Indignazione Philip Roth


Indignazione
di Philip Roth
Torino, Einaudi, 2009

Traduzione di N. Gobetti
pp. 136
€ 17.50

Philip Roth è uno degli autori che ha usato gli alter ego come stile di narrazione.
Autore americano tra i più seguiti con oltre 21 romanzi, si è incarnato in Philip Roth, in Alexander Portnoy, in Nathan Zuckerman e in Nathan Tarnopol e ancora in David Kepesh. Nel suo ultimo romanzo pubblicato in Italia, Indignazione, troviamo un Roth vorace e pietrificante che vive nella vita di Marcus Messner, giovane adolescente al secondo anno di università, mentre la guerra in Corea miete vittime. Marcus è un ebreo, scappa da casa per rifugiarsi in un college dell'Ohio a molti chilometri di distanza da Newark. Si ritrova in un luogo immerso nel verde e si concede del tempo per farsi una serie di domande.

La sessualità ha un ruolo cruciale nel romanzo, come sempre per Roth. E' una chiave che apre le porte della conoscenza del mondo. Marcus incontra Olivia, aspirante suicida, quasi per passione. Con lei si intrufola nei piaceri dei sensi e da lì nascono una serie di domande, alle quali Marcus non può dare una risposta, anche se ci prova. Si arrende alla fine al compromesso più grande, quello fondato sulla consapevolezza che "le scelte più accidentali, più banali, più comiche, producono gli esiti più sproporzionati".

Indignazione sottolinea lo stato d'animo di chi si sente inadeguato, e anche questa consapevolezza non salva chi vi ci approda. Roth spinge a credere di poter essere rivoluzionari ma alla fine lascia Marcus in Corea, maciullato, tranne i genitali ovviamente.
Indignazione è la memoria di un morto, ma questo Roth lo farà intendere quando il lettore è già da tanto nella storia, dedica pagine alla descrizione del mondo ultraterreno fatto di tutto tranne che del tempo e lascia che tu ti faccia questa domanda: "Marcus è morto o ha inserito nelle vene una enorme dose di morfina?"

Emma Gabriele