In compagnia di Chiara Francini: "Il cielo stellato fa le fusa"


Il cielo stellato fa le fusa
di Chiara Francini
Rizzoli, dicembre 2020

pp. 336
€ 17,10 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)


Conosciamo tutti il volto e la bravura di Chiara Francini, attrice tra le più eclettiche e raffinate del giorno d’oggi, capace di cambiare mille identità e mantenere sempre la stessa incredibile eleganza. Di lei è facile ammirare la sua voce aggraziata, i modi pacati e la compostezza che mantiene sia nelle parti che interpreta sia nelle interviste che le fanno in prima persona, tuttavia forse non ancora tutti sanno che la Francini è anche una bravissima scrittrice.

La sua ultima uscita, Il cielo stellato fa le fusa, è un divertente libro ispirato al Decameron di Boccaccio. Senza entrare troppo nei dettagli, per non rovinarvi la sorpresa, l’autrice immagina i suoi personaggi in una tenuta toscana di campagna, dopo gli stessi sono stati fermati da un improvviso blocco degli spostamenti. Costretti a passare una settimana in una tenuta, in cui si sarebbe dovuto tenere un congresso a tema alimentare-culturale, i personaggi si organizzano per intrattenersi l’un l’altro. Cosa fare dunque, se non inspirarsi alla celebre opera di Boccaccio e raccontarsi storie?

Se qualcuno però sta pensando che il libro possa essere una semplice rielaborazione in chiave moderna di una storia che già tutti conoscono bene, fin dai tempi delle scuole superiori, si sbaglia di grosso. È vero, sì, che l’autrice prende spunto dallo scrittore trecentesco, tuttavia la narrazione diventa il pretesto per una narrazione caleidoscopica, in cui si riflette la bravura della Francini nel raccontare storie. Se infatti anche nei libri precedenti era visibile una certa maestria nel tratteggio dei personaggi, qui pare evidente che alla nostra bastano poche pagine per caratterizzare in maniera decisamente efficace un personaggio. Sarà il lavoro di attrice, sarà che la Francini ha un vero talento anche per la scrittura, in ogni caso ciò che colpisce è proprio l’abilità che l’autrice ha di entrare in empatia con i personaggi.

Si passa così da una storia all’altra, da un secolo all’altro; lascio alla lettura personale la scoperta delle singole vicende, diverse e tutte caratterizzate benissimo, tuttavia una cosa si può dire: leggendo il libro si coglie, in tutta la sua complessità, un fil rouge, il quale, tuttavia, pare attenuarsi nelle parentesi di raccordo, forse appositamente. Scorrendo le pagine, infatti, i personaggi delle singole storie sembrano più caratterizzati e vividi rispetto a quelli della cornice ed essi si stagliano con maggior forza e vigore. In tal caso questa scelta, che si può ipotizzare sia voluta, mette ancora più in risalto le storie singole che, quando si chiude il libro, restano maggiormente impresse, con più forza e vigore. Si viaggia da un tempo all’altro, passato e presente si alternano, si mescolano, si confondono i piani narrativi che paiono riflettersi nell’infinito riverbero delle possibilità.

A fare da narratore un gatto, un bel micione rosso, che osserva col suo sguardo attento ciò che accade intorno a lui, per farci compagnia in questo variegato mondo di storie e al suo fianco un altro personaggio cardine, Lauretta, un nome decisamente non nuovo per gli amanti di Boccaccio, una cuoca corpulenta e spontanea, donna di parole schiette e gesti pratici. Tuttavia, quello che pare chiaro ad una lettura più attenta è che, a leggere le storie nonché le parti di raccordo, quella che sembra essere la vera voce narrante è quella della Francini stessa. Non perché sia presente in forma autobiografica ma perché ad ogni riga, ad ogni espressione, sembra di cogliere la sua voce, il suo modo di esprimersi; tutto il libro pare coerente con il suo essere, come poche volte accade. Una sorta di marchio di fabbrica, un timbro preciso, che pare evidente fin da subito.

Un regalo perfetto, quindi, per chi vuole regalare un storia, anzi, ben più di una.

Valentina Zinnà