L'amore sembra facile, vero? Solo che i più non ce la fanno.

Una cosa sull'amore
di Jeffrey Eugenides
Mondadori, 28 agosto 2018

pp. 300
€ 20 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)


Hanno scoperto una cosa sull'amore. Una cosa scientifica. Hanno fatto degli studi per capire che cosa tiene unite le coppie. Sapete che cos'è? Non è l'andare d'accordo. Non sono i soldi, o i figli, o una visione condivisa della vita. È avere cura uno dell'altro. Le piccole gentilezze reciproche. Passarsi la marmellata a colazione. Oppure, durante un viaggio a New York, tenersi per mano un istante nell'ascensore della metropolitana. Chiedere: "Come è andata la giornata?" facendo finta che ti interessi. È questa la roba che funziona.
Sembra facile, vero? Solo che i più non ce la fanno. (pp. 159-160)
Intitolare un libro Una cosa sull'amore è rischioso: certo, l'indeterminativo "una" così come il generalissimo "cosa" potrebbero suonare come una professione di umiltà, ma è quel fantomatico complemento di argomento a mettere al centro del libro un tema affascinante e usurato, pericoloso e prolifico. Però se accostiamo questo titolo in minore, un po' svalutativo, al nome di Jeffrey Eugenides, ecco che tutto riacquista un altro valore: Eugenides è una garanzia di originalità e di talento, ancora una volta dimostrato appieno. 
Se anche voi siete rimasti affascinati dallo sconcertante Le vergini suicide, dallo stravagante Middelsex e/o dall'egoista La trama del matrimonio, non perdete questa raccolta di racconti, appena arrivata in libreria anche in Italia. Il talento affabulatorio di Eugenides risplende appieno nella forma breve del racconto (una trentina di pagine l'uno, in media): al centro, come già si può intuire dal titolo, le relazioni interpersonali, ma non necessariamente sentimentali.
Ci sono tante forme di amore, sembra suggerirci Eugenides: si comincia in Le brontolone con l'amicizia pluridecennale che ha legato due donne che, loro malgrado, sono sopravvissute a notevoli cambiamenti di vita, fino a dover affrontare la svolta più grande: l'invecchiamento. Ma non c'è tristezza o patetismo, come d'altro canto non ci si lascia trasportare dalla disperazione in Posta aerea, in cui un ragazzo, partito per il classico viaggio-sballo nel sudest asiatico, si trova invece a fare i conti con una brutta dissenteria; in preda al digiuno pressoché completo da quasi quindici giorni, scoprirà una spiritualità che non credeva possibile, amando pienamente sé stesso e quel che le circostanze gli stanno offrendo.
Profondamente al passo coi tempi, in Siringa per ungere la carne - uno dei racconti più originali della raccolta -, si affronta il tema della procreazione assistita e della maternità ad ogni costo: la protagonista è disposta a tutto per restare incinta, ora che, a quarant'anni, ha scoperto la sua bassa attività ovarica, anche a una festa di donazione dello sperma... 
È risaputo che gli uomini trattano le donne come oggetti. Ma nessuna delle nostre valutazioni di seni e gambe può compensare con il freddo calcolo di una donna che entra nel mercato dello sperma. (p. 77)
Il divario tra desideri personali e benessere famigliare viene estremizzato nel più malinconico Musica barocca: vendere il clavicembalo (che non si finirà mai davvero di pagare) e i propri sogni, o continuare a provare il mercato imprenditoriale di topi di pezza e continuare a illudersi? Sempre di illusioni e di questioni economiche tratta Multiproprietà, in cui un figlio ormai adulto narra la sua vita affianco a un padre accanitamente "affarista" e una madre accondiscendente, per quanto con sofferenza, a caccia di immobili da restaurare e veder rinascere, a costo di fallimenti ripetuti. 
La casa è il nucleo di Trova il cattivo, in cui un padre di famiglia osserva a distanza (a causa di una ordinanza temporanea) le stanze illuminate: lì i figli e la moglie conducono la loro esistenza prevedibile, in quella casa che una volta aveva l'odore dei precedenti proprietari. Solo dal buio del giardino di casa, il protagonista si trova a riflettere sui tanti cambiamenti che l'hanno condotto lì, escluso dal suo stesso nido: 
Ci siamo trovati a lungo, prima di perderci. "Eccoci qua!" dicevamo, dal profondo del cuore. "Vieni a cercarmi". Facile come colorare un arcobaleno. (p. 163)
Strappato da casa, lontano migliaia di km per provare una sua strampalata teoria antropologica, il dottor Luce di La vulva oracolare si trova a fare i conti con le usanze sessuali misogine e fortemente maschiliste di una tribù. Proprio lui, così aperto per i suoi studi del passato, si trova a ridiscutere il confine tra mera indagine antropologica e moralità: quando deve/può far proprie le usanze di un popolo uno scienziato, pur di rispettare le abitudini locali e ambientarsi nella comunità? 
Adattamento è una delle parole-chiave del bellissimo Giardini volubili, che ci porta in una casa irlandese, dove due uomini di mezza età ospitano due ragazze che stanno girando il paese in autostop. Se gli uomini stanno cercando di dimenticare i loro fallimenti matrimoniali, di cui è prova il giardino della casa, in stato di abbandono, le ragazze devono fare i conti con un bacio (casto? rivelatorio?) che si sono scambiate in viaggio. Ma anche sotto l'apparente disfacimento si nasconde qualcosa di buono: e mentre i quattro preparano i carciofi trovati miracolosamente tra le sterpaglie del giardino, si consuma un sempre vivace e imprevedibile scambio di opinioni e di sguardi che può portare a molto altro... 
In Great Experiment il protagonista deve fare i conti con tutt'altro tipo di fallimento: quello della propria carriera. Lui, editor talentuoso e direttore editoriale difficile da trovare, ha dato vita a una collana d'élite, ma il suo capo sembra accorgersene a stento, e continua a frustrarlo economicamente. Quanto vale la pena essere onesti, nonostante tutto, attaccandosi a due mani all'amore per il proprio lavoro? 
E quanto vale essere onesti nel proprio matrimonio? In Denuncia tempestiva, il racconto che chiude la raccolta, un fisico di successo in visita a un'università viene avvicinato da una studentessa indiana dall'atteggiamento seducente e sfrontato: una "faccia tosta", come le scriverà nella dedica accanto al suo autografo, quando la ragazza gli chiederà di aggiungere il suo numero di telefono. E lo sviluppo della vicenda è tutt'altro che prevedibile, perché lui non sa che la ragazza sta per essere incastrata in un matrimonio combinato e ha poche speranze per uscirne. 

Dieci racconti, usciti in rivista dal 1989 al 2013, dieci storie e molte più vite racchiuse nella compiutezza di narrazioni sviluppate magistralmente: cercare gli anfratti più riposti dei sentimenti, esplorare anche quelli più scomodi e meno politicamente corretti, così come affrontare le contraddizioni e i sentimenti meno nobili dell'animo umano... Tutto questo, insieme all'adozione di punti di vista privilegiati per la narrazione, fa dei personaggi di Eugenides figure vive, che si muovono nel campo del verosimile anche quando il contesto si fa perlomeno singolare. Da non perdere per chi cerca brevità ed equilibrio compositivo, con la certezza che «a volte i libri entrano nella nostra vita per una ragione» (p. 26).

GMGhioni




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