L'improbabile è diventato possibile: l'America di Donald Trump in undici racconti

Trumped: Distopie prossime venture
di AA. VV.

dbooks.it, 2016

pp. 256,

€12,50

"L'inno, già. La terra dei liberi, dice. Non dice: la terra della Libertà." "Non è lo stesso?" "Lo stesso?" la voce suonava genuinamente sorpresa. "Certo che no, non è lo stesso. La libertà non esiste. Esiste la scelta. E i liberi scelgono. Quindi [...] no, non ti voglio fermare. Non ti posso fermare. Tu hai scelto. E sei nella terra dei liberi."
Basterebbe questa citazione a far comprendere gran parte della mentalità degli Stati Uniti, il Paese delle opportunità, della ricchezza ma, più di ogni altra cosa, il Paese delle libertà. E la libertà di voto è al centro del libro Trumped - Distopie prossime venture, una raccolta di undici racconti inediti scritti da nove autori che si sono domandati cosa sarebbe accaduto (negli Stati Uniti e nel mondo) se Donald Trump avesse vinto le elezioni presidenziali in America. 

Quella che fino a pochi giorni fa sembrava solo un'utopia, si è tramutata in realtà il 9 novembre, quando il miliardario americano, contro ogni aspettativa e sondaggio, è risultato il vincitore. Ecco allora che l'universo distopico creato da questi autori prima delle elezioni assume dei contorni inaspettati e significativi, perché ci conduce in un mondo che, in fin dei conti, non appare più così distante dal nostro.
"La gente non vota a favore, vota contro" era il Primo Comandamento della Data Management, quello che insegnavano il primo giorno. E anche tutti gli altri giorni. "Tutto quello di cui hanno bisogno è qualcuno che dica loro contro chi votare" era il Secondo. Era così che Trump aveva vinto le elezioni nel '16. Non è che la gente lo amasse poi così tanto. È solo che odiava la Clinton di più.
Le storie che si susseguono in questo volume sono le più varie, ma in tutte domina l'ironia ed una certa dose di presentimento che porta il lettore a domandarsi se possa esserci un fondo di verità. Mi ha molto colpita Tu lo conosci Trump? di Luigi Pellini, strutturato come un dialogo tra cinque misteriosi personaggi che, con un colpo di scena finale, ci riveleranno cosa hanno in comune col neoeletto presidente.
Un Trump fa questo: coagula il dissenso. Raccoglie il malcontento del popolo [del web, ndr] e lo indirizza verso pochi obiettivi ben precisi.
Ai posteri l'ardua sentenza di valutare se il nuovo leader degli Stati Uniti si rivelerà un politico capace o se il suo mandato sfocerà in un'esperienza fallimentare per tutto il mondo libero (dato che, come diceva un vecchio adagio: "Quando l'America starnutisce, il resto del mondo prende il raffreddore"). Chi cerca un libro che esprima un giudizio di tipo politico resterà deluso da Trumped. Chi, al contrario, desidera uno strumento che con velata ironia stigmatizzi le paure degli statunitensi e del mondo, ci aiuti a comprendere cosa c'è molto spesso dietro i milioni di dati immagazzinati su internet e ci racconti anche qualcosa della politica nostrana, trascorrerà ore piacevoli leggendo questa antologia e provando a decifrare il significato del suo titolo, col quale pare che gli autori abbiano voluto assestare un'ulteriore stoccata a "The" Donald: in italiano, infatti, to trump può tradursi sia con "sconfiggere" con con "inventare", quale dei due maggiormente si adatterà a questo controverso personaggio? A voi la scelta.

Ilaria Pocaforza