«Se tu mi dici che è ora, ogni ferita diventa cicatrice. Lince, tu dici che sia ora?»

Il giro del miele
di Sandro Campani
Einaudi, 2017

pp. 242
€ 19,50 (cartaceo)
€ 9,99 (book)

Perché, Davide, non sei più il ragazzo che abbiamo amato? Sarebbe così comodo, per tutti quanti noi. (p. 201)
Paese dell'Appennino, probabilmente toscano, dalla parlata dei suoi abitanti. È di notte che il crepitio del fuoco si fa più intenso, bere si tramuta in un atto liberatorio, in grado di aprire le saracinesche dei ricordi. Una notte come questa, alla porta dell'anziano falegname Giampiero bussa un gigante, il giovane Davide, per anni una sorta di figlio putativo per Giampiero e la moglie Ida. Ciononostante, è da tanto che Davide non fa più loro visita: e dunque, perché proprio quella notte? Ha l'aria di voler parlare e un bicchiere di vino - facciamo una bottiglia - e un posto vicino al fuoco non si negano a nessuno. Ecco che i due, rappresentanti di due generazioni ben diverse, ma colpite ugualmente dalla crisi economica e, più in generale, dai colpi mancini della vita, aprono un viaggio nei loro ricordi. A vegliarli e a costringere loro a parlare, almeno simbolicamente, la presenza tanto fantasticata di una lince: in tanti in paese sostengono di averla vista; le prove non ci sono, ma questo animale si fa spesso nume tutelare di una ferinità istintiva e innegabile, che spinge (o almeno in passato ha spinto) ad agire entrambi i protagonisti.
Per quanto la confessione di Davide sia urgente, c'è tutto il tempo a disposizione: un'intera notte per scavare a fondo in ciò che gli sta più a cuore e, contemporaneamente, lo devasta. Si tratta di una storia d'amore, che dalle prime pagine scopriamo finita bruscamente, con grandi sofferenze da entrambe le parti: il problema è che Davide non dimentica Silvia, e non solo perché sono sposati e hanno figli, ma anche perché non si capacita di aver guastato tutto con le sue mani. 
Dall'altro lato, Giampiero e Ida rappresentano dei genitori mancati sia per Davide che per Silvia: una coppia sposata da anni, unita nelle difficoltà che hanno colpito la falegnameria, anche dopo l'incendio che ha offeso Giampiero, togliendogli la sensibilità e quasi completamente l'uso della mano destra. Giampiero e Ida sono rimasti accanto alla giovane coppia fin dagli albori, captando via via i segni della crisi e non sapendo come aiutare veramente Silvia e Davide. 
Forse, anche ora, in questa notte ventosa funestata dagli spettri del passato, Giampiero può aiutare il suo giovane amico e, a distanza di dieci anni dalla rottura con Silvia, raccogliere una testimonianza che aveva bisogno di essere digerita. E anche noi lettori seguiamo questo itinerario lungo i dettagli di una doppia crisi, sentimentale ed economica, ascoltiamo ora la voce di Davide (preponderante), ora la voce di Giampiero, e ci sembra di essere attorno allo stesso camino. Così ci muoviamo per le arnie di Davide, impariamo la pazienza e la dedizione di una professione antichissima e sempre perfettibile; così scopriamo il fascino dell'intagliare il legno, che ha tenuto Giampiero e il padre di Davide, Uliano, avvinti per anni. E ancora scopriamo quanto si può cambiare, se spinti dalla disperazione...

Il giro del miele, già a partire dal titolo, è un libro che ha qualcosa di paziente e al tempo stesso necessario come la professione dell'apicoltore: è impossibile leggerlo e abbandonarlo, ma - d'altro canto - sono i protagonisti a scegliere come e quando rivelarci i loro segreti. A noi non resta che metterci comodi, sorseggiare qualcosa e lasciarci scaldare dalle fiamme della loro capacità affabulatoria. Non ce ne pentiremo, questo no, ma forse guarderemo l'alba con occhi diversi.

GMGhioni