#CriticaNera - "La colpa" di Higashino Keigo e la prospettiva inedita di un crimine

La colpa,
di Higashino Keigo
Traduzione di Anna Specchio
Atmosphere Libri, 2016

pp. 350
€ 17,00 (cartaceo)
€ 4,99 (ebook)



Higashino Keigo è considerato uno degli autori più prolifici della letteratura giapponese contemporanea, con più di settanta titoli all’attivo tra romanzi, raccolte di racconti e saggi, il conferimento di diversi premi letterari e il ruolo di presidente dell’Associazione di scrittori mistery del Giappone dal 2009. Pur essendo uno scrittore poliedrico e dall’ispirazione varia (che risente molto dell’influsso di Natsume Sōseki), infatti, è conosciuto in patria (ma anche all’estero) soprattutto per i suoi romanzi gialli e noir: le sue due serie di maggior successo sono Kaga Kyōichirō, che racconta di un ex insegnante che entra in polizia e decide di indagare sui casi di omicidio, e Galileo, nella quale a risolvere i casi non è il detective incaricato ma il suo più fidato amico, il professore di fisica Yukawa Manabu, così brillante da ricordare lo scienziato italiano padre della scienza moderna.

Con La colpa (Tegami nel titolo originale) Higashino sceglie una prospettiva del tutto inedita del genere poliziesco, che ha tradizionalmente abituato i suoi lettori a seguire le vicende dei detective o delle vittime al fine di scoprire di più sul colpevole e sul movente. In questo romanzo, invece, tutta la trama noir è svelata sin dalle prime pagine, nelle quali Tsuyoshi viene presentato come colpevole di rapina e di omicidio e per questo condannato a quindici anni di reclusione nel carcere Chiba a Tokyo, mentre nel resto della storia il protagonista è Naoki, fratello minore di Tsuyoshi e unico familiare del carcerato. La colpa racconta, infatti, della vita di questi due giovani orfani che ogni giorno lottano per la sopravvivenza e che, a un certo punto, riversano in una così difficile situazione economica da spingere il fratello maggiore, che aveva sempre accettato qualunque lavoretto pur di mantenere gli studi del fratello minore, a compiere il gesto estremo di rapinare un’anziana facoltosa per poi ucciderla con un cacciavite, preso da un raptus di follia e paura. Da questo momento, solo e senza nessuno al mondo, il sedicenne Naoki deve andare avanti con le proprie forze. Ma la sua vita è un continuo tormento: ovunque si trovi viene etichettato come il fratello minore di un ladro e di un assassino e quindi, a causa di una colpa non sua, è costretto a combattere contro le discriminazioni della società, sia nella vita privata (rinunciando al suo grande amore e al suo sogno per il futuro) che all’università o nel lavoro. Solo due persone gli staranno vicine nonostante il fratello scomodo, Shiroishi Yumiko, ex collega di uno stabilimento di stoccaggio rifiuti, donna indipendente e determinata (anche lei con un passato difficile con cui convivere) che si innamora di lui a prima vista e proverà a insegnargli a non scappare dalle situazioni più difficili, e Terao Yūsuke, compagno di università che si dimostra sin da subito un amico sincero e senza pregiudizi e che lo aiuterà a comprendere il suo rapporto con il fratello maggiore.

Tsuyoshi, invece, scompare dalla narrazione come protagonista attivo, ma rimane sempre presente grazie alla corrispondenza che intrattiene con il fratello minore: ogni carcerato ha a disposizione l’invio di una lettera al mese a destinatari selezionati e Tsuyoshi non perde nemmeno un appuntamento con la missiva per il fratello, descrivendogli la sua vita monotona ma non triste, i giorni sempre uguali e senza tempo, con il susseguirsi delle stagioni ravvisabile dal foliage sempre diverso del ciliegio che vede dalla sua finestra. Naoki prova sentimenti contrastanti per queste lettere, che non riesce a non leggere perché provenienti dall’unica persona che gli è rimasta al mondo, ma a cui non vuole rispondere, dato che ogni lettera rappresenta un monito incessante della sua condizione di emarginato. Ogni mese guarda con odio il simbolo del fiore di ciliegio che contrassegna le lettere passate al vaglio delle autorità giudiziarie, eppure saranno quelle lettere ad accompagnarlo nel percorso di crescita e di affermazione in un mondo in cui
La discriminazione è inevitabile. (p. 251)
Le porte che Naoki riceve in faccia dalla vita sembrano quindi inevitabili nel Giappone descritto da Higashino Keigo, che approfitta di questa prospettiva inedita su un delitto per lanciare strali contro i difetti della società nipponica. Una prima volta contro la tendenza ad estremizzare l'importanza di un'istruzione di primo livello (la corsa alla migliore scuola superiore, gli sguardi persi dei ragazzini che in metro la sera tardi rientrano dalle scuole di preparazione al test di accesso all’università, la competizione e lo stress dietro ogni esame, la consapevolezza che una volta laureato ogni giapponese può sperare in un posso fisso a tempo indeterminato sono scene e immagini che un conoscitore della cultura nipponica sa) al punto da farla diventare la piaga che affligge milioni di giovani di tutto il Paese. Una seconda volta stigmatizzando l’aura di sacralità nei confronti della famiglia tradizionale come unico ecosistema in cui una persona può crescere in maniera corretta. Per questo la sorte di Naoki e Tsuyoshi è segnata: in quanto orfani, in una cultura in cui ha un enorme peso il ruolo dell’individuo all’interno della società più di quanto non lo abbia l’individuo in quanto entità a sé, la loro posizione di outsider è inevitabile.  L’autore sviluppa questi temi in una storia al 100% alla Higashino Keigo, con un iniziale evento determinante e sconvolgente e una conclusione dal forte peso catartico che conduce il protagonista a una purificazione e riappacificazione con sé e con il mondo. Il tutto in uno stile asciutto e realistico, dai periodi brevi e poco articolati e che dimostra la perizia e la conoscenza del lessico forense quando necessario.

La colpa è una storia forte, a tratti incomprensibile e velatamente dispotica (si può arrivare a compiere una rapina pensando più a pagare le rette dell’università che i beni di prima sopravvivenza?), ma giapponese in tutto e per tutto. Per i temi trattati, per il modo in cui vengono trattati, per la descrizione delle relazioni interpersonali, per la spiritualità che guida ogni gesto, per la società che fa da sfondo, per la profonda riflessione sul concetto di suicidio sociale (che Tsuyoshi ha compiuto per sé e per chi gli sta vicino) e di discriminazione. Questa è inevitabile perché in una cultura permeata dal peso della collettività sull’individuo è obbligatorio discriminare i parenti dei condannati: è il monito che ricorda a chiunque (criminali e non) che un gesto efferato non si sconta solo in carcere, ma anche fuori e a discapito di chi materialmente non ha compiuto alcun crimine,  che ha come unica colpa quella di avere una relazione con un condannato. 

Federica Privitera


Qual è il significato profondo della parola “discriminazione”? Riguarda un singolo individuo o è lo specchio di un atteggiamento tacito della società? Naoki si porrà questo dilemma per tutta la sua vita: il fratello Tsuyoshi ha compiuto un gesto estremo (dal movente tuttavia nobile) e adesso che si trova a scontare la sua pena in carcere, non sarà l’unico a subire il giudizio della società. • • • Per la prima volta #HigashinoKeigo ribalta l’usuale prospettiva dei romanzi e ci presenta lo spaccato di vita dei familiari di un colpevole, non della vittima. #LaColpa @atmospherelibri sta tenendo incollata @la_effesenza (ma, in fondo, con la sua passione per il #Giappone, non sarebbe stata così difficile) e così leggerete presto la sua recensione sul sito. Nel frattempo, cosa ne pensate di questo inedito punto di vista? #ticonsigliounlibro #libriconsigliati #criticaletteraria #leggerefabene #consiglidilettura #booktube #bookish #bookworm #bookporn #librichepassione #libridaleggere #libricheamo #instabook #books #libri #igreaders #igread #ilovebooks #ilovereading
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