"Nel contagio" di Paolo Giordano: la quiete delle parole nella tempesta della pandemia

Nel contagio
di Paolo Giordano
Le Vele Einaudi, 2020 (in edicola dal 26 marzo con "Il Corriere della sera")

pp. 63

€ 8,90 (+ il prezzo del quotidiano) (cartaceo, in edicola)
€ 10 (prezzo del cartaceo in libreria)
€ 6,99 (ebook)

Certe riflessioni che il contagio suscita adesso saranno ancora valide. Perché quanto sta accadendo non è un accidente casuale né un flagello. E non è affatto nuovo: è già accaduto e accadrà ancora (p. 6).
A tutti coloro che seguono la letteratura contemporanea italiana non suonerà nuovo il nome di Paolo Giordano, scrittore e fisico torinese che nel 2008 vinse gli ambiti Premi Strega e Campiello opera prima con il suo primo romanzo, La solitudine dei numeri primi (Mondadori, 2008), e dal quale nel 2010 il regista Saverio Costanzo trasse un bellissimo film.
Da allora Paolo Giordano ha scritto diversi altri libri e collaborato con quotidiani e giornali, e pochi giorni fa ha dato alle stampe un piccolo instant book intitolato Nel contagio edito da Einaudi nella collana Le Vele e distribuito in formato cartaceo nelle edicole in collaborazione con Il Corriere della sera e in e-book (sarà disponibile nelle librerie alla fine di questo periodo di lockdown).
Nel contagio, come ha dichiarato il suo autore, costituisce un insieme di riflessioni, fissa «alcuni pensieri su ciò che sta accadendo [...]. Provare a farlo è il solo contributo che posso offrire in questa emergenza».
L'emergenza alla quale si fa cenno è, chiaramente, la pandemia di Covid-19, che ha velocemente messo in ginocchio inizialmente la Cina e poi il mondo intero. In questi giorni provare a scrivere, leggere o pensare qualcosa di diverso da questo contagio è semplicemente impossibile, e Paolo Giordano non prova in nessun modo a esorcizzare la paura o il disagio, né a minimizzare i rischi che questo demone porta con sé. Quello che questo autore ha provato a fare è stato fornire una prospettiva diversa, una lettura del fenomeno Coronavirus che investa prima di tutto la solidarietà che sta muovendo le persone in questo momento.
Ma nel contagio abbiamo bisogno di sapere cosa è lecito sperare. Perché non è detto che augurarsi il meglio coincida con l'augurarselo nel modo giusto. Aspettare l'impossibile, o anche solo l'altamente improbabile, ci espone a una delusione ripetuta. Il difetto del pensiero magico, in una crisi come questa, non è tanto di essere falso, quanto di condurci dritti verso l'angoscia (p. 18).
Con lo stile asciutto, calmo, lineare al quale ci ha abituati, Giordano utilizza la matematica e la scienza (materie nelle quali si muove agevolmente) per illustrarci la curva del contagio, per spiegarci fenomeni a volte distorti dal linguaggio giornalistico e mal interpretati dalla popolazione.
L'approccio che adotta Giordano nei confronti della pandemia, però, non è quello di un mero scienziato, non è quello di un tecnico, ma è piuttosto quello di una persona che riesce a leggere il fenomeno che ci avvolge, lo interpreta e si mette a disposizione non solo per spiegarlo alla comunità che lo circonda, ma anche per incitare quest'ultima a tirare fuori la solidarietà e la riflessione.

L'autore cita un verso del poeta inglese John Donne che ho da sempre nel cuore e che ha ispirato grandi autori del passato:
Nessun uomo è un'isola, completo in se stesso; ogni uomo è un pezzo del continente, una parte del tutto. Se anche solo una zolla venisse lavata via dal mare, l'Europa ne sarebbe diminuita, come se le mancasse un promontorio, come se venisse a mancare una dimora di amici tuoi, o la tua stessa casa. La morte di qualsiasi uomo mi sminuisce, perché io sono parte dell'umanità. E dunque non chiedere mai per chi suona la campana: suona per te (Da Meditazione XVII in Devozioni per occasioni d'emergenza, Editori Riuniti, Roma, 1994, pp. 112-113).
Questa poesia nei tempi tragici che stiamo attraversando (e che noi tutti ci auguriamo di superare quanto prima) ci appare come una guida, un monito a riscoprire la quell'idea di comunanza universale che noi tutti avevamo forse dimenticato.


Non sono vuote le parole di Paolo Giordano, il suo non è il tono saccente di chi sale sul pulpito e si erge a predicatore laico, piuttosto il suo scritto possiede quella pacatezza, quella comprensione che spinge ad ascoltare l'interlocutore e che consente di interfacciarci con lui alla pari, che spinge il lettore a utilizzare il tempo che sta trascorrendo come una pausa di riflessione che lo induca a scoprire in quale direzione sta andando la sua vita.

Ulteriore nota di merito per Nel contagio è costituita dal fatto che i proventi delle vendite saranno destinati alla creazione di due borse di studio presso la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste: una borsa di studio riguarderà l'intelligenza artificiale e l'analisi dei dati applicate all'epidemiologia, mentre l'altra andrà a data journalist italiani che si occupino di un'indagine sull'epidemia di Covid-19 nel nostro Paese.

Se riusciremo a dedicare 20 minuti del nostro tempo a queste poche parole dello scrittore, scopriremo di avere la forza e il coraggio necessari a gestire l'emergenza, a uscirne certamente cambiati, ma più consapevoli, con la coscienza che niente più sarà come prima, ma tutto potrà essere addirittura migliore.
Possiamo dirci che la Covid-19 è un incidente isolato, una disgrazia o un flagello, gridare che la colpa è tutta loro. Siamo liberi di farlo. Oppure, possiamo sforzarci di attribuire un senso al contagio. Fare un uso migliore di questo tempo, impiegarlo per pensare ciò che la normalità c'impedisce di pensare: come siamo arrivati qui, come vorremo riprendere. Contare i giorni. Acquistare un cuore saggio. Non permettere che tutta questa sofferenza trascorra invano (p. 63).
Ilaria Pocaforza

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In questi giorni scrivere o anche solo pensare a qualcosa di diverso rispetto al #coronavirus è semplicemente impossibile. Ma cosa succede quando un bravo scrittore italiano come #PaoloGiordano affida anche le sue riflessioni a tutti noi? Nel suo instant book intitolato #Nelcontagio, disponibile da giovedì scorso in edicola col @corriere e in ebook (arriverà in libreria dalla fine del lockdown), troviamo uno studioso che si mette al servizio della comunità per aiutarci a capire i punti oscuri di questa pandemia e per farci scoprire quella solidarietà che credevamo di aver perduto. La redattrice di #CriticaLetteraria @ila_poc lo ha letto subito e questo pomeriggio troverete la sua recensione sul sito. Voi lo avete letto o lo leggerete? #paologiordano #einaudi #nelcontagio #recensireèmegliochecurare #staytuned #Einaudi #bookstagram
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