ChiassoLetteraria. Diario di bordo: 2° giorno.






ChiassoLetteraria. Diario di bordo: 2° giorno.
7 Maggio
Eccoci al via del secondo giorno di “Per Mare”, il festival internazionale di letteratura della città di Chiasso.
Antonio Prete e Federica Frediani
Il primo intervento di oggi è stato quello del professor Antonio Prete, docente di letterature comparate all’Università di Siena, scrittore e traduttore, e della sua lectio magistralis dal titolo Il mare e l’infinito: da Leopardi a Baudelaire. Introdotto da Federica Frediani, dottoressa che collabora con l’Istituto di studi mediterranei dell’Università della Svizzera italiana, Prete ha conquistato la sala gremita del cineteatro di Chiasso parlando dei poeti che rappresentano per lui lo studio di una vita intera, Leopardi e Baudelaire, ma anche percorrendo e comparando testi di Melville, Rilke, Valéry. Il mare, dice Prete, è figurazione costante dell’altrove, di ciò che non riusciamo a contentere, dell’infinito. E L’infinito leopardiano si conclude proprio con quel mare, in cui il pensiero s’annega, quel naufragio che rappresenta l’impossibilità di tener insieme il tempo presente e l’eterno. Antonio Prete ha parlato di mare anche nella sua produzione saggistica: una delle più belle pagine del suo Trattato della lontananza (Bollati Boringhieri, 2008) è quella che rivendica un diritto all’orizzonte, figura marina della lontananza di cui tutti dovrebbero godere ma che spesso è ostacolata dall’arrogante ignoranza dei muri eretti per separare un paese, una città, una civiltà. Infine ancora un rimando al mare nei fleurs baudelairiani, dall’ Albatros all’Invitation au voyage, e, per concludere, una lettura del mediterraneo Valéry e del celeberrimo Cimitière marin. La mer, la mer,toujours recommencée scriveva il poeta di Sète: un verso tanto arduo da tradurre quanto pieno di fascino, perchè ci ricorda che quella del mare è un’odissea ciclica, in cui chi viaggia cerca sempre più di inabissarsi per contemplare ciò che è insondabile.
La sala gremita durante l'intervento di Bichsel e Pusterla

Dopo quest’immersione nei mari della poesia moderna europea, il secondo incontro della mattina ci ha portato dallo scrittore svizzero di lingua tedesca Peter Bichsel che ha presentato in anteprima il suo ultimo libro Quando sapevamo ancora aspettare (comma 22, 2011). “Scrivere” , ha detto Bichsel al suo intervistatore, il poeta svizzero Fabio Pusterla, “ha sempre a che fare col tempo : protagonisti del mio libro sono il tempo che passa e il tema della memoria”. Chi ha a che fare col mare sa che cosa vogliano dire l’aspettare (ad esempio una marea), il desiderio, la nostalgia. Il libro è fatto da 38 racconti in cui il tempo dell’attesa è quello della vita, ha spiegato lo scrittore che con grande ironia ha divertito il pubblico per più di un’ora e meritato i suoi applausi.
Il pomeriggio è denso di impegni per gli appassionati del festival: alle 14.00 è intervenuto Sergio Bologna, presidente della Libera Università di Milano e storico italiano. Studioso dei movimenti operai e della società industriale, Bologna ha parlato di mare dal punto di vista economico-sociale. La degradante precarietà del lavoro portuale, l’illegalità diffusa delle navi che viaggiano sotto “bandiere ombra” – ed evitano, così, le leggi sull’armamento – il recente aumento della pirateria sono tra gli effetti meno discussi, ma sempre più evidenti, della globalizzazione, ha spiegato lo scrittore a Christian Marazzi, professore di scienze economiche. Tra gli ultimi libri di Bologna Le multinazionali del mare. Letture sul sistema marittimo-portuale (Egea, 2010).

Hofmann e Marvin a Progetto Stampa
Una delle novità dell’edizione di quest’anno del festival, ha precisato uno degli organizzatori, è il coinvolgimento di giovani autori; sarà un caso ma proprio gli incontri con questi promettenti autori sono avvenuti nei luoghi più insoliti: una tipografia per lo scrittore svizzero di lingua francese Blaise Hofmann e i magazzini della stazione per Flavio Stroppini.
Il primo, intervistato dal giovane Sebastiano Marvin (collaboratore freelance per una radio svizzera e attivo in ambito artistico-sociale) ha portato al festival la sua testimonianza di viaggiatore. Dopo aver esplorato “l’altra parte” del Mediterraneo, quella araba, Hoffman ha scritto il libro Notre Mer (Aire,2009) che già dal titolo ribadisce quell’unione che dovrebbe caratterizzare tutti i popoli che si affacciano sullo stesso mare, il Mare Nostrum come lo chiamavano i Romani, e che invece fin troppo spesso è sancita solo dai cliché della siesta e dall’olio d’oliva, come dice il giovane scrittore.
Flavio Stroppini e Zeno Gabaglio al violoncello
Il secondo, artista poliedrico che si occupa anche di cinema e teatro, ha letto alcuni brani tratti dai sui libri (ricordiamo gli ultimi due: Scarafaggi. Racconti. Balerna, Edizioni Ulivo, 2010 e I sentieri. Mendrisio, Città di Mendrisio, 2010) in una performance intitolata Isola. Ha raccontato di viaggi che sono “sequenza di emozioni, sentimenti, ritratti” , mentre la sua voce narrante veniva accompagnata dal violoncello di Zeno Gabaglio.
Mentre noi eravamo in ascolto di questi due giovani scrittori svizzeri, alla Galleria ConsArc Didier Ruef presentava Recycle (Casagrande, 2011), “libro che riunisce vent’anni di fotografie scattate per il mondo a testimonianza delle catastrofi ecologiche, dell’economia di sussistenza attraverso il riciclaggio dei rifiuti, della vita ai bordi delle grandi megalopoli” (come si legge dalla biografia dell’artista sul sito del festival).

Il coinvolgimento dell’intera città di Chiasso, con le sue strutture e i suoi spazi, è ciò che rende questo festival davvero particolare: con in testa le parole di un autore e il taccuino già pronto ad annotare quelle di un altro si passa da Spazio Officina, che è un po’ la base del festival, al cinema teatro, alla tipografia ProgettoStampa.
Prima di recarci all’ultimo incontro, siamo andati al museo m.a.x. dove è allestita una proiezione permanente del video Orson Welles ‘ Moby Dick. La celebre balena bianca non poteva non essere presente a questo festival: ma qui l’opera di Melville vive attraverso le parole del grande regista statunitense, che per tutta la vita fu attratto da questo libro e che decise di farsi filmare mentre lo leggeva (al museo di Chiasso è possibile vedere un passaggio di 20 minuti in lingua originale).

Simonetta Agnello Hornby
Il pomeriggio si è concluso con una frizzante intervista a Simonetta Agnello Hornby che, con la sua abituale simpatia, ha risposto alle domande di Rossana Maspero. La scrittrice siciliana ha presentato il suo ultimo libro Un filo d’olio, edito da Sellerio ed uscito appena due settimane fa, ed ha esportato con successo fino in Svizzera i profumi di salse di pomodoro e pan di spagna. Un filo d’olio è la storia autobiografica delle estati che la scrittrice trascorreva da bambina in Sicilia e di tutti i sapori e gli odori che pervadono ancora oggi la sua memoria. La Agnello Hornby, abituata al “mare di gente” di Londra, dove abita da ormai quarant’anni, ha ripercorso con noi le immagini del mare della sua “isola-mondo”, alla cui visione è sempre stata abituata: “fino ai 21 anni ho sempre vissuto in una città di mare. Quando sono andata in Inghilterra è stato difficile concepire la sua assenza”. L’attore Antonio Ballerio ha letto alcuni brani sia dell’ultimo libro che di La Monaca (Feltrinelli, 2010), romanzo in cui il mare è presente fin dall’immagine di copertina. Col suo tipico “impasto” di solarità e decisione, la Hornby ha concluso parlando delle ricette della sua infanzia, dei riti culinari della Sicilia degli anni ’50, seducendo una sala colma di lettrici pronte a farsi autografare le loro copie.

Una giornata intensa, iniziata con Leopardi e conclusasi con un tripudio di melanzane e cipolle: ChiassoLetteraria ci ha stupito anche oggi. Ma il festival continua anche di sera con Vinicio Capossela, che si è esibito al cinemateatro con le belle canzoni del suo ultimo album: Marinai, profeti e balene. Un disco che mette in musica testi di Dante, Melville, Omero, e che stasera Capossela ha suonato in una produzione apposita per ChiassoLetteraria.
A domani con il terzo e ultimo giorno di navigazione. 

Serena Alessi