Una storia che fa tremare il cuore: «Meraviglia», di Francesco Vidotto

Meraviglia
di Francesco Vidotto
Milano, Mondadori, 2017

pp. 216
€ 17,00 (cartaceo)
€ 8,99 (ebook)



Quello di Francesco Vidotto è un libro forte, che racconta una vicenda tratti cruenta e feroce, ma che possiede la felice caratteristica di colpire il lettore, per arrivare al messaggio finale, dedicato alla dimostrazione che la vita è più forte di tutto.
Meraviglia è la storia di Lorenzo e Lavinia: due anime simili eppure complementari, due schegge erranti nel mare sconfinato e crudele dell'adolescenza. La storia inizia con il trasferimento di Lorenzo da Tai di Cadore a Conegliano, lì i suoi genitori hanno deciso di trasferirsi per esigenze lavorative e contando di poter iniziare una nuova vita, iscrivono il figlio presso il liceo scientifico della città. Il primo giorno di scuola non è facile per Lorenzo, tuttavia, facce nuove e professori poco attenti, conosce Lavinia, una ragazza dalle maniere brusche che riesce a difenderlo da un gruppo di bulli. Le loro strade si sono appena incrociate e ancora non sanno dove la vita li porterà, creando le condizioni per un successivo ribaltamento per cui sarà Lorenzo a salvare ripetutamente Lavinia dall'orlo del baratro. I due crescono insieme e tra primi amori e prime esperienze, iniziano a diventare sempre più intimi, senza mai iniziare una vera e propria storia d'amore. Il loro rapporto possiede una natura più particolare: percorrendo insieme la stessa strada affronteranno i mostri dell'adolescenza ed esperienze molto dolorose. Lavinia, in particolar modo, già orfana di madre, si ritrova in casa un padre manesco e alcolizzato e, mentre Lorenzo dovrà affrontare le sue difficoltà scolastiche, lei dovrà combattere contro le ripetute manifestazioni di rabbia paterna, che in alcuni momenti arriveranno addirittura a farsi particolarmente violenti.

La storia procede in maniera lineare, con qualche salto temporale, e ci basta qualche pagina per capire che Lavinia, più grande di qualche anno e ormai lontana dalla violenza paterna, è stata divorata da un altro mostro, più grande di lei. Lorenzo, la sua anima gemella in questo mondo di disinteresse e indifferenza che i due hanno attorno, deve mettersi alla sua ricerca per salvarla da se stessa. I primi tentativi non danno risultati, tuttavia, la vita metterà Lorenzo sulla strada giusta e lo sorprenderà, per mostrargli quanto sia grande la vita.

Durante la lettura del libro di Vidotto, due sono gli aspetti che subito si impongono all'attenzione del lettore: il primo è che la storia, dopo un primo momento in cui sembra seguire il classico canone del romanzo di formazione, con il racconto delle prime avventure amorose adolescenziali e delle prime ragazzate, verso la metà del libro spicca il volo, staccandosi dai binari della prevedibilità e prendendo una direzione inaspettata e  magnetica. Infatti, una volta iniziata la lettura delle vicende che portano Lavinia nell'abisso sempre più nero della propria esistenza, è quasi impossibile staccarsi dal libro e la ricerca affannosa di Lorenzo ci fa sentire tutta la potenza del suo affetto. Dopo questa prima parte molto forte, in cui Vidotto esprime alla massima potenza tutta l'urgenza della sua scrittura, il libro pare arenarsi nella sezione successiva del libro, in cui in un primo momento non si capisce quale direzione l'autore abbia voluto dare al racconto. Questa, tuttavia, è solo un'impressione momentanea perché arrivati alle ultime pagine si capisce quanto questa stasi temporanea fosse indispensabile alla rivelazione, potentissima, del finale. L'opera di Vidotto si chiude su uno scenario imprevedibile, davvero impensabile, che testimonia la grande forza della vita e dei disegni del destino. Il libro, infatti, ed è questo il secondo aspetto che si impone all'attenzione del lettore, è facilmente divisibile in tre parti, in cui ognuna è propedeutica alla successiva e in cui quella finale è chiaramente riconducibile alla prima. L'epilogo, infatti, si lega all'incipit del romanzo, in una struttura circolare che rende l'esito della vicenda incredibilmente lampante fin dalla prima riga. Eppure Vidotto, come un prestigiatore, e come ogni bravo scrittore, gioca con la nostra attenzione, nascondendoci quello che ci ha mostrato per un secondo in apertura di libro, conducendoci con abilità e maestria fino al finale, quando ormai il sipario è calato sulle vicende di Lorenzo e Lavinia.

Probabilmente la potenza di questa storia sta nel fatto che l'autore l'ha fatta decantare a lungo nel proprio cuore, mettendola su carta solo ora. L'urgenza delle parole di Vidotto, infatti, testimoniano una vicenda in qualche modo legata alla sua vita, una storia che solo ora ha trovato il coraggio di raccontare.

1° dicembre 2016
La storia di Lorenzo ce l'ho ferma in gola da molto tempo. È lì a mezza via, poco sopra il cuore, come un boccone difficile da inghiottire. Tanti anni fa ho tentato d'imbastire il mio primo romanzo: raccontava proprio di lui. Ne sono uscite una ventina di pagine zoppe che ho chiuso nel cassetto della scrivania. Ora credo sia arrivato il momento giusto. Probabilmente questa storia ha avuto bisogno di maturare, scaldata dal sole degli anni. Come un caco sfida l'autunno rimanendo appeso al ramo anche quando l'estate se ne va, lei è rimasta immobile nell'attesa. È una storia che a suo tempo mi ha trafitto come lama di coltello e ho dovuto guarire per bene prima di sedermi e guardare la vecchia cicatrice. (dalla Prefazione)
Come primo romanzo non ha funzionato, eppure questa storia ha saputo attendere che Vidotto maturasse, libro dopo libro, e che la sua voce fosse finalmente pronta per raccontarla adeguatamente. Il momento è arrivato e ora questo libro è qui per noi, per essere letto e anche, perché no, per commuoversi sul finale.

Valentina Zinnà