«Dopo essermi persa, stavo cercando di ridefinire me stessa. Il mio lutto ero io»: "Svegliami a mezzanotte" di Fuani Marino

Svegliami a mezzanotte
di Fuani Marino
Einaudi, 1 ottobre 2019

pp. 168
€ 17 (cartaceo)
€ 8,99 (ebook)

Credere che questo libro migliorerà le cose significherebbe raccontarsi delle favole. Avrei potuto fare a meno di scriverlo, semplificandomi la vita, eppure provo un piacere perverso nel chiamare le cose con il proprio nome. (p. 110)
Cosa può portare una madre trentenne, a pochi mesi dal parto, a buttarsi dal balcone di un quarto piano? Sono tante le cause di quel 26 luglio 2012, eppure per Fuani Marino è difficile riassumerle, se non impossibile. Un impulso, un desiderio di morte ha avuto la meglio su tutto il resto, dopo che più volte la donna aveva chiesto di essere ricoverata, e più volte le era stata negata l'ospedalizzazione per restare vicino a sua figlia, così come le erano stati tolti i farmaci che avrebbero compromesso l'allattamento. 
Il gesto, poi, ha lasciato tutti senza parole e ha marcato una linea di netta demarcazione tra il prima e il dopo. Bloccata per mesi in un letto di ospedale, la donna è prima rimasta in bilico tra la vita e la morte e poi ha dovuto permettere al suo corpo distrutto di ricostruirsi, laddove possibile. Il braccio sinistro offeso, invece, le sarebbe rimasto come un memento, come un monito, per ciò che era stato e ciò che non sarebbe invece più stato uguale. 
Svegliami a mezzanotte, uscito da pochi giorni per Einaudi, è uno schietto memoir scritto da Fuani a distanza di alcuni anni dall'evento che avrebbe per sempre marchiato la sua vita. Tra frammenti sul suo passato, in cui si delineano le manifestazioni del suo disturbo bipolare ad alta funzionalità, tra momenti di morale alle stelle e lunghe fasi depressive, si giunge alla brevissima frase che segna il tentativo di suicidio: «E poi sono caduta, ma non sono morta» (p. 78). La frase, che campeggia nuda su una pagina bianca, si allaccia al passato con quella "e" iniziale, e lascia aperta la possibilità del futuro, con l'avversativa e la negazione: Fuani deve imparare a ricominciare, in un mondo che non la vuole più vedere stancarsi al lavoro, in cui le persone che la amano sono state tanto colpite dal suo gesto che niente sarà più come prima. Un mondo in cui, un giorno, sua figlia Greta verrà a sapere del tentativo di suicidio.
Anche la scelta di pubblicare un libro come questo è un rischio: quale sarà l'impatto? Certamente scrivere ha una funzione catartica, ma non allevierà l'angoscia di Fuani di non sapere se mai si ripeteranno simili periodi depressivi. Invece, ad aiutarla a comprendere e a tamponare il suo dolore ci sono tante letture che non l'hanno lasciata sola: da un lato gli studi di psicologia, dall'altro le testimonianze letterarie di chi ha scelto il suicidio, con esito vario. Ecco che in Svegliami a mezzanotte troviamo anche questo: accanto alla vicenda di Fuani, le sue letture prendono vita, tra citazioni, consigli di lettura e di approfondimento, per provare a capire più da vicino ciò che ci fa paura e che spesso chiamiamo con perifrasi eufemistiche. Augurandosi che possa essere utile a chi attraversa simili periodi di disperazione e ai loro cari, Fuani Marino ci consegna un'opera autobiografica di enorme schiettezza, senza veli, così come aveva fatto lo scorso anno Andrea Pomella con L'uomo che trema  (Einaudi). Viene da pensare, di fronte di simili pubblicazioni, che la loro lettura può aiutare anche i cosiddetti sani a diventare molto più empatici e rispettosi verso coloro che soffrono, andando contro il cinismo e l'individualismo imperante che ci spingerebbe a osservare con distacco chi sceglie di superare un parapetto e cercare il vuoto.

GMGhioni



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Cosa può spingere una giovane mamma a gettarsi dal balcone di un palazzo di quattro piani? Nel suo nuovo libro, #SvegliamiAMezzanotte, #FuaniMarino tratta un tema molto delicato, quello della depressione post-partum che ha acuito i già fragili equilibri dell'io-narrante, che si chiama proprio Fuani e ha compiuto anche lei studi di psicologia sperando di trovare chiarezza in questo affascinante e inafferrabile mondo, che è la mente umana. La protagonista sopravvive e parte per lei un enorme calvario ospedaliero: il tentativo di suicidio ha lasciato un corpo a pezzi, ma cosa ne è stato della mente? Tra pagine di enorme forza emotiva e scavi negli studi psicologici e letterari, questo romanzo è al tempo stesso schietto e letterario. Impossibile restare indifferenti. Vi interessano queste storie di vita tanto forti? Presto la recensione di @gloriaghioni sul sito! #Einaudi #bookstagram #bookish #inlibreria #novità #bookaddict #bookaday #books #instalibri #instabook
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