#PagineCritiche - «A chi nel mar per tanta via m'ha scorto» - La fortuna di Ariosto nell'Italia contemporanea

«A chi nel mar per tanta via m'ha scorto» - La fortuna di Ariosto nell'Italia contemporanea
di Sonia Trovato
Roma, Carocci, 2018

€ 24,00 (cartaceo)
pp. 236



«Le donne, i cavallier, l'arme, gli amori»: quante volte abbiamo letto questi versi e fantasticato sulle avventure di Orlando e Angelica, vagheggiando inconsueti scenari lunari e immaginando nel dettaglio le stanze del palazzo di Atlante, dove perdersi senza possibilità di dipanare il filo della matassa?
Le avventure raccontate dall'Ariosto costituiscono senza alcun dubbio uno dei patrimoni letterari dell'Italia, uno dei testi imprescindibili della letteratura italiana. La maggior parte di noi ha incontrato Ariosto sui banchi di scuola, imparando ben presto a fare i conti con l'ottava, le rime, e tutti gli altri stratagemmi retorici che l'Ariosto sapeva ben usare. Ci siamo interrogati a lungo sul destino di Orlando e sulle successive mosse di Angelica: l'eroe del poema avrebbe coronato il suo sogno d'amore o sarebbe stato destinato all'infelicità per sempre, una volta perduto il senno? Ognuno di noi, certamente, avrà avuto il proprio personaggio preferito: chi la furba e capricciosa  Angelica, chi il valoroso Orlando, altri ancora avranno eletto quale personaggio preferito il coraggioso Astolfo, e così via. Tutti i personaggi, nella nostra mente sono ancora vividi e chiari perché limpida è ancora l'emozione che ci prende quando rileggiamo le vicende del paladino Orlando.

E chissà quante volte, magari incrociando nuovamente le indimenticabili ottave ariostesche abbiamo maturato il desiderio di riprendere in mano il nostro vecchio volume di letteratura per riassaporare quelle rocambolesche vicende? E se, ad un tratto, scopriste di non aver mai smesso di leggere l'Orlando Furioso, anche dopo aver chiuso il libro ariostesco? Ebbene sì, potreste averlo incontrato anche dentro un altro volume, o perché in esso vi sono delle citazioni più o meno scoperte, oppure perché quel libro che vi piace tanto può avere tra i suoi modelli proprio il Furioso.
Ludovico Ariosto non ha mai smesso di esercitare il suo fascino sulla letteratura e sull'arte successiva, e la sua influenza è riscontrabile in diversi autori, anche molto lontani nel tempo. Ma per comprendere appieno la carica innovativa dell'Orlando e la sua pervasività dobbiamo considerare anche le altre arti, quali l'arte, il cinema, e così via. Necessaria bussola per orientarsi in questo grande e sconfinato mare dei rapporti intertestuali è certamente il volume «A chi nel mar per tanta via m'ha scorto» - La fortuna di Ariosto nell'Italia contemporanea. L'autrice, Sonia Trovato, attualmente, insegna Lettere nella scuola superiore e Composizione italiana all'Università di Verona. Proprio nell'ateneo veneto la Trovato ha conseguito un dottorato di ricerca in Letteratura e Filologia, discutendo una tesi incentrata sull'Orlando Furioso. Il volume qui pubblicato, infatti, come dichiara la stessa autrice in una nota che precede l'intero lavoro, «è il frutto della rielaborazione della mia tesi di dottorato, consegnata esattamente cinquecento anni dopo la pubblicazione della prima edizione dell'Orlando Furioso» (p. 7). L'adattamento del lavoro di dottorato ha comportato un restringimento del campo d'indagine, ovvero «rispetto all'impostazione internazionale della ricerca dottorale, in questa sede ho deciso di circoscrivere  l'indagine alle manifestazioni nostrane della fortuna ariostesca, anche alla luce dell'inaspettata portata delle celebrazioni del cinquecentenario» (p. 7).
L'indice rivela la profondità degli studi, configurandosi come un interessante excursus all'interno del panorama letterario italiano: dopo una breve introduzione, l'autrice si dedica ad una interessante dissertazione intitolata «Ariosto tra classicismo e postmodernismo». In questa sede i contributi critici supportano la solida analisi della Trovato, che serve ad accompagnare il lettore verso la parte in cui si analizzano i rapporti intertestuali.
Si parte con Svevo, passando attraverso Una Vita, Senilità, e finendo con La coscienza di Zeno, per poi passare a Italo Calvino e infine a Beppe Fenoglio. Questi sono i tre grandi autori che spiccano all'interno del lavoro della Trovato e ai quali l'autrice dedica un capitolo apposito, tuttavia, i rimandi a lavori più o meno moderni sono sparsi in tutto il libro e mostrano una solida competenza ed una straordinaria abilità nel maneggiare una materia tanto grande ed importante. Come anticipato, alla letturatura si accostano altri campi artistici, quali il cinema, l'arte, il teatro, fino ad arrivare alle riscritture fumettistiche.
Quella di Calvino è una rielaborazione particolarmente vissuta anche a livello di produzione di opere espressamente dedicate all'opera ariostesca:
«Quando Calvino termina Le città invisibili, ha già dato alle stampe la versione radiofonica dell'Orlando furioso e il Castello dei destini incrociati, ossia le due opere che, insieme al Cavaliere inesistente, risentono direttamente del poema. Nel 1965 Cesare Lupo, un alto funzionario della RAI, propone al romanziere di trasporre radiofonicamente l'opera ariostesca. «È un lavoro che mi attrae e mi spaventa al tempo stesso» dichiara l'autore, aggiungendo che «la prospettiva di passare parecchi mesi a studiare Ariosto non mi dispiace affatto» (Calvino, 2000a, p. 856). Il 5 gennaio 1968 hanno così inizio le trasmissioni radiofoniche a puntate, già apparse in volume nel dicembre 1967 e che saranno raccolte in un'edizione ampliata e definitiva nel 1970.» (pp. 121-122)
«Il secondo momento della riscrittura del Furioso riguarda Il castello dei destini incrociati (1969) […] La matrice ariostesca del progetto è confessata dall'autore:
Il riferimento letterario che mi veniva spontaneo era l'Orlando Furioso: anche se le miniature di Bonifacio Bembo precedevano di quasi un secolo il poema di Ludovico Ariosto, esse potevano ben rappresentare il mondo visuale nel quale la fantasia ariostesca s'era formata. (Calvino, 1992, pp. 1277-8)» (p. 123)
Ma la Trovato non si ferma qui. Più avanti scrive:
«Il 1970 è anche l'anno di pubblicazione della raccolta Gli amori difficili, nove racconti composti perlopiù negli anni Cinquanta e già apparsi in una sezione dei Racconti 1958. Le storie presentano un denominatore comune, che è il tema dell'incomunicabilità amorosa, tanto da sembrare la trasposizione prosaica del verso ariostesco “Ingiustissimo Amor, / perché sì raro corrispondenti fai i nostri desiri?» (II, I, 1-2) e una sorta di versione “demagicizzata” dello schema delle due fontane, ossia di quel suggestivo incantesimo che determina il continuo e incompatibile alternarsi dei sussulti dell'amore e dell'odio.» (p. 125)
Qualsiasi citazione non sarebbe completamente esemplificativa del lavoro complesso – ma decisamente fruibile – e approfondito svolto dalla Trovato. Un libro potente e appassionato, in cui rientrano con chiara efficacia tutta la competenza e la passione dell'autrice.
Valentina Zinnà


"Le donne, i cavallier, l'arme, gli amori": quante volte abbiamo letto questi versi e fantasticato sulle avventure di Orlando e Angelica? Ci siamo interrogati a lungo sul destino del protagonista, e chissà quante volte abbiamo maturato il desiderio di riprendere in mano il nostro vecchio volume di letteratura per riassaporare quelle rocambolesce vicende. E se, ad un tratto, scopriste di non aver mai smesso di leggere l'Orlando Furioso, anche dopo aver chiuso il libro ariostesco? Ebbene, sì, in "A chi nel mar per tanta via m'ha scorto", Sonia Trovato, partendo dalla sua tesi di dottorato discussa presso l'Università di Verona, propone un interessantissimo itinerario all'interno della letteratura successiva al poema dell'Ariosto, dimostrando le influenze che quest'opera ha avuto sulle altre successive. Calvino, Fenoglio, Svevo sono solo alcuni dei nomi che la Trovato riporta e analizza nel suo libro. Presto su Critica Letteraria la recensione di Valentina Zinnà! #carocci #ariosto #Criticaletteraria #bookstagram #inlettura #bookaday #bookaddict #letteraturaitaliana #rinascimento
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