Frida Vestida. Abiti e accessori di Frida Kahlo


Frida Vestida. Abiti e accessori di Frida Kahlo
di Alessandra Galasso 
Ed. 24 ORE Cultura, 2018

Illustrazioni di Alessandra Scandella
Brossura con sopraccoperta.

pp. 160

Formato 19x24 cm
29,00 €


“Dress to impress” è un motto di origine anglosassone che ben identifica il concetto di stile, senza attribuire necessariamente all’abito una connotazione barocca; più semplicemente potremmo affermare che saper ritagliare un’immagine di sé nell’immaginario collettivo alimenta il ricordo della propria presenza ed essenza.
Affinché questa comunicazione possa risultare proficua, all’interno della moda sono stati identificati più codici, che nel corso dei secoli hanno delineato non solo il costume della società e le sue mutazioni, ma anche creato stereotipi e icone di stile, tra le quali spicca la figura di Frida Kahlo.
Frida, recentemente protagonista di una mostra da record (terzo posto tra le mostre più seguite) presso il Mudec, Museo delle Culture di Milano, non è stata solo una grande artista, ma una vera e propria icona di bellezza e stile, ispirando stilisti, guadagnandosi in tempi moderni le copertine delle riviste patinate più importanti, come Vogue, Marie Claire e molte altre.
Potrebbe sorgere spontaneo domandarsi cosa possa spingere la contemporaneità a voltarsi indietro, rivolgendo gli occhi a una donna ormai del recente passato, per dar vita a nuove tendenze di moda. Questo stesso quesito potrebbe essere esteso a molte altre personalità, che non accennano a sbiadire nel nostro immaginario, mantenendo quella presenza inamovibile ed eleganza senza tempo nel look. Frida amava le proprie origini, le raffigurazioni delle divinità azteche, che fonde con la propria immagine all’interno della produzione artistica, cucendole sulla pelle in un atto, definito da Carlos Fuentes, di “travestitismo”.

“Ricorda una delle dee azte­che della Nascita e della Terra, ma ancor più la divi­nità fla­gel­lante Xipe Totec”, afferma Fuentes; “una bomba con i nastrini”, aggiunge André Bre­ton un anno più tardi. L’arte apo­lide di Frida non si limita alla bidimensionalità del quadro: ogni metafora espressa, ogni concetto acquisiscono maggior forza e veridicità, indossati e vissuti durante lo scandire di una quotidianità che oltrepassa il limite della paura, i confini del pensiero. Le simbologie millenarie indossate, i monili, gli abiti popolari si fanno portavoce di una coscienza collettiva e tradizione messicana, divenendo lo strumento di un processo di “empowerment” durato tutta la vita. Sovvertendo le categorie del costume sociale, mettono alla prova la visione standardizzata della donna, che si libera degli schemi e gioca con ironia, interpretando ruoli diversi, talvolta maschili, talaltra rigidamente tra­di­zio­nali tocado di Tehuana.

Accon­cia­ture Tla­co­nal incorniciano il viso, colori sgargianti pop si contrappongono a un vissuto doloroso, quasi a volerne riequilibrare le sorti, gia­deiti, oro, per­line e con­chi­glie, adornano il corpo. La capacità di saper reinterpretare uno stile millenario, identificandone gli elementi distintivi, riproponendoli in chiave moderna e pop, aggiungendo una connotazione di autentica ribellione, di femminile audacia e bellezza, senza tradire l’aspetto materno e creatore, fanno di Frida Kahlo un’autentica icona moderna. La rara abilità insita nel genio di coloro che hanno saputo cogliere l’essenza fondamentale dell’anima del mondo, un’energia tanto inesauribile, quanto eterna. Frida ha saputo costruire uno stile unico, ben descritto in questo libro a cura di Alessandra Galasso, docente di semiotica e antropologia della moda presso la NABA, attraverso un approccio contemporaneo ed elegante, comprensivo di fotografie, autoritratti dell’artista ed un nutrito compendium di illustrazioni di Alessandra Scandella, specialista nel settore moda.


Elena Arzani