"Italiani si rimane": la creatività irriverente di Beppe Severgnini



Italiani si rimane
di Beppe Severgnini
Solferino, 2018

pp. 274

€ 17,50 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)



La tipica verve di Beppe Severgnini alimenta un viaggio narrativo all’interno del vissuto dell’autore, tracciando le tappe salienti che lo hanno portato dai giovani esordi alla Provincia di Cremona come studente-giornalista, alla direzione di 7, il settimanale del Corriere della Sera, passando per Il Giornale di Indro Montanelli, gli anni londinesi e The Economist, dai libri alla radio, alla famiglia.

Edito da Solferino, Italiani si rimane è caratterizzato dallo stile inconfondibile dell’autore, che mischia l’arguto sense of humor a osservazioni profonde sulla nostra società, spesso provocando nel lettore il sorriso, unito alla riflessione su una lezione di vita appresa, che Severgnini condivide con apparente semplicità, allo stesso modo di come un Lucio Fontana taglia la tela, il gesto che apre la luce al buio e il buio alla luce, metafora dell’inconscio. Pertanto potremmo applicare spesso agli aneddoti narrati da Severgnini, la stessa celebre frase che si ode in campo artistico: “potevo farlo/dirlo anch’io”, ma la potenza dell’illusorio luogo comune consiste proprio nell’invidiabile capacità dello scrittore di individuare quei tratti fondamentali “dell’essere italiani”.
La creatività, talvolta irriverente, dello scrittore è dichiarata fin dalle prime pagine, togliendo ogni dubbio a quanti si avvicinano ai suoi testi per la prima volta. Sarebbe interessante poter replicare le sue “avventure” a distanza di anni, per osservare i cambiamenti profondi che sono avvenuti nei contesti professionali da lui menzionati.

Cosa ci distingue dalle altre culture nel mondo? Ci vorrebbe forse una tazzina di caffè per iniziare a spiegarlo o, forse più semplicemente, per riflettervi in merito, come indica lo stesso scrittore in uno degli aneddoti raccontati nel libro, il periodo di lavoro a Londra, presso «The Economist», negli anni ’90. Sintetizzare la propria cultura d’origine all’interno di quella anglosassone, vincere i timori derivanti dalla barriera linguistica, in una terra che ha fatto dell’inglese un passepartout per le porte del mondo, affermarsi senza perdere la propria identità o al contrario affermare il proprio essere all’interno di un luogo straniero. 
Severgnini è riuscito a mostrarci, tra aneddoti più o meno nostrani, saltellando con guizzo goliardico dalla narrazione di fatti seri, a semi-seri umoristici, come sia riuscito a consolidare una carriera longeva e prestigiosa, senza mai scendere a patti con la propria “italianità”. 
Il blog Italians, da lui creato il 3 dicembre 1998, ne è un’altra testimonianza e rappresenta uno dei maggiori forum giornalistici italiani. Nel libro autobiografico Italiani si rimane, Severgnini ripercorre la sua carriera giornalistica attraverso le indagini interculturali che lo hanno reso famoso nel mondo, e il tono con cui affronta questo viaggio è di vivace ironia e intelligente attenzione alle politiche sociali, economiche e di costume, senza farsi sfuggire il minimo dettaglio, passando dalla macro analisi delle elezioni di Trump e Brexit a Londra, per arrivare al “micro” personale mondo della vita quotidiana. Simpatico poter notare come molti degli aneddoti narrati nella sezione dedicata agli inizi della carriera a Crema, a differenza delle complesse politiche straniere, possano trovino riscontro in una realtà quotidiana, pressoché inalterata.


Elena Arzani