Il 2017 da lettore di David


Il 2017 di David è stato
feroce


La fine del 2016 ha visto la fine di Grande Nudo di Gianni Tetti (Neo. edizioni), un libro che non è possibile mettere dentro una categoria: è stato pulp, noir, splatter, a tratti gore, ma anche intriso di spiritualità e di una grande potenza visionaria. Grande nudo è un libro apocalittico.
Il 2017 è invece cominciato con Il peso minimo della bellezza di Azzurra de Paola (LiberAria), un libro lacerante sotto ogni prospettiva. Azzurra ha saputo descrivere le relazione di amore e odio di un figlio verso la madre in una maniera ferale: ogni pagina una coltellata in petto.
Robledo di Daniele Zito (Fazi) è stato il libro che più di tutti ha reso cupi i miei pensieri sul futuro di questo paese. Che mondo potrebbe essere quello in cui la gente si suicida perché non riesce a trovare un lavoro?
Su Andrea Carraro c'è ben poco da dire, è dall'epoca del Branco che la ferocia fa parte della sua scrittura. Tutti i racconti (Melville edizioni) è una gran bella raccolta che ci trascina fra le strade di periferia, dove i balordi conducono un'esistenza ai limiti della bestialità.
Chiaroscuro di Danilo Chirico (Bompiani) ci porta dalle strade alle aule di tribunale: mafia, droga, politica, insomma la realtà italiana. Un finale imprevedibile e che lascia un saporaccio in bocca difficile da lavare via.
L'esordio di Mathieu Menegaux, Ho taciuto (Bompiani), è stato forse il più feroce fra tutti: una madre della sinistra borghese francese ridotta a essere un'assassina in grado di trascinare nel proprio abisso senza fine la sua intera famiglia. Sconsigliato ai deboli di cuore.
Infine, Dark Star, l'esordio di Oliver Langmead (Carbonio editore). Un futuro distopico, un noir sci-fi in versi. Una stella oscura in grado di inghiottire qualsiasi luce.

Insomma, un anno leggero è stato, questo mio 2017. Ma decisamente un anno da grande lettore, e soddisfatto soprattutto.