L'età dei miracoli

L'età dei miracoli
di Karen Thompson Walker

Mondadori, Milano 2012

pp. 272
cartaceo €18.50
ebook € 9,90


Novembre, tempo di bilanci. Manca poco alla fine del 2012 e guardando a ritroso nel tempo verrebbe da pensare che quest’anno dal punto di vista delle pubblicazioni è stato estremamente interessante, ricco di novità e riscoperte che hanno generato passaparola e dibattiti infiammati in rete e nei circoli letterari. Autori già noti che tornano in libreria con grande attesa dei lettori, esordi sorprendenti, romanzi che parevano caduti nell’oblio e oggi fortunatamente ritrovati. Tuttavia per gli amanti dei libri, lettori accaniti e famelici, è un pensiero che si forma ogni anno quando si tirano le somme delle letture fatte, eppure questo 2012 ci ha regalato davvero letture sorprendenti: penso a Stoner (qui la recensione), Il tempo è un bastardo, L’inverno del mondo, Il senso di una fine, Harold Fry, solo per citarne alcuni ….

Nella rosa dei romanzi che hanno accompagnato questi mesi di letture appassionate merita uno spazio il sorprendente romanzo d’esordio di Karen Thompson Walker, editor americana alla sua prima prova di scrittrice, che con “L’età dei miracoli” ha piacevolmente colpito pubblico e critica. Una voce fresca e originale per una storia anticonvenzionale, che ci riporta agli anni della formazione, quel delicato passaggio tra età dell’innocenza ed adolescenza, un momento carico di dubbi, insicurezze, confusione e timore per ciò che ci lasciamo alle spalle per compiere un passo in più verso il mondo degli adulti. Sono temi cari al romanzo per un genere – il romanzo di formazione- che a tratti appare stereotipato ed esaurito, ma che molte volte riesce ancora ad avere esiti sorprendenti. Non più bambina e non ancora adolescente, Julia la dolcissima protagonista di questa storia, vive la sua età dei miracoli in un momento in cui il mondo sembra non poter lasciare più spazio alla speranza e all’attesa del futuro: inspiegabilmente infatti la Terra inizia a rallentare  la sua rotazione e le conseguenze, dapprima quasi impercettibili si fanno via via sempre più gravi e inesorabili. Sembra che nessuno sappia realmente come spiegare ed arginare il fenomeno, mentre il panico serpeggia tra le persone e i ritmi vengono stravolti quando giorno e notte si allungano sempre più costringendo ad ore lunghissime di buio ed ore altrettanto interminabili di luce. Ore che diventano giorni, cicli naturali stravolti, uccelli che sembrano non riuscire più a volare e cadono come attratti dal suolo, balene che spiaggiano sempre più numerose tra lo strazio generale. Le leggi che fino a poco tempo prima hanno governato il mondo sembrano non esistere più o essere capovolte e il panico, l’isteria, si fanno sempre più intensi, la popolazione divisa tra chi segue l’ora dell’orologio e chi quella reale, spaventati dal questa nuova realtà e dalle strane patologie che colpiscono alcuni.
“La mattina sembrava già ieri. Nel momento in cui si sedemmo fuori ad aspettare che il sole calasse lentamente  dietro le colline a occidente, mi parve che sotto la pelle di quell’unico giorno ne fossero già scivolati diversi, come se il giorno si fosse allungato molto più che di un’ora sola”
Questo scenario apocalittico tuttavia a tratti sembra essere solo lo sfondo, irreale e onirico, della vita di Julia e delle persone che la circondano, che lei osserva attentamente mentre tutto va in pezzi: matrimoni, amicizie, relazioni, tutto pare sgretolarsi o farsi più complicato

“Mi sembra adesso che il rallentamento avesse innescato anche altri cambiamenti meno evidenti all’inizio, ma più profondi. Alterò certe traiettorie meno percettibili: i percorsi delle amicizie, per esempio, i sentieri verso l’amore, e lontano da esso. […] Forse tutto ciò che accadde a me e alla mia famiglia non ha nulla a che fare con il rallentamento. È possibile. Ma ne dubito. Ne dubito fortemente.”Il mondo nelle sue leggi naturali stravolto, mentre ciò che fino ad allora era conosciuto cambia per sempre e le certezze di un tempo si fanno effimere: “Probabilmente era cominciato prima del rallentamento, ma fu solo dopo che me ne resi conto: le mie amicizie si stavano disintegrando. Tutto si stava sfasciando. Era un passaggio duro, quello dall’infanzia alla vita successiva. E come ogni altro viaggio difficile, non tutto sopravvisse.”

Una scrittura tesa per un romanzo che Nathan Englander ha definito “pura meraviglia, emozionante e superbamente raccontato”, che attraverso gli occhi di Julia su quel pezzo di mondo intorno a lei che va in pezzi lascia riaffiorare tutte le insicurezze, le paure, le crudeltà e le delusioni, quel “senso acuto di inquietudine” che contraddistingue l’adolescenza.

Debora Lambruschini