"Se ti abbraccio non aver paura": dopo averlo letto, tanta, tanta voglia di partire con un compagno di viaggio speciale


Se ti abbraccio non aver paura
di Fulvio Ervas
Marcos y Marcos, 2012

pp. 319
€ 18 (cartaceo)
€ 11,99 (ebook)


Caspita Andre, non ho mai passato una vacanza come questa: lunghissima, imprevedibile. Ti ho mai detto che sei il miglior compagno di viaggio che abbia mai avuto? 
Quante forme d'amore ha quello che lega un padre al figlio? Tantissime, e tutte sono autentiche, viene da rispondersi leggendo Se ti abbraccio non aver paura, romanzo famosissimo di Fulvio Ervas. 
Dal 2012, anno in cui ha fatto la sua comparsa in libreria, il libro non ha mai smesso di commuovere e di far riflettere sulla potenza senza limiti dell'amore genitoriale, nonché sulle difficoltà e la sfida quotidiana di chi convive con l'autismo. Se a poca distanza dalla pubblicazione ne aveva parlato sul sito Marco Caneschi (qui la sua recensione), oggi, che ho letto anch'io il libro e che nel frattempo è uscita la sua trasposizione cinematografica a opera di Gabriele Salvadores, vorrei suggerirvi perché inserire questo libro nella lista dei romanzi da leggere. 
Tanto per cominciare, come avrete capito fin dall'inizio dell'articolo, siamo davanti a un potente romanzo familiare: Franco, cinquantenne, decide di rompere la sua routine partendo un viaggio in America con il figlio adolescente, Andrea. Il ragazzo diciottenne porta con sé in valigia una bacchetta magica per aiutarlo nelle situazioni difficili e il suo vizio di toccare la pancia a tutti, atto che suscita immediato sgomento nelle altre persone, nonché stizza o reazioni indesiderate ma comprensibili negli sconosciuti. E non basta un set di magliette con scritto "se ti abbraccio non aver paura" per spiegare che Andrea è fatto così, e per entrare in intimità con gli sconosciuti ha bisogno di un contatto diretto, annichilente forse, ma ai suoi occhi necessario. Più difficile per lui, invece, è articolare le emozioni attraverso le parole, che sono ridotte a un lessico elementare e quasi privo di sintassi. Anche se sulla tastiera del computer Andrea riesce, solo quando è in una giornata positiva, a formulare qualche pensiero più intimo, talvolta stordente (e nel libro troviamo lacerti di queste conversazioni padre-figlio sul pc), perlopiù il suo mondo resta chiuso in sé, incomprensibile ai più.

Il viaggio in America - pericoloso, contro ogni logica, contro i consigli degli esperti, contro i timori della famiglia e, in effetti, contro il buonsenso - è un modo per conoscersi davvero Tra me e Andrea una perfetta sintonia, non c'è bisogno di altro, come quando senti l'amore che si diffonde e ha il sapore di un liquido dolce»): una buona dose di spirito d'avventura, d'improvvisazione, di capacità di adattamento, ma soprattutto di avventatezza, fa sì che Fausto si imbarchi con la destinazione più vaga del mondo (l'America), per poi intraprendere un viaggio all'insegna della libertà, ora in macchina, ora su due ruote. Sradicare Andrea dalle sue abitudini è il rischio più grande, ma le risposte sono varie e inaspettate, anche per lo stesso Fausto: ai suoi occhi Andrea si rivela non solo il figlio autistico, problematico che i più sono soliti vedere, ma anche un adolescente con una forma alternativa di vivere la vita, un modo di guardare alle novità con un gusto per la scoperta autentico e spesso più aperto di quanto ci si sarebbe aspettati. 
Poi, certo, ci sono i giorni negativi, quelli in cui Andrea si estranea e a Fausto non è dato comprendere pensieri ed emozioni. Allora la frustrazione prende il sopravvento: 
Andrea non si muove, è andato a mirtilli nei suoi boschi inventati.
Alle volte è doloroso sentirsi ai margini, vorrei tanto trovare il varco che mi lasci passare attraverso quell'intreccio spinoso e sorprenderlo che gioca felice in una radura. Non sarebbe anche per me un bel luogo dove riposare?
Fatico ad accettare che ci sia un limite invalicabile. Che Andrea sia irraggiungibile.
Ma lo sconforto non dura troppo a lungo. Tutto riprende, ci sono nuove tappe, nuove conoscenze, incontri inattesi con persone che, specialmente in Sud America, sembrano comprendere meglio il modo di rapportarsi di Andrea e lo ritengono semplicemente diverso, niente di più, senza giudizi o timori. In lui vedono il bel ragazzo che fa girare la testa alle coetanee, un po' strano nei modi, ma ognuno ha il proprio carattere. E lì, a contatto con la natura, con le pulsioni più naturali e con paesaggi mozzafiato, si respira, Fausto perde la cognizione del tempo e anche noi lettori ci misuriamo con il nostro desiderio di smarrirci in una dimensione che non ha confini né limiti temporali, per saggiare la libertà. E anche Andrea, frequentando anche da solo persone sconosciute, cambia, sembra aprirsi maggiormente alla vita e alle infinite possibilità che un viaggio del genere ti offre.

Cosa ricorderò e cosa porterò con me di questo romanzo? Tanto per cominciare, ci sono episodi fortissimi, alcuni divertenti e altri commoventi, alcuni che esaltano l'amore di un genitore verso il figlio in difficoltà, altri che problematizzano vivere con una disabilità forte, a tratti spiazzante, e non nascondono ipocritamente la congerie di preoccupazioni, ansie e sofferenze che permangono nei genitori.
Nella sua semplicità espositiva, basata su una sintassi perlopiù paratattica, in Se ti abbraccio non aver paura sentiamo pulsare il cuore di chi ha scritto di esperienze di vita, e non solo di fantasia. Per risultare vero, sentito, questo romanzo non poteva, infatti, che puntare all'immediatezza del dettato, senza fronzoli, raccontando ciò che è nella sua scabra essenza. Ecco perché consiglio di ritagliare nelle vostre giornate un angolo per la storia di Fausto e Andrea: ne uscirete arricchiti e con tanta voglia di partire. 

GMGhioni