S'ei piace, ei lice: "Pornage" di Barbara Costa

Pornage. Viaggio nei segreti e nelle ossessioni del sesso contemporaneo
di Barbara Costa

Il Saggiatore, 2018

pp. 307
€ 19,00

«Il porno vero non fa sconti a nessuno, fa tabula rasa di ogni maschera, protezione e barriera: solo in questo modo garantisce progresso e modernità. Il porno è felice e spudorata erotomania, è sentimento laico estraneo a ogni conformismo, non ha remore né paura di nulla, e non si ferma davanti a niente: trova sempre nuovi tabù da spezzare, nuove battaglie da vincere. Le combatte per noi pure se non vogliamo, le affronta anche a nostra insaputa. “We fuck together, we fight together” [...]»

Così la giornalista Barbara Costa nelle prime pagine del suo saggio Pornage, recentemente uscito per Il Saggiatore. Un viaggio veloce e intrigante nei meandri della pornografia ma anche dei diversi tipi di sessualità, con un focus particolare sulle ossessioni, le perversioni e le fantasie legate al sesso dell’epoca contemporanea.

Con l’avvento della tecnologia, strumento salvifico ma da saper padroneggiare, gli orizzonti della sessualità si sono potuti espandere fino a spalancarsi al riconoscimento di una molteplicità di orientamenti (da ritenersi superata la divisione soltanto fra etero e omo: sono più di settanta le identità sessuali riconosciute finora in sociologia) e di interessi, e alla vastità delle identità e degli interessi sessuali corrispondono molteplici strumenti per realizzarli. Proliferano le app di dating per mettere in contatto, ad esempio, feticisti della palestra (Gymder) e intellettuali (Sapio), donne che amano gli uomini con la barba (Bristlr) o persone alte (TallFriends), amanti della campagna e dei contadini (FarmersOnly) o del bacon (Sizzl). Proliferano i siti porno e le categorie al loro interno: Pornhub, la più grande piattaforma di video porno al mondo, ha ottanta milioni di visitatori giornalieri e i generi e sottogeneri del pornoweb sono oltre cinquanta.

Con leggerezza ed estrema competenza Barbara Costa ci guida attraverso queste sfaccettature della pornografia e della sessualità per restituirci un quadro molto completo e complesso. La Costa parte dal presupposto che il porno sia una chiave di lettura imprescindibile della società e un’arma fondamentale di libertà, soprattutto per le donne. Beninteso, per avere una vita sessuale appagante non è necessario intendersene di pratiche BDSM (acronimo per bondage, dominazione, sadismo, masochismo), schiavi e dominatrici, o di feticismi quali quelli dei diaper lovers, che provano piacere sessuale nell’indossare il pannolino, degli adult babies, coloro che si eccitano pagando per essere trattati come infanti in un asilo nido, o degli scally, fan dell’orgasmo in abbigliamento sportivo. Ma conoscere che anche queste pratiche esistono è, oltre che interessante, sicuramente istruttivo.

Da vicino nessuno è normale, a letto men che meno, ci racconta insomma l’ottima Barbara Costa. Eppure tutte queste pulsioni e queste fantasie, se messe in pratica nel rispetto di se stessi e degli altri – e perché questo avvenga vanno riconosciute, anche se per ovvi motivi non sempre, e non da tutti, apprezzate – non solo non sono così ‘oscure’, ma rendono gli individui che in altri tempi sarebbero stati costretti a reprimerle più appagati, più risolti. Paradossalmente, più felici.

Più porno per tutti? Non necessariamente. Però saperne un po’ di più potrebbe servire anche a esplorare territori inconfessati che pensavamo potessero essere relegati soltanto a imbarazzanti fantasie, o magari, per qualcuno, anche a comprendere che la propria best choice è farlo sempre e solo con la stessa persona, a casa propria, e con le persiane ben chiuse. S’ei piace, ei lice. 



Giulia Marziali