Camilleri sfida se stesso: un giallo che non è un giallo, in una narrazione senza narrazione...

Noli me tangere
di Andrea Camilleri
Mondadori, 2016

pp. 180
€ 17 cartaceo


Forse solo Camilleri, oggi, poteva sfidare le regole di "bonton" della letteratura di genere, farcire la trama di sana storia dell'arte, e soprattutto sovvertire persino le regole di una normale narrazione. Il tutto in sole 180 pagine di godibilissima suspense, a caccia di indizi che porteranno a qualcosa di inatteso sia per il lettore, sia per il genere. 

Genuinamente eversivo, Camilleri fa tutto questo solo attraverso dialoghi (in cui non introduce mai il personaggio), e-mail, lettere, sms: insomma, senza adottare la forma tradizionale della narrazione. E, ancor meglio, il lettore non è mai spaesato, si muove per il calendario, tra passato e presente della donna scomparsa e dei tanti uomini che la circondano, con totale tranquillità, senza mai chiedersi chi sta parlando in quel momento. Tanti uomini. Sì, perché la Laura scomparsa, mantiene del famoso sintagma petrarchesco "fera bella e mansueta" solo la bellezza: per il resto, ha in sé un'inquietudine quiescente, che riemerge a ondate, o a ventate (non per niente chiama il suo malumore "ghiblì", nome di un famoso vento del deserto). 
E con il ghiblì Laura è inavvicinabile, la tua genialità si rapprende, scrive e cancella quanto ha creato, come una vera e propria artista insoddisfatta. A placare l'ansia, gli amanti, che costellano la vita di Laura più di quanto già sapesse il marito, anche lui noto scrittore, molto più anziano.
Il Noli me tangere che ha ispirato Camilleri
Per quanto il rapporto tra i due coniugi fosse sempre stato aperto (ai limiti della perversione!), neanche l'uomo sa spiegarsi esattamente perché Laura non avesse proseguito la sua promettente carriera accademica. Infatti, la ragazza era una studentessa-modello, e con la sua tesi sul Noli me tangere del Beato Angelico aveva sconvolto il mondo accademico, per nuove intuizioni. 

E poi non ci si spiega perché Laura, lontana ma chissà dove, abbia fatto certe telefonate al marito: si tratta di rapimento? Il dubbio, certo, alle prime pagine è forte. Ma Camilleri ha deciso di sconvolgere ancora, e di lasciare il lettore in impaziente attesa fino alle ultimissime pagine. 

Il romanzo è rapido, pieno di flash e qui e là di ironia per il genere. Appare la facilità di scrittura di Camilleri e tutta la sua dimestichezza con gli intrighi, ma soprattutto emerge il gusto sempreverde di attraversare l'animo umano senza sconti e senza giudizi, ma sempre con tagliente e contagiosa curiosità. 

GMGhioni