Camilla Läckberg e la vendetta in "Ali d'argento"

Ali d’argento
di Camilla Läckberg
Marsilio, giugno 2020

pp. 416
€ 18,90 (cartaceo) 
€ 11,99 (e-book)


Con “Ali d’argento, la seconda, attesissima puntata della nuova serie di thriller della pluripremiata scrittrice, ritorniamo nella vita di Faye, la nuova protagonista dei libri della Läckberg. In questo secondo libro conosceremo altri inconfessabili retroscena dell’infanzia di questa donna forte e determinata, e proveremo a fidarci di nuovo del genere maschile, con scarso successo.
Dopo aver incastrato il padre di sua figlia, Jack, scopriremo che questa propensione di Faye, verso uomini sbagliati, ha origini antiche e che mentre la vecchia moglie disperata e tradita non esiste più, al suo posto è rinata una eroina capace di reagire a nuove avversità, circondandosi ancora una volta di una solidarietà femminile che va ben oltre ogni stereotipo e banale cliché, perché le donne sanno perdonare e sanno anche coalizzarsi per vincere. La Revenge, ovvero la nuova azienda tutta al femminile che Faye ha costruito, sta per subire un brutto colpo, e Faye è troppo distratta da altro per reagire, tra cui una doppia evasione da brividi che la metterà a dura prova. Ma con l'aiuto delle amiche, anche di quelle inaspettate, proverà a rimettere ogni cosa al suo posto.

Come nel precedente “Una gabbia dorata”, la vicenda ruota attorno a due nuclei tematici, che in fondo diventano uno: la forza delle donne e la loro capacità di vendicarsi. Questo secondo libro in cui emerge una nuova Faye, appena nata alla fine del precedente, anche se conserva la sua protagonista, si apre ad una coralità femminile, schiacciando, a dire il vero, il genere maschile dietro la linea nemica, senza possibilità di salvezza. In questo forse il racconto perde forse un po’ di credibilità, nel delineare troppo nettamente un noi e voi, senza sfumature particolari nei vari personaggi, e ci aspettiamo già alcuni risvolti della trama, rovinandoci l’atmosfera del thriller. La parte relativa ai flashback dell’infanzia a Fjällbacka è quella che riserva più sorprese, da questo punto di vista.
Anche se avevo solo dodici anni, mi sembrava di sapere già tutto della vita. La quotidianità di Fjällbacka era prevedibile: i soliti dieci mesi di calma totale seguiti da due di caos estivo. Tutti conoscevano tutti, d'estate arrivavano sempre gli stessi turisti, anno dopo anno. A casa non cambiava mai niente. (p. 34)
Anche la componente erotica, così come quella legata alla seduzione e al fascino femminili, la fanno da padrone. Puntando così il dito su un importante argomento: non esistono confini di genere se a dettare le regole è il piacere. Giochi e sesso sono del resto appannaggio di un mondo proiettato nel lusso, che prima la protagonista subiva e di cui adesso ha preso le redini e che dirige senza tabù, quasi a dimostrarci che non c’è alcuna differenza tra uomo e donna e che semmai, la superiorità femminile, sta nel saper ritornare sui propri passi e fermarsi prima di crollare. Quando c’è da riprendersi il potere non sono più i sentimenti a comandare, ma la razionalità. La Revenge, ovvero la nuova azienda tutta al femminile che Faye ha costruito, sta per subire un brutto colpo, e Faye è troppo distratta da altro per reagire, tra cui una doppia evasione da brividi che la metterà a dura prova. 

C’è posto anche per l’Italia, luogo di rifugi sentimentali importanti, oltre che per la Svezia, dove la nuova Faye sceglie una dimensione più cosmopolita e urbana, lasciando definitivamente la provincia in favore di Stoccolma. 

Il libro è godibile, le 360 pagine scorrono via senza accorgersene, e di sicuro è un ottimo candidato per rientrare nelle liste dei libri estivi, con la giusta dose di tradimenti, colpi di scena e sfrenato divertimento, che possono deliziare gli appassionati del genere. Forse deluderà un po’ i lettori più appassionati della vena thriller della scrittrice, che però, dopo infiniti successi, per sua stessa ammissione, ha confessato all’inizio della nuova saga di volersi permettere una scrittura più serena, a dispetto dei giudizi e delle aspettative del pubblico, consapevole, magari, di accaparrarsi un nuovo target di pubblico. 

Samantha Viva





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