Due mondi diversi ma uno stesso sentimento: "L'amore è una cosa meravigliosa" di Han Suyin


L'amore è una cosa meravigliosa
di Han Suyin
Sonzogno, 2016

pp. 384
€ 18  (cartaceo)


L'amore è una cosa meravigliosa! Chiunque sia o sia stato innamorato anche per un secondo della propria vita lo sa, e non può far altro che esclamarlo, gridarlo con entusiasmo. Anche quegli amori più complicati sono meravigliosi. Lo sa chi ha visto il film omonimo del 1955, versando fiumi di lacrime, e anche chi ha letto il romanzo da cui è tratto. Pochi sanno infatti che la storia è stata tratta dal libro di Han Suyin, pubblicato nell'ormai lontano 1952. L'autrice, scomparsa nel 2012, era euroasiatica e dedicò gran parte della sua opera a far conoscere in Occidente la cultura cinese. Il suo romanzo ebbe un successo strepitoso in tutto il mondo, fu tradotto in tantissime lingue e riedito molte volte ( quattro in Italia, dove vinse nel 56 il premio Bancarella). Anche la protagonista del romanzo di chiama Han Suyin, da cui l'impronta fortemente autobiografica del libro ambientato nel secondo dopoguerra tra la China in rivoluzione e Hong Kong.

È una struggente storia d'amore impossibile, che unisce due esseri umani appartenenti a due mondi diversi: da una parte Suyin (“mezzosangue” cinese e inglese) e Mark, un gentlemen inglese. Suyin è una brillante dottoressa, ha studiato in Europa ma ha deciso di dedicare la sua vita al servizio della sua professione in Asia. È vedova, e come tale dovrebbe essere casta. Ha una figlia piccola e un giro di conoscenze e amicizie molto solido, che la portano a frequentare salotti borghesi e signore ben vestite. Una sera lo incontra, l'uomo che le stravolgerà l'esistenza e la farà innamorare: Mark Elliot. È giovane, brillante, bello, l'uomo che tutte vorrebbero. Abituato ad avere tantissime amanti, con Suyin si sente diverso e riscopre un se stesso nuovo, come in tutte le storie di amore che si rispettino. Tra i due scocca una scintilla e nasce una stupenda storia d'amore che mette a confronto due mondi totalmente diversi: l'est e l'ovest, l'Asia e l'Europa, la Cina e l'Inghilterra. Per quanto Suyin sia una donna emancipata, cresciuta con un'educazione occidentale e nonostante abbia studiato in Europa, in lei l'anima cinese è estremamente radicata. Ma questo sentirsi diversa da Mark non le impedisce di provare un amore appassionatissimo, pur nella consapevolezza sempre più chiara di un'impossibilità di fondo nel coronare la storia. Un amore vissuto un po' nell'ombra, per paura dei giudizi altrui, poiché in Cina una vedova deve restare casta. Un amore che però è destinato a dissolversi: i migliori propositi di lui (divorziare dalla moglie inglese, sposare Suyin e andare a vivere insieme in Cina) non sono realizzabili. La Rivoluzione, il lavoro di giornalista di lui rendono tutto difficile e la dolorosa decisione di rinunciare ad una vita insieme sembra, alla fine, l'unica strada percorribile.

Il romanzo mostra due mondi diametralmente opposti ed è questa la sua forza. Una Cina che ancora accetta come normale il concubinaggio e l'omicidio delle piccole neonate. “L'Oriente e l'Occidente si incontrano a fatica, non crede? Saranno sempre divisi: non è possibile essere orientali e occidentali allo stesso tempo. Bisogna scegliere: o l'uno o l'altro”. Non si dà possibilità di incontro, ed è per questo che il loro amore non può trionfare, ma lascia un segno profondissimo nelle loro vite. Un amore sincero e vissuto con profondità, che cambia Suyin per sempre.

L'autrice, forse proprio perchè ha vissuto sulla sua pelle le ferite di quell'amore, sa rievocare alla perfezione i sentimenti e gli stati d'animo dei protagonisti, ma soprattutto le si riconosce la capacità di descrivere in maniera sublime l'Asia di quegli anni. Le descrizioni dei pasaggi, spesso accompagnate da poesie cinesi, ci lasciano immersi in un'atmosfera quasi surreale. Gli spaccati di vita sociale e politica del tempo ci mettono di fronte a una distanza non solo spaziale ma anche temporale, di un'epoca di 60 anni fa in totale cambiamento, ma destinata di lì in poi a correre su due binari diversi. Due mondi sì opposti e incompatibili, ma che sanno provare lo stesso primordiale sentimento che ci rende tutti uomini e donne.