#Pillole di buone maniere: "Galateo" di Giovanni Della Casa

Galateo
di Giovanni Della Casa
Flower-ed, Bon Ton, 2018

pp. 100
€ 4,99 (ebook)
€ 13,00 (cartaceo)


[288] Non si dèe adunque l'uomo contentare di fare le cose buone, ma dèe studiare di farle anco leggiadre: e non è altro leggiadria che una cotale quasi luce che risplende dalla convenevolezza delle cose che sono ben composte e ben divisate l'una con l'altra e tutte insieme, senza la qual misura etiandio il bene non è bello e la bellezza non è piacevole.
Non fare rumore mentre mangi; non sbadigliare quando qualcuno ti parla; non ridere troppo forte; non interrompere chi sta parlando. Sono raccomandazioni e precetti che ci sentiamo ripetere fin dall'infanzia, così connaturati in noi da essere automatici. O almeno, si spera che lo siano. Rientrano tutti sotto la codifica di "buone maniere" altrimenti detto "galateo". Il termine è mutuato da un trattato scritto da Giovanni Della Casa a metà del Cinquecento con il titolo di Galateo overo de' costumi. Recentemente ripubblicato a cura della casa editrice Flower-ed, è il titolo capofila della nuova collana Bon ton, dedicata alle buone maniere e ai comportamenti adatti in ogni occasione.

Le buone maniere sono uno dei pilastri della società. Per chi storce il naso verso quelle che potrebbero essere considerate minuzie di comportamento, già il dotto Monsignor Della Casa, aveva la giusta risposta, una spiegazione sul perché lui si sia dedicato alla stesura di tale trattato:
E perciò che la tua tenera età non sarebbe sufficiente a ricevere più prencipiali e più sottili ammaestramenti, riserbandogli a più convenevol tempo, io comincerò da quello che per aventura potrebbe a molti parer frivolo: cioè quello che io stimo che si convenga fare per potere, in comunicando et in usando con le genti, essere costumato e piacevole e di bella maniera.
Celandosi dietro un "vecchio" che ammaestra chi è più giovane, l'autore indica come "sia utilissima cosa il sapere essere ne' suoi costumi e nelle sue maniere gratioso e piacevole": perché la gentilezza ben dispone l'animo dei nostri interlocutori e quindi getta le basi per una società sempre migliore e più armonica. L'uomo è animale sociale, non vive isolato ed eremita e quindi è fondamentale che ci siano regole codificate per le relazioni tra gli uomini.
Ma da dove viene il termine "galateo"?
[31] il Vescovo, chiamato un suo discreto famigliare [...] Era il detto famigliare uomo già pieno d'anni, molto scientiato et oltre ogni credenza piacevole e ben parlante e di gratioso aspetto, e molto avea de' suoi di usato alle corti de' gran signori: il quale fu (e forse ancora è) chiamato m(esser) Galateo, a petition del quale e per suo consiglio presi io da prima a dettar questo presente trattato.
L'opera è infatti dedicata a Galeazzo Florimonte, vescovo e umanista a Della Casa coevo.
La perplessità sulla rilettura in epoca moderna può sorgere: come possono essere ancora validi i consigli di comportamento di quasi mezzo millennio fa? La bellezza di questo testo è che, a parte comprensibili eccezioni dovute ai cambi epocali, è di un'attualità sorprendente. Anzi, come si diceva all'inizio, è alla base delle buone maniera che abbiamo interiorizzato fin da bambini. E certi atti di maleducazione restano tali a dispetto dei secoli. Partiamo con un piccolo vademecum su come si sta a tavola.
[304] Non istà bene grattarsi sedendo a tavola, e vuolsi in quel tempo guardar l'uomo più che e' può di sputare e, se pure di fa, facciasi per acconcio modo [...] Dobbiamo etiandio guardarci di prendere il cibo sì ingordamente che perciò si generi singhiozzo o altro spiacevole atto [...] Non istà medesimamente bene a fregarsi i denti con la tovagliuola e meno col dito, che sono atti difformi.
Ad eccezione di qualche perplessità che Della Casa nutre nei confronti del brindisi, usanza forestiera e ancora poco diffusa, queste sono norme basilari e valide in ogni tempo. Quand'anche pare essere un suggerimento obsoleto, il parallelismo storico ci può aiutare.
[55] Male fanno similmente coloro che ad ora ad ora si traggono una lettera della scarsella e la leggono.
In compagnia e a tavola, anche se le lettere non sono più d'uso comune, è certamente poco cortese immergersi nella contemplazione del proprio smartphone e delle chat. 
Lungi dall'essere pedante, Della Casa concede grande spazio all'ironia.
[24] Non si vuole anco, soffiato che tu ti sarai il naso, aprire il moccichino e guatarvi entro, come se perle o rubini ti dovessero esser discesi dal cielabro, che sono stomachevoli modi et atti a fare, non che altri ci ami, ma che se qualcuno ci amasse, si dis[inn]amori
Concentrandosi sui suggerimenti per i gentiluomini e lasciando pochi accenni alle donne, Giovanni Della Casa pone le fondamenta dell'etichetta odierna, prestando attenzione anche alle piccole cose perché anche le minuzie, a furia di accumularsi, possono essere violente come le peggiori batoste. Astenetevi sempre dal fare o far vedere cose disgustose, non date di gomito quando parlate con qualcuno e richiamate alla mente tutte le litanie che già la mamma e la nonna vi ripetevano: sono i mattoni per comporre una società migliore.
Giulia Pretta