Dell'amore e del dolore delle donne: l'omaggio al mondo femminile di Umberto Veronesi


Dell'amore e del dolore delle donne
di Umberto Veronesi
Einaudi, 2010

pp. 164
€ 18 (cartaceo)
€ 6,99 (ebook)

Porto dentro di me più di centomila storie di dolore femminile. Cerco di custodirle: sono le storie delle donne che ho operato al seno, e di quelle - molte di più - che ho visitato o semplicemente ascoltato per offrire incoraggiamento o conforto. Alle storie delle mie pazienti si intrecciano quelle delle loro madri, delle sorelle, delle amiche e delle figlie. E poi ci sono le storie di donne che non ho mai incontrato, ma che hanno deciso di offrirmi un dono prezioso: condividere con me la propria esperienza. (p. 82)
Umberto Veronesi ha dedicato la propria vita alle donne. 
Nella sua decennale attività clinica e di ricerca per la prevenzione e la cura del cancro ha scelto di occuparsi in particolare del carcinoma mammario, la neoplasia più diagnosticata nelle donne. Trascorrere sessant'anni a contatto con la materia oscura della malattia, con quell'afasico straniamento che sottende una terribile e silenziosa domanda ("Perché è capitato proprio a me?"), l'ha messo in rapporto costante con le donne che ha incontrato lungo il proprio cammino.
Pazienti, familiari, colleghe, personalità pubbliche.

Dell'amore e del dolore delle donne è il libro che racconta l'accurata analisi dell'universo femminile da parte di un medico che all'esercizio della propria competenza ha sempre affiancato una dote immancabile, l'ascolto, nella ferma convinzione che "curare non significa solo trattare scientificamente una patologia, ma avere cura di una persona, condividere (per quanto lo permetta una differenza che c'è, e che non deve e non vuole diventare finzione) la rabbia, la gioia, l'angoscia, la paura."
Amore e dolore, che possono apparire quasi due poli opposti nel titolo del volume, costituiscono in realtà l'infinito ventaglio di sfumature di cui è fatta l'esistenza. Veronesi parla proprio di questo, di vita, ma lo fa scegliendo una prospettiva ben precisa: il suo sguardo sulle donne.

In un'appassionata traversata di sentimenti e situazioni, l'autore racconta una serie di intense storie femminili (tutte vere) che gli permettono di evidenziare sotto traccia il proprio percorso di pensatore, di medico e di uomo. Le donne diventano la cartina al tornasole per definire se stesso, le scelte e le battaglie che ha compiuto. Ma lui si mette raramente in prima fila, il posto d'onore lo lascia a loro.

Si comincia con il ricordo della madre Erminia che gli ha insegnato che amare significa non prevaricare e non essere prevaricato, concetto che ha ritrovato quotidianamente nella medicina ("so che non si possono curare i malati senza amarli di un amore materno"); si prosegue con l'analisi delle fedi religiose e del rapporto che hanno intessuto per secoli con le donne e con l'idea della malattia, troppo a lungo considerata una colpa da espiare. Veronesi analizza come le religioni monoteiste abbiano fortemente contribuito a ridurre il peso sociale delle donne perché avevano paura di loro.

Il libro affronta poi temi decisivi come la sessualità, raccontata come esercizio di armonia, la volontà, caratteristica inscritta nel sangue femminile e forma di autodeterminazione più forte di quella maschile, la capacità di sopportazione del dolore e il coraggio.
È così che tutte le donne di cui l'autore parla diventano le padrone di un destino comune che finisce per essere anche il suo:  
Nella mia vita ho amato moltissimo, con passione e in profondità. Ho sofferto anche moltissimo, intensamente e disperatamente. Le donne sono state le registe del mio amore e del mio dolore, ma gli attori del dramma sono stati i pazienti, i maestri, gli amici e poi i miei figli, i miei nipoti, i colleghi di vita e di lavoro. Anno dopo anno ho capito che la lama della razionalità taglia via come rami secchi quelle emozioni che rispondono a una suggestione puerile alla quale piacerebbe non rinunciare mai, ma ho anche capito che quella stessa lama non sfiora la nostra linfa, il bisogno di solidarietà: la capacità di empatia, compassione e amore che è parte del nostro Dna. (p. 17)
Allenando senza sosta la mente alla comprensione del pensiero femminile, Veronesi dimostra immensa gratitudine per le donne perché a loro deve una visione più profonda, più reale e vicina ai punti nodali della vita. La loro è una prospettiva non orientata al conflitto ma alla resistente tenacia, non alla superbia ma all'orgoglio.
Da uomo di scienza, spende moltissime parole per le colleghe con cui ha avuto la fortuna di lavorare e racconta cosa ha imparato da loro lungo il cammino: la lungimiranza, la paziente ricerca delle soluzioni, la brillante competenza. Riconosce quanto sia lunga la strada per la parità nel mondo della ricerca e auspica un domani in cui ai posti di comando siedano finalmente tutte le scienziate e le dottoresse che lo meritano.
Ricorda gli incontri con le donne illustri che lo hanno ispirato per la loro azione, tra di loro: Aung San Suu Kyi, Ingrid Betancourt, Manuela Dviri Vitali Norsa, Rita el Khayat, Tara Gandhi, Shirin ʿEbādi. Quando nel 2009 ha creato il movimento Science for Peace ha pensato soprattutto alle donne e contava su di loro perché l'utopia pacifica potesse diventare realtà.

In uno degli ultimi capitoli del libro ("Il futuro è donna"), Veronesi chiarisce i punti di un ideale manifesto del "che fare" per le donne.
Lucidamente individua le principali ragioni organizzative e culturali che stanno alla base della (ahimè) attuale subordinazione della donna nella sfera sociale e politica: il pregiudizio psicologico che vuole che gli uomini siano più adatti ai compiti decisionali, il residuo del senso di colpa che le donne provano nell'equilibrare professione e vita familiare, il peso culturale delle religioni che per secoli le ha relegate a ruoli secondari e che tutt'oggi le estromette anche dalla "carriera" religiosa, la necessità di liberazione da determinati ruoli sociali che ancora vengono erroneamente associati alla femminilità...

Un libro come questo avrebbe potuto essere pieno di retorica, avrebbe potuto essere paternalistico.
E invece non lo è. La voce di Veronesi suona autentica perché non è astratta ma è ancorata alla realtà, a quel misto, tutto terreno, di sguardi, lacrime, risate, sangue, abbracci di cui è fatta la nostra vita. 


Claudia Consoli





“Nella mia vita ho amato moltissimo, con passione e in profondità. Ho sofferto anche moltissimo, intensamente e disperatamente. Le donne sono state le registe del mio amore e del mio dolore...” #UmbertoVeronesi ha dedicato la propria vita alle donne. Nella sua decennale attività clinica e di ricerca per la prevenzione e la cura del cancro, soprattutto quello al seno (la neoplasia più diagnosticata nelle donne), ha avuto l’opportunità di ascoltare l’universo femminile e di educare la propria anima alla sua comprensione. “Dell’amore e del dolore delle donne” raccoglie una serie di intense storie femminili che gli permettono di raccontare anche il proprio percorso di medico, pensatore, uomo. In un libro senza retorica né paternalismo, Veronesi omaggia le donne che ha incontrato - pazienti, familiari, colleghe, personalità pubbliche - per la visione, la competenza, il coraggio e l’amore che sanno donare. Nel farlo disegna anche un modello di società in cui le donne siano alla guida del futuro. Presto sul sito la recensione di @claconsoli #umbertoveronesi #donne #dellamoreedeldoloredelledonne #einaudieditore #einaudi #womenempowerment #ricerca #cancerfighter #books #instabook #instalibro #bookstagram #booklover #criticaletteraria #reading #leggendo
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