Capolavori noir: "L.A. Confidential"

L.A. Confidential
di James Ellroy

Oscar Mondadori, 1991 (1990)



Terzo capitolo della tetralogia di Los Angeles, L.A. Confidential rappresenta per molti il capolavoro dell'autore americano, senza dubbio uno dei suoi picchi letterari e dei romanzi più corposi da lui scritti. La trama del libro diventa presto una sorta di percorso-guida che fa da colonna vertebrale a un turbinante evolversi della storia, che si dirama in numerose sottotrame e copre un arco temporale di otto anni. Tale colonna vertebrale consiste nella strage del Nite Owl, un coffee shop losangelino dove vengono massacrate sei persone: ecco il centro dell'intricatissima storia, che sprofonderà lentamente ma inesorabilmente in un torbido calderone fatto di prostituzione, pornografia estrema, droga, collusione tra polizia, poteri politici e criminalità, il tutto dentro la cornice del patinato e scintillante mondo di Hollywood degli anni '50.

I protagonisti del romanzo sono tre poliziotti, assai diversi tra loro eppure accomunati dai differenti ruoli giocati nella vicenda: Bud White, rude, schietto e particolarmente ostile con chi picchia le donne; Jack Vincennes, uomo dal passato oscuro e conosciuto come Big V per aver arrestato numerose volte delle star sotto i riflettori; Ed Exley, poliziotto che mira a fare carriera e tenta la sua scalata verso i vertici della polizia.
I tre protagonisti saranno coinvolti in una serie rocambolesca di eventi, casi chiusi e poi riaperti a distanza di anni, intrighi e  vicende sempre più sporche che alla fine, in un climax vertiginoso, condurranno all'avvincente finale. Nell'analisi del libro è bene secondo me cominciare da quello che è allo stesso tempo il punto di forza e la debolezza del romanzo: la lunghezza, e il conseguente intricato snodarsi delle vicende. Se da un lato il romanzo fornisce continuamente nuove sottotrame, che complicano e rendono più denso il plot centrale, talvolta tale abbondanza di storie e personaggi finisce col disorientare il lettore. Più volte durante la lettura può capitare di trovarsi smarriti, nuovi nomi e personaggi che vengono introdotti e nuove relazioni tra essi, col rischio di dimenticarsi cos'è successo qualche decina di pagine prima, e finendo per restare disorientati nella grande quantità di avvenimenti, perdendo il filo della narrazione e quindi diminuendo la propria concentrazione sul romanzo.

Ciononostante il ritratto della Los Angeles degli anni '50 che Ellroy dà in L.A. Confidential, solo apparentemente pulita e benpensante, è coinvolgente. Lo scrittore rappresenta il marciume e la corruzione della metropoli con una scrittura asciutta, secca, diretta, tratteggiando in maniera cruda e senza lirismi di alcun tipo le pieghe oscure della città e della società "bene" del tempo, quella di Hollywood, artificiosa e abbagliante, e la sua classe politica, corrotta e collusa con la malavita. La città, Los Angeles, ricopre sempre un ruolo di primo piano nel romanzo (così come negli altri episodi della tetralogia), diventando quasi un personaggio a sé stante, con i suoi vicoli bui, i suoi locali a luci rosse, gli scenari squallidi delle periferie, dipingendo un'atmosfera "noir" che costituisce uno dei punti di forza dello stile di Ellroy.

I tre detective, come in ogni hard-boiled che si rispetti, troveranno nella complessa indagine l'occasione per fare i conti con se stessi, con il proprio passato e i propri caratteri, trovandosi ora fianco a fianco, ora in aperto conflitto. E alla fine, scavando nel marciume delle vicende che si troveranno di fronte, nessuno di loro uscirà dalla storia senza il segno profondo che essa lascia impresso su ognuno di loro. Un libro complicato, di certo non da leggere tutto d'un fiato (ma se ci riuscite vuol dire che siete dei veri "noir-addicted") e che anzi richiederà probabilmente, da parte del lettore, una concentrazione particolare per stare dietro al rapido evolversi delle storie. In chiusura è d'obbligo una citazione dalla parte finale del romanzo:
"A certi uomini tocca il mondo intero, a certi altri un' ex prostituta e un viaggio in Arizona. Tu sei tra i primi, ma, mio Dio, non ti invidio il sangue che hai sulla coscienza"
Per concludere, Ellroy utilizza all'interno del romanzo un buon numero di personaggi, e talvolta anche di episodi, realmente esistiti e successi. Un'opera "magna" del noir internazionale, da leggere assolutamente se siete appassionati del genere, e anche se non lo siete. 

Giuseppe Novella