Samuel Beckett: Finale di partita


Endgame
di Samuel Beckett
in Id., The Complete Dramatic Works
faber and faber, 2006


Prima rappresentazione in Gran Bretagna in lingua francese come Fin de Partie, il 3 aprile 1957 al Royal Court Theatre, London.




hamm : (…)The end is in the beginning an yet you go on .
                    ( La fine è nel principio e pure si continua .)
È il metateatro beckettiano. “To play”: recitare o giocare una pseudopartita di scacchi.
Il dramma si svolge in una stanza - rifugio post-atomico, cervello umano, ventre materno -senza mobili; la luce è grigiastra e i personaggi sono Hamm- Ham actor (guitto) o Hamlet - cieco e su una sedia a rotelle, i suoi genitori Nagg e Nell, senza gambe e conficcati in due bidoni della spazzatura e il suo servitore- iglio Clov - Clown - che non può sedersi mai.
L’opera di Beckett è parodia, unica forma che beffeggia le altre nell’epoca della loro impossibilità, dell’esistenzialismo  come riflessione sull' individualità, la  solitudine dell'io di fronte al mondo, l'inutilità, la precarietà, il fallimento, l'assurdo dell'esistere, i limiti e le possibilità della libertà individuale, incentrando queste riflessioni intorno alladomanda: che cosa vuol dire esistere?
hamm: Non può darsi che noi... che noi... si abbia un qualche significato?
clov:Un significato ! Noi un significato! (Breve risata) Ah, questa è buona!

Beckett  esistenzialista anticonformista, disconosce ogni esegesi logica demolendo il senso e la ricerca di esso con l’ inconsequenzialità dei contenuti e la frammentazione nella forma prolifica di virgole , frasi brevi e linguaggio in stato di decomposizione.  
L’assurdità dell’esistere si congiunge all’assurdità del contenuto metafisico, delle parole e degli scopi e soggettivizzando il senso estetico realizza il contenuto in quella che  Theodor W. Adorno nel suo Tentativo di capire finale di partita chiama la “costruzione dell’insensato” nella realizzazione del contenuto. 
Martin Esslin parla di “teatro dell’assurdo” come teatro che tende alla svalutazione del linguaggio, a una poesia che emerge dalle immagini concrete e oggettivate del palcoscenico stesso “ il linguaggio ”ha un ruolo importante in questa concezione , ma ciò che accade sul palcoscenico trascende e spesso contraddice le parole pronunciate dai personaggi”.
hamm Le onde, come sono le onde?
clov Le onde? (Punta il cannocchiale) Piombo.
hamm E il sole?
clov (guardando)  Nulla.
Dopo la seconda guerra mondiale tutto è distrutto e Finale di partita si rassegna all’impossibilità di rappresentare ancora qualcosa : non c’è più natura , non più gabbiani; nient'altro che  puzza di cadaveri ovunque. 
Secondo  Adorno non possono sopravvivere nemmeno i sopravvissuti  e il tirare a campare non ha un'equivalenza di senso nel linguaggio svuotato dall'interno "il non significar nulla diventa l'unico significato" del teatro  di Beckett. Soltanto l’esistenza forzata di larve umane che continuano una partita – Me too play!  - annaspando intorno a una zecca e a un topo per paura che l’umanità si ricostituisca.
Neanche un real dog , ma un cane di pezza con una gamba mutilata.
clov Good, It’ll never end , I’ll never go.
        (Bene, e allora non finirà proprio mai, non partirò proprio mai.)

Isabella Corrado