglio della carneficina che si è consumata al suo interno. Lo stesso titolo del volume, 24/7, ci fa pensare infatti che per quanto si dibatta, quella dell’uomo contemporaneo sia una condizione senza uscita.
Nova però apre su questa interpretazione un varco, che ci mostra non solo le fragilità, ma anche la forza di una generazione in grado di stare davanti a se stessa, di raggiungere un nuovo grado di consapevolezza proprio in virtù della limitatezza delle prospettive con cui deve fare i conti: 
"24/7 è anche una pratica del BDSM in cui una persona è schiava di un’altra per tutto il tempo - come si legge all'inizio del libro - ma esistono ugualmente delle regole. Come nella vita normale, dove ci sono delle scelte che si possono fare, ma è tutta una questione di consensi. Tutti i protagonisti del libro avrebbero potuto compiere delle scelte diverse e non accettare l'oppressione e la subordinazione. Forse c’è poco spazio per la speranza in questa storia, ma uno spiraglio volevo che ci fosse: Dante, alla fine del volume, prende la decisione di essere lucido nel momento giusto e affrontare il mostro più grande”.
In questo volume, così diverso da Stelle o sparo (recensito qui), Nova ci rivela un altro lato di sé, più sfacciato e pungente, che affonda la lama nella società per mostrare lo spaccato di un’epoca – e di una certa gioventù. L’evoluzione stilistica, oltre che tematica, che il fumetto esibisce spinge a interrogarsi su quali direzioni prenderà una disegnatrice che ha avuto il coraggio di creare un’opera a un tempo super-pop e visceralmente splatter, in grado di unire la morale di fondo a un’apparenza di puro intrattenimento, in cui la storia scorre velocissima, senza il bisogno di giustificare ogni passaggio logico, grazie alla sola potenza figurativa delle tavole.

   Carolina Pernigo


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