#CritiCOMICS - "Tristezza": il graphic novel argentino e targato Neo che sembra parlare di questi giorni


Tristezza

di Angel Mosquito, Federico Reggiani

traduzione di Dario Falconi

Neo edizioni, 2021

 

pp. 136

€ 19,00 (cartaceo)

 

Fino a poco fa la collana Cromo della Neo edizioni ha avuto in catalogo un solo titolo: Pompei, di Toni Alfano, uscito nel lontano 2014. La nuova uscita, Tristezza, graphic novel degli argentini Angel Mosquito e Federico Reggiani, segna dunque il rilancio di questa collana, che nel corso del 2021 vedrà l’uscita di altri libri. È un segno forte di espansione per la casa editrice abruzzese, che anche in tempi di pandemia cerca di non fermarsi e anzi di spingersi oltre.

Ma veniamo al libro: si tratta di un ottimo prodotto, graficamente curato nei dettagli e dalla qualità indubbia, sia per quanto riguarda la carta sia per l’uso di inchiostri e colori. Un gran bel lavoro, che dà la sensazione a chi lo tiene fra le mani di avere a che fare con qualcosa di ben fatto.

A livello testuale, Tristezza si inserisce nell’amatissimo (e prolifico) filone della fantascienza post-apocalittica e del survival horror, calcando forse le tracce di quell’enorme merchandise chiamato The Walking Dead che ha invaso librerie, fumetterie e TV negli ultimi anni. Gli echi, in effetti, sembrano molto vicini: non si tratta di una apocalisse zombie ambientata negli Stati Uniti quanto di una pandemia non meglio specificata che vede le persone ammalarsi di una sorta di depressione acuta prima di morire in modo brutale. Il rischio, va detto, è quello di percepire un sentore di déjà-vu durante la lettura. Tornano infatti tematiche classiche, quali la ricerca della salvezza, l’eterna dicotomia fra richiamo della natura e conservazione della civiltà, speculazioni sul tipo di mondo che verrà lasciato alla prole (e se, in definitiva, quello che si ha davanti è un mondo che valga la pena salvare). Anche alcuni sviluppi di trama non sono poi così dissimili da quelli della (fin troppo) fortunata serie TV nata da un altrettanto fortunato graphic novel.

Il quid di Tristezza tuttavia non si concentra tanto sull’aspetto survival, quanto sul tema della nostalgia, anch’esso molto caro al filone post-apocalittico. In un mondo che ha perso i connotati della precedente era - un'era che, spesso criticata dai contemporanei, viene invece idealizzata da chi viene dopo - non è facile conservare una bussola di qualsiasi tipo, sia essa fisica o morale. Interessanti sono, ad esempio, le pagine legate alla scuola e all’istruzione: ha senso, sembrano chiedersi le nuove generazioni nate durante e cresciute dopo la pandemia, studiare ciò che è successo in passato, imparare a memoria i nomi degli stati e delle città? Ha senso rimanere attaccati al valore delle cose per come lo conoscevamo? Non trova forse un utilizzo più preciso riuscir ad apprendere nuovi modi di vivere legati al mondo che si ha davanti in questo momento?

Tutte queste domande possono forse essere ridotte a un unico quesito fondamentale: è più vantaggioso, per la sopravvivenza della specie, cercare di tornare a uno status quo ante e recuperare così strumenti e valori di un’epoca che, tutto sommato, funzionava, o piuttosto conviene andare oltre, inventare tutto da capo, reinventarsi?

Sono domande che non trovano una risposta universale, ovviamente. Libri come Tristezza hanno questo scopo, a mio avviso: porre l’attenzione su ciò che d’importante abbiamo e su ciò che invece va assolutamente cambiato. È qualcosa che da un anno a questa parte stiamo sperimentando tutti in prima persona.


David Valentini