L'eterno ritorno del "Popolo dell'autunno" di Ray Bradbury

Il popolo dell'autunno 
di Ray Bradbury
Oscar Mondadori, 2002

Traduzione di Riccardo Alessi

pp. 278
€ 10,00 (cartaceo)


Ma in un anno strano buio lungo e assurdo, la vigilia di Ognissanti venne in anticipo. Un anno la vigilia di Ognissanti venne il 24 ottobre, tre ore dopo mezzanotte.
Nella sonnacchiosa cittadina americana di Green Town, Illinois, arriva il "Grande Spettacolo Pandemonio di Mr Dark e Mr Cooger", in una nube di liquirizia e zucchero filato. Il circo annovera le più incredibili attrazioni: l'Uomo Elettrico, la Galleria degli Specchi, la Giostra, la Strega della Polvere, il Nano... nessuno di loro è però un normale circense o un tradizionale divertimento. Ciascuna delle attrazioni nasconde un trucco demoniaco: può farti ottenere quello che desideri nel profondo, ma non nel modo in cui lo vorresti e, certamente, non senza chiedere niente in cambio. A contrapporsi alle forze del male ci sono due ragazzini, William Halloway e James Nightshade, l'uno lo specchio inverso dell'altro, l'uno luce e altro ombra, che nel loro percorso di crescita devono affrontare questo "popolo dell'autunno" che si nutre dei desideri più oscuri e dei dolori più profondi dell'umanità. E proprio per questo non possono mai essere sconfitti.
Da dove vengono? Dalla polvere. Dove vanno? Verso la tomba. È sangue che scorre nelle loro vene? No: è il vento della notte. Che cosa pulsa nella loro testa? Il verme. Che cosa parla attraverso le loro bocche? Il rospo. Che cosa guarda attraverso i loro occhi? Il serpente. Che cosa ode attraverso le loro orecchie? L’abisso tra le stelle. Scatenano il temporale umano per le anime, divorano la carne della ragione, riempiono le tombe dei peccatori.
Il romanzo di Ray Bradbury ha ispirato un film alla Disney, quando la Disney non aveva ancora il timore di traumatizzare a vita i bambini, con il titolo (quello originale anche del romanzo) Something Wicked This Way Comes. Da Charles G. Finney, ispiratore di Bradbury, in poi, l'ambiente del circo è ammantato di orrore e mistero. Lungi dal razionalizzare quello che si vede sotto il tendone, lo si riveste di sovrannaturale, il più delle volte di mefistofelico.
Il romanzo gioca sul vecchio detto "attento a quello che chiedi perché senza dubbio lo otterrai". Tutti i personaggi della cittadina che vengono a contatto con il circo vedono sì realizzato ciò che desiderano, ma devono pagare un prezzo altissimo, come nel caso della maestra del paese, la signorina Foley, che viene ringiovanita fino a tornare bambina. Tutte le attrazioni del circo sono precedenti fruitori della magia del luogo: i loro desideri si sono realizzati fino a renderli mostri asserviti al potere di Mr Dark.
Non mancano i momenti di vero e proprio orrore: la scena nella biblioteca, mentre Mr Dark gira tra gli scaffali bui e silenziosi cantilenando il nome dei due ragazzi fa scorrere un brivido lungo la schiena. La battaglia con la Strega risveglia le paure infantili di tutti noi dei mostri sotto al letto.
Oltre che horror, il romanzo è una storia di formazione per i due protagonisti, Jim e Will. 
Perché certe persone sono tutte come le zampe delle cavallette, tutte antenne vibranti, un grande ganglio, e continuano eternamente ad annodarsi e a riannodarsi? Ardono in una fornace per tutta la vita, sudano le proprie labbra, e fanno risplendere i loro occhi e cominciano così dalla culla. Gli amici sparuti e famelici di Cesare. Divorano le tenebre, che esistono e respirano. E così è Jim: tutto ortiche. E Will? Oh, lui è l'ultima pesca, alta su un albero estivo. Certi bambini passano e ti viene da piangere, quando li vedi. Hanno l'aspetto buono, senti che sono buoni, sono buoni.
Laddove Jim desidera disperatamente crescere e lasciarsi alle spalle l'infanzia, tanto da essere vittima di Mr Dark, Will ha un desiderio più equilibrato: da una parte non vorrebbe essere lasciato indietro dall'amico di infanzia (con il quale condivide anche la data di nascita a distanza di un solo minuto, uno prima, uno dopo la mezzanotte di Halloween), ma è frenato dal padre, il saggio bibliotecario. Charles Halloway, pur ormai avviato alla vecchiaia e apparentemente poco incline all'azione, con la sua conoscenza e i suoi libri, da vero mentore, svela ai ragazzi il modo per combattere le forze del male: con il sorriso. Perché siamo sempre noi a dare forza alle nostre peggiori paure ed è proprio per questo che il popolo dell'autunno è destinato a eterni ritorni.
Giulia Pretta