#IlSalotto: Intervista a Cinzia Giorgio su "L'enigma Botticelli"

 La misteriosa scomparsa di un'insegnante, la pericolosa ricerca di un'opera d'arte e alcune tra le più belle vicende della Firenze medicea: sono queste le tre linee narrative che s'intrecciano nel romanzo di Cinzia Giorgio, L'enigma Botticelli, pubblicato da Melino Nerella Edizioni.
La protagonista, Sofia Anastopoulos, è un'esperta studiosa d'arte che s'imbatte in strane tele antiche che mostrano la stessa dicitura "Est modus in rebus", citazione tratta da Orazio. Questi e altri misteri la coinvolgono in un'intricata ricerca insieme ad Adrian Seward, che la saprà sorprendere. 
Sofia si distingue per cultura, discrezione e timidezza, personaggio dalle sfumature melanconiche, cui fa il contrappunto la sorella Elena, vivace ed espansiva, che ci riserva le uscite più divertenti del romanzo. 
Si tratta di libro ricco di spunti, poiché fa riferimento a diversi aspetti della cultura, alle arti figurative, alla storia, alla letteratura del Rinascimento. Fulcro del romanzo è una delle opere di Sandro Botticelli, una perduta, attorno alla quale si sviluppa l'intreccio: lo stendardo per la giostra di Giuliano de' Medici, che dedicò la vittoria alla giovane Simonetta Vespucci. Più volte indicata come la donna più bella del Rinascimento, seppe ispirare poeti e pittori come Botticelli, che la considerò sua musa per tutta la sua carriera.
Cinzia Giorgio, accanto alla vicenda della Anastopoulos, racconta del sentimento puro del pittore per la giovane Simonetta, che aveva rubato il cuore a Giuliano de' Medici e Marco Vespucci, di cui divenne sposa. Viene voglia di andare oltre il testo, per sapere cosa c'è di vero nelle vicende del romanzo, perché realmente Botticelli si era invaghito di lei, che morì giovane di tisi, il pittore volle essere sepolto accanto a lei, alla sua morte. L'aveva ritratta come Pallade Atena nello stendardo per la giostra di Giuliano de' Medici, che si tenne nella piazza Santa Croce a Firenze nel 1475, quella in cui Giuliano (lo stesso ucciso durante la congiura dei Pazzi) le dedicò la vittoria; anche Piero di Cosimo volle ritrarla, e Lorenzo il Magnifico le dedicò un sonetto.
Abbiamo intervistato l'autrice, innamorata del Rinascimento, studiosa di questo periodo storico in tutte le sue sfumature.

Questo insieme di avvenimenti storici, testi letterari, spunti filosofici e testimonianze artistiche di cui è intriso il tuo romanzo deve averti ispirata intensamente. Com'è nata l'idea di scrivere un libro che li comprendesse tutti?

L’arte ha sempre avuto un ruolo importante nelle mie ricerche. Dopo la laurea in Storia del Rinascimento con uno dei più esimi studiosi di Michelangelo, non sono più riuscita a scindere il pensiero di un artista del colore da quello di un letterato o di un filosofo. Il Rinascimento, del resto, ha propugnato la fusione delle arti. Un’epoca grandiosa ma anche oscura, costellata di delitti e corruzione. Il passaggio alla letteratura è stato naturale e quasi obbligato. Inoltre, ho sempre amato Botticelli: un genio trascurato dai contemporanei – troppo presi dalla nuova Maniera michelangiolesca e dalle immagini soavi di Raffaello – ma riscoperto, per fortuna, durante l’Ottocento.
Lo schizzo di Botticelli per lo
stendardo per la Giostra di
Giuliano de' Medici
Spesso i personaggi hanno molto degli autori. Fino a che punto ti somiglia Sofia?

Sofia è completamente diversa da me. Lei è una studiosa presa solo dal lavoro e poco propensa alla vita sociale. Ragiona per associazioni di idee ed è una persona schiva. Ma ciò che ci differenzia del tutto è la sua specializzazione nella pittura veneta. Non che a me non interessino artisti come Bellini, Giorgione e Tiziano, ma ho un debole per i fiorentini!
Cosa ti ha ispirata, invece, per il personaggio di Elena?

Elena è una ragazza vivace. Un’artista. Ho voluto contrapporre una personalità solare come la sua a quella cupa ed enigmatica di Sofia, anche per mettere in evidenza le mille sfaccettature dell’universo femminile.
Anche Simonetta Vespucci risulta estremamente affascinante, pur non essendo protagonista allo stesso modo. Come hai scelto di procedere, per ambientare la narrazione in tre contesti differenti, quello della Firenze di Botticelli, quello dell'omicidio di uno dei personaggi e quello in cui la protagonista intraprende un'indagine pericolosa?

La parte storica mi ha portato via moltissimi mesi di archivio e documentazione. Non volevo tradire Sandro Botticelli, consegnando ai lettori un romanzo storicamente inverosimile. La parte moderna è un divertissement. Mi piacciono gli intrighi internazionali alla Hitchcock e mi affascina il modo in cui vengono recuperati alcuni capolavori rubati.
La tua passione per Botticelli trapela bene nel modo in cui descrivi i suoi sentimenti. Stai già lavorando al tuo prossimo romanzo?

Sì, sto scrivendo il seguito dell’Enigma Botticelli con la stessa protagonista: Sofia Anastopoulos. Il connubio tra arte e letteratura mi ispira molto e ho già scritto un paio di capitoli del nuovo romanzo. Ci vorrà un po’ di tempo per la stesura definitiva, soprattutto perché il nuovo romanzo affronta anche un tema delicato. Tra non molto mi recherò a Firenze per alcune ricerche che posso svolgere solo sul posto.

Cosa stai leggendo in questo periodo?

Sto leggendo moltissimi libri d’arte: le lezioni del professor Zeri sui falsi, le vite private degli artisti raccolte dalla Lunday e l’intramontabile Storia dell’Arte di Gombrich. Per quanto riguarda i romanzi, ho appena acquistato alcuni libri della scrittrice scozzese Josephine Tey.
C’è un autore in particolare cui t’ispiri?

Moltissimi. I sempreverdi Jane Austen e William Somerset Maugham, ma anche Graham Greene, Muriel Spark, Iain Pears e Martin Suter. Gli italiani che leggo con assiduità sono Giulio Leoni e Laura Mancinelli.

Ti piace leggere e-book? O tieni ancora al rapporto fisico coi libri di carta?

Mi piace molto leggere e-book. Sono stata una delle prime, tra amici e parenti, a comprare il Kindle. La carta ha un altro, romantico, sapore. La preferisco sopra ogni altra cosa, ma non disdegno dei dispositivi elettronici. Possono convivere in armonia.