Di sceriffi, banditi e cavalli. E di una quattordicenne che mette tutti in riga. Charles Portis, "Il Grinta".

Il Grinta (True Grit, 1968)
di Charles Portis
Traduzione di Marco Rossari
Giano, 2011

Prima edizione italiana 1969 (Un vero uomo per Mattie Ross, Club degli Editori)

pp. 175
€ 15 (cartaceo)



"La gente non crede che una ragazza di quattordici anni possa lasciare la propria casa in inverno per vendicare il proprio padre, ma non era così strano allora, anche se devo ammettere che non era cosa che succedesse tutti i giorni. Io avevo appena quattordici anni quando un codardo chiamato Tom Chaney uccise mio padre a Fort Smith, Arkansas, e lo derubò della sua vita, del suo cavallo, di centocinquanta dollari in contanti e di due pezzi d'oro della California che portava nella cintura dei pantaloni."

Jim Harrison, grande romanziere americano pressoché sconosciuto in Italia e scomparso qualche anno fa, sosteneva che uno dei compiti di uno scrittore è quello di dare voce a chi voce non ha; e se è necessario narrare la storia di una ragazzina adolescente, lo scrittore deve diventare quella ragazzina.
Questo preambolo per introdurre un romanzo del 1968 scritto da Charles Portis, altro grande autore scomparso da pochi mesi. Il Grinta è un western, quindi una storia di sparatorie, cavalcate, whisky, sudore e sangue, visto però dall’insolita prospettiva di una ragazzina quattordicenne; in realtà il racconto è a opera della donna ormai invecchiata, ma lo scorrere delle pagine renderà evidente come la stessa non abbia perso, con gli anni, l’innocenza, la testardaggine e la leggera ottusità dei suoi quattordici anni.

Viaggiare nel tempo non cambia le cose, ma cambia chi sei: "Finché il caffè è caldo"



Finché il caffè è caldo
di Toshikazu Kawaguchi
Garzanti, marzo 2020

Traduzione di Claudia Marseguerra
pp. 192

€ 16 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook) 


Di paradossi temporali abbiamo sentito parlare tante volte e l’unica regola che vige in ogni viaggio nel tempo che si rispetti è quasi sempre una sola: non provare a cambiare il passato, perché le conseguenze sul presente e sul futuro potrebbero essere disastrose. Quale il senso, allora, di andare indietro nel tempo, se si è consapevoli sin dall’inizio che qualunque gesto potrebbe irrimediabilmente cambiare le sorti della nostra vita e di quella di chi ci circonda? Per gli avventori di un piccolo e nascosto caffè di Tokyo, la domanda sembra ancora più giustificata. Finché il caffè è caldo di Toshikazu Kawaguchi (Garzanti, 2020) ci insegnerà, tuttavia, che non c’è un solo punto di vista per guardare il passato e la voglia di tornarvi per rivivere una seconda volta un momento che ci è sfuggito tra le dita sarà mossa da motivazioni ben diverse.

"Non avevamo più un'età. A meno che tutti non avessero vent'anni": la Parigi anni Venti di Maurice Sachs

Ai tempi del Bœuf sur le toit
di Maurice Sachs
traduzione dal francese di Federico Zaniboni
Lindau, 2020

pp. 252
€ 22,00 (cartaceo)
€ 14,99 (ebook)


Sarebbe mai stato possibile annoiarsi Ai tempi del Bœuf sul le toit? Primo dopoguerra, Parigi: un senso di vittoria e un desiderio di cesura con il recente passato bellico che pretende la sua rivendicazione a suon di canti, balli, arte e socialità esasperata. Tra i molti locali diurni e notturni in cui si celebra il rito della ritrovata dimensione mondana c’è anche, per l’appunto, il celebre cabaret da cui prende il titolo il libro di memorie scritto da Maurice Sachs (1906-1945) appena tradotto e pubblicato nella sua versione italiana dalla casa editrice Lindau: un punto di ritrovo che diventa correlativo oggettivo di un’epoca effervescente di inquietudini, in cui i patimenti dell’appena concluso conflitto andavano esorcizzati in un tourbillon de la vie forsennato e finanche estenuante.

Tredici cartoline boliviane di parole per spiegare la globalizzazione della letteratura moderna

Calles. Tredici racconti dalla Bolivia
a cura di Maria Cristina Secci
gran vía, dicembre 2018 

pp. 203
€ 15,00 (cartaceo)

Potrei raccontarvi del mare, dei tramonti ai Caraibi e dell'estate di sabbia e salnitro, ma no, questa è una storia che non ha nulla a che fare con cose del genere. È una storia che non parla del mare, parla di me. In questo istante, ad esempio, sto fluttuando con un paracadute a trenta metri di altezza; so che può sembrare strano, a dir poco, ma è vero. Pare che il meccanismo di discesa si sia inceppato, un imprevisto che mi impedisce di tornare alla barca, una rottura di palle in piena regola. [Incipit del racconto “Blu Kamikaze” di Alejandro Suárez] 
Quanto conosciamo la letteratura latinoamericana?
E quanto, nello specifico, quella boliviana?
Sono cambiati i tempi. La letteratura non è un blocco monolitico, ma viaggia, cambia, si evolve come le stesse lingue che parliamo, siano esse natie o apprese. Trattasi di mero sillogismo.  
E allora non basta più aver letto (e magari amato) Gabriel García Márquez o Isabel Allende per “vantare” una conoscenza approfondita di un determinato stile narrativo caratteristico di una parte del mondo, perché nel mentre, anche nella scrittura creativa, le cose sono mutate. 
È quanto è accaduto alla narrativa boliviana: se prima gli scritti vertevano su una denuncia delle problematiche politico/economiche e soprattutto, di rado varcavano i confini andini, ora con l'avvento delle nuove generazioni di scrittori – in questo testo sono tutti giovani nati tra gli anni '70 e '80 – il canovaccio tradizionale ha subito variazioni, è divenuto moderno e, elemento fondamentale, suddetti scritti hanno conosciuto la grazia della globalizzazione che ha dato loro lustro, riconoscimenti e nuovi lettori/estimatori da tutto il mondo. 

E se il nostro mondo venisse sommerso, insieme ai valori che conosciamo? Kassandra Montag e il suo romanzo d'esordio, "Terre sommerse"

Terre sommerse
di Kassandra Montag
HarperCollins, febbraio 2020

Traduzione di Ilaria Katerinov

pp. 435
€ 19 (cartaceo)
€ 6,99 (ebook)


Immaginate cosa accadrebbe se il nostro pianeta, a causa del cambiamento climatico, subisse un lunghissimo diluvio e le inondazioni seppellissero la maggior parte delle terre emerse: è facile immaginare conseguenze rovinose e una vera e propria rivoluzione nel nostro modo di vivere. Ecco infatti che fin dalle prime pagine di Terre sommerse di Kassandra Montag, uscito un paio di mesi fa per HarperCollins, ci troviamo in un'atmosfera post-apocalittica. La protagonista, Myra, si vede strappare la primogenita Row, e a rapirla è proprio il marito, Jacob, di cui lei si fidava! Impedita dallo stadio avanzato della seconda gravidanza, Myra riesce solo a vedere la piccola che si allontana su una barca insieme al padre e a uno sconosciuto. Da questo enorme trauma, muove tutto il romanzo di Kassandra Montag: una storia in cui il richiamo della famiglia e, dunque, l'urgenza di ritrovare Row comporta una serie di avventure al limite del verosimile. 

"La vita prodigiosa di Isidoro Sifflotin": quando il prodigio è negli occhi (e nel fischio)

La vita prodigiosa di Isidoro Sifflotin
di Enrico Ianniello
Feltrinelli, 2016

pp. 272  
€ 9,50 (cartaceo)
€ 6,99 (ebook)


La vita prodigiosa di Isidoro Sifflotin è un romanzo che scorre veloce, e che trascende la sua trama. Difficile è definirlo senza tradirne lo spirito, senza ridurlo a poca cosa, snaturandolo: al suo interno, si trovano un umorismo schietto e a tratti un po’ greve, con alcune trovate geniali e alcuni passi di reale delicatezza; una lingua impastata di dialetto, ma anche di neologismi e di guizzi creativi; una galleria fitta di personaggi coloriti e ipercaratterizzati, ma sempre vividi, concreti, umanissimi. Protagonista è Isidoro Sifflotin, che per più di metà del romanzo è ritratto nel periodo che precede il suo decimo compleanno, nel 1980, quando ancora non si chiama Sifflotin, ma solo Isidoro Raggiola, o al massimo Isidoro Pocapanza, dato il suo spessore esiguo. È un’infanzia spensierata, quella di Isidoro, illuminata da un talento straordinario: quello di fischiare continuamente, qualunque cosa, e di creare mondi con un nuovo linguaggio.

Quando la ginnastica artistica diventa tutto il tuo mondo: "Corpo libero" di Ilaria Bernardini

Corpo libero
di Ilaria Bernardini
Feltrinelli, 2010

pp. 189
€ 14 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)


Incredibile, quanto le ginnaste conoscano bene il loro corpo, le sofferenze che possono infierire ai muscoli e ai tendini, pur di arrivare alla precisione di un movimento, a un esercizio perfetto. E incredibile quanto quella perfezione sia facilissima da compromettere: basta un movimento sbagliato, un tentennamento per provocare crolli dei punteggi o anche per ferire gravemente - o peggio - la ginnasta. È una realtà che richiede tanta dedizione, e lo sa bene Martina, l'io narrante del romanzo di Ilaria Bernardini, Corpo libero, uscito una decina di anni fa per Feltrinelli. Martina ha quattordici anni, una famiglia povera, che vede nel suo successo con la squadra di ginnastica artistica una possibilità di riscatto, oltre che lo sgravio da un sacco di spese. Martina è anche precisa e "noiosina", come è stata etichettata dalle compagne che più contano nella squadra: silenziosa, punta a perfezionare i suoi movimenti, pur sapendo di non essere l'elemento più brillante e di non avere né l'aspetto né il talento di Carla o di Nadia. Eppure Martina è partita con loro per le qualificazioni per le Olimpiadi, in Romania.

Simenon e il dramma psicologico del Signor Cardinaud

Il Signor Cardinaud
di George Simenon
trad. di Sergio Arecco
Adelphi, 2020

pp. 136
€ 16 (cartaceo)
€ 8,99 (ebook)



Questo romanzo di Simenon è un romanzo psicologico, incentrato sul tema dell’abbandono e della crescita individuale. Ad accompagnarci dentro il suo tormento interiore è il protagonista, Hubert Cardinaud, che scopre di essere stato lasciato dalla moglie Marthe. Originariamente pubblicato in Italia da Mondadori nel 1957, con il titolo del riadattamento cinematografico realizzato da Gilles Grangier, con Jean Gabin, Renée Fauner e Paul Frankeur, “Sangue alla testa”. L’originale uscì in Francia nel 1942 per Gallimard, con un titolo diverso “Le fils Cardinaud”, mettendo in evidenza il rapporto privilegiato che il protagonista ha  con la comunità locale d’appartenenza, dove riveste il ruolo di un impiegato delle assicurazioni, sposato e con due figli. Credo che la scelta compiuta da Adelphi, (visto che le parole non sono mai scelte a caso) riveli già nel titolo, il percorso psicologico che dovrà fare questo personaggio e sia in qualche modo un indizio della sua evoluzione. 

#CritiMusica - "La Musica Attuale – Come costruire la tua carriera musicale nell’era del digitale" di Massimo Bonelli






La musica attuale. Come costruire la tua carriera musicale nell'era del digitale
di Massimo Bonelli
ROI Edizioni, febbraio 2020

pp. 300
€ 19,00 (cartaceo)
€ 11,40 (ebook)


“La Musica Attuale – Come costruire la tua carriera musicale nell’era del digitale” è il primo libro di Massimo Bonelli, un vero e proprio vademecum per avviare la propria attività artistica, pubblicato da ROI Edizioni. Bonelli è un produttore, consulente musicale, ceo di iCompany e direttore artistico del Concerto del Primo Maggio di Roma, pertanto il manuale si arricchisce della sua competenza professionale, nonché della sua esperienza maturata direttamente sul campo. Semplice da leggere, brillante e sincero, il vademecum propone spunti pratici interessanti, analizzando in dettaglio la presente situazione del mercato, della comunicazione del prodotto, approfondendo le complesse dinamiche del mondo digitale.
“La Musica Attuale – Come costruire la tua carriera musicale nell’era del digitale” è una lettura essenziale per chiunque desideri comprendere la situazione contemporanea del mercato musicale, per decidere il metodo migliore del proprio inserimento nel settore.
Nella breve intervista a seguire, Massimo Bonelli ci racconta come sono nate l’idea di questo libro e la sua passione per la musica.

#CriticArte - “Koen Vanmechelen. The Worth of Life 1982/2019”


“Koen Vanmechelen. The Worth of Life 1982/2019”

 a cura di Didi Bozzini


Edito da Mendrisio Academy Press / Silvana Editoriale

Formato: 27 x 27 cm, Cartonato,
100 illustrazioni, b/n e colore
Pgg 144, 
Edizione bilingue ITA/ENG
40 CHF/Euro



“Koen Vanmechelen. The Worth of Life 1982/2019”, è il catalogo redatto dal curatore Didi Bozzini, in occasione della recente mostra dell’artista belgo, tenutasi presso il Teatro dell’architettura di Mendrisio, in Svizzera. Attivista dei diritti umani, Koen Vanmechelen (Sint-Truiden, Belgio, 1965) è un artista concettuale multidisciplinare, internazionalmente acclamato, che indaga il confine tra scienza ed arte, approfondendo il significato di identità, soprattutto in relazione ai concetti di biodiversità. Attivo a partire dal 1990, estremamente prolifico, esponente di punta dell’arte belga, all’interno dei tre piani del nuovo Teatro dell’architettura di Mendrisio, edificio circolare realizzato dall’architetto svizzero Mario Botta, ha proposto una serie di 65 opere, tra stampe, neon, installazioni, dipinti e sculture, ispirate ad una barocca “reinvenzione” della natura, all’interno della quale l’uomo e figure animali sono costantemente messe in dialogo.

#CriticaLibera - Arte come filo sottile a legare personaggi


Se dovessimo pensare all’Arte come spinta per la scrittura, i percorsi da intraprendere sarebbero di sicuro vasti e forse fuorvianti. Di solito mi ritrovo a ripensare a questo argomento, facendo un grande distinguo tra scrittori che creano immagini e scrittori che creano concetti. Macro categorie e di sicuro non esaustive, ma propedeutiche alla visione di un mondo di scrittori che con l’arte ha avuto dimestichezza e che ne ha tratto ispirazione, per affermarsi o definirsi, o a volte per perdersi. 

In particolare se dovessimo affrontare l'argomento scegliendo alcuni romanzi, mi verrebbe da  pensare all’Arte come certezza o affermazione di un io scomposto e incompiuto, che solo superficialmente, attraverso il bello, l’oggetto e il suo possesso, si autoafferma e autodefinisce; partendo da questo assunto il personaggio che non posso non citare è Andrea Sperelli, il protagonista de Il Piacere di D’Annunzio. Andrea è combattuto tra due forme d’amore, tra due donne, e tra mille dubbi del suo stesso essere. Ama Elena e Maria, si sente incompiuto come amante e come uomo, e si aggrappa all’unico amore salvifico della sua vita: l’arte.

Ritrovarsi tra paure, desideri proibiti e ricordi indelebili: "Voi due senza di me" di Emiliano Gucci

Voi due senza di me
di Emiliano Gucci
Feltrinelli, 2019

1^ edizione: 2017

pp. 224
€ 9,50 (cartaceo)
€ 6,99 (ebook)


Avete mai pensato a come sarebbe ritrovare il vostro / la vostra ex, quello/a che vi ha fatto soffrire, ma per cui sapete benissimo che sarà sempre impossibile non provare più niente? Ecco, Voi due senza di me si apre con un incontro a distanza di dieci anni dall'addio: Marta, scesa dal treno a Firenze per andare a lavorare, si trova davanti Michele, l'uomo con cui ha condiviso tanti momenti felici e anche il periodo più straziante della sua vita. Adesso lei abita in campagna, ha svoltato, vive con un uomo che le dà sicurezza e che la sta aiutando a fare pace con se stessa e con un passato che l'ha marchiata. E ora perché Michele è lì, a portarla indietro nel tempo, a farsi guardare addosso i cambiamenti portati da dieci anni di lontananza? A irritarla c'è questa sorta di invasione improvvisa dei suoi spazi, ma anche il fatto che Michele sembra sapere molto di lei e della sua nuova vita, e questo le provoca paura ma anche, in fondo, un piacere perverso. Michele le chiede un incontro: Marta sa che c'è ben altro, che quella sua spavalderia e quell'insistenza nascondono qualcosa. Sottrarvisi lascerebbe i conti aperti, ancora una volta, mentre accettare porterebbe nuovi rischi, a cominciare da quello più grande di tutti: concedere spazio al passato, tornare a quei giorni terribili, che hanno messo fine alla loro storia.

La ricerca del rimedio ai nostri mali è essa stessa il rimedio: "La Piccola Farmacia Lettereria"

La Piccola Farmacia Letteraria
di Elena Molini
Mondadori, gennaio 2020

pp. 276

€ 19,00 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook) 


La biblioterapia è il nome che da un po’ di tempo si dà a un’esperienza che qualunque lettore ha vissuto in prima persona sulla propria pelle. Per definizione, infatti, la biblioterapia è «l’utilizzo di un insieme di letture scelte quali strumenti terapeutici in medicina e in psichiatria; un mezzo per risolvere dei problemi personali mediante una lettura guidata», così come riportato già nel 1961 sul dizionario Webster. Abbiamo un nome, quindi, per una sensazione comune a ogni amante dei libri: quella di sapere che attingendo alla propria libreria, sia tra i titoli noti che tra quelli in attesa di essere letti, uno spiacevole momento della vita sarà superato o, perché no, un’immensa gioia amplificata. Questo potere lo conosce molto bene Elena Molini, autrice del romanzo Mondadori La Piccola Farmacia Letteraria e fondatrice della libreria omonima con sede a Firenze, luogo noto a tutti noi avidi lettori per la sua concreta genialità: i titoli sono proposti agli avventori non in ordine di casa editrice, genere o luogo geografico, bensì per patologia da curare. Proprio come in una vera farmacia si entra per acquistare il principio attivo utile a scacciare un fastidioso acciacco del corpo, così nella Piccola Farmacia Letteraria si ha la possibilità di ricevere il farmaco più adatto a lenire i dolori del cuore e dell’animo, nonché trovare un imbuto in cui incanalare una gioia o un momento felice senza lasciarsene sopraffare.

L'importanza del corpo nell'esordio di María Ospina Pizano

Gli azzardi del corpo
di María Ospina Pizano
traduzione di Amaranta Sbardella
Edicola, 2020

pp. 144
€ 14,00 (cartaceo)


Biscotti per cani a forma di pancetta, cerotti con mostriciattoli disegnati, polveri nutrizionali al sapore di pesca, verdure sconosciute, formaggi dai nomi stranieri, creme e detergenti yankee. L’universo delle merci, come dicono i manuali marxisti. La sorprende l’indifferenza delle altre cassiere di fronte a ciò che ogni carrello rivela delle ansie più profonde della gente. (p. 17)
Dei sei racconti che compongono Azares del cuerpo, la raccolta di racconti d’esordio della colombiana María Ospina Pizano portata in Italia da Edicola edizioni, il primo è probabilmente il più riuscito. Sebbene presenti delle caratteristiche comuni anche agli altri racconti, Policarpa spicca per questa sua capacità di saper leggere le peculiarità e le contraddizioni di una società capitalista avanzata, che trova spesso nelle merci e nella mercificazione il momento più intimo ed elevato del quotidiano. Marcela, ex guerrigliera abituata agli scarponi militari e alle tende da accampamento, ora si ritrova con un lavoro normale in cui persone normali fanno acquisti normali; eppure tutto ciò suona estraneo e distaccato ai suoi occhi, qualcosa da esplorare con l’occhio analitico dello scienziato. D’altronde, lei stessa viene analizzata ed esplorata – invasa – dall’occhio clinico della redattrice di una casa editrice, la quale ha tutto l'interesse a scoprire e a reinventare la sua vita precedente da guerrigliera così da poterla gettare in pasto al pubblico avido di curiosità. È questa doppia lettura a rendere Policarpa una perla delle short stories, oltre alla capacità dell’autrice di umanizzare un personaggio che rischia di cadere facilmente nello stereotipo.

Il libro come rifugio, o di un Sant Jordi diverso a Barcellona

La fiera del libro di Sant Jordi a Barcellona (wikipedia.org) 
Ha piovuto per giorni a Barcellona. 

Una fitta coltre di nubi ha coperto il cielo della città durante il fine settimana e non l'ha abbandonato fino a ieri, 22 aprile. Dalla finestra della mia sala non ho potuto vedere la cima di Montjuic per oltre settantadue ore e la Senyera (la bandiera a bande rosse e gialle vessillo di tutti i territori di lingua catalana, inclusa la città di Alghero), sulla punta orientale della collina, ha sventolato, infradiciata e solitaria, nel prato antistante il famoso castello invisibile ai più. Tutti sapevamo che non se ne sarebbe andata e oggi è tornata a rincuorarci, testimone di un gesto contro la barbarie fascista di oltre ottant'anni fa (venne issata da Lluis Companys in piena Guerra Civile come simbolo di resistenza repubblicana). 

Dicevo: fino a oggi, 23 aprile, il cielo non era tornato neanche parzialmente sereno.

"Generazione senza padri. Crescere in guerra in Medio Oriente", un reportage dall'interno

Generazione senza padri -
Crescere in guerra in Medio Oriente
di Gaja Pellegrini-Bettoli
Castelvecchi, 2019

pp.153 
€ 17,50 (cartaceo)
€ 11,99 (e-book)


Generazione senza padri - Crescere in guerra in Medio Oriente, è il racconto, in prima persona, di una giornalista freelance innamorata del Medio Oriente, con alcune avvertenze sulla percezione, spesso distorta, che si ha di questi luoghi e di cosa significhi interpretarli. In primo luogo il libro della giornalista Gaja Pellegrini-Bettoli è un utile vademecum su alcuni dei più noti e spesso “abusati” luoghi comuni sui conflitti che riempiono le pagine degli Esteri, a partire da Gaza, ma è anche un racconto che mette in guardia su alcuni stereotipi del mondo del giornalista freelance, e sulla grande preparazione che serve, per affrontare tematiche così complesse come quelle dei paesi all’interno delle aree di crisi. 
Non esistono sostituti per l’esperienza che si fa vivendo in un Paese, specie per culture che sono lontane da quella occidentale, per quanto a volte sembrino emularne gli aspetti superficiali. Più tempo passavo in Medio Oriente, più mi rendevo conto che è proprio ciò che può sembrare simile a nasconder le differenze più inaspettate. (p. 9)

«Solo il cielo sa perché lo amiamo tanto»: la vita, Le ore, il romanzo capolavoro di Michael Cunningham

Le ore
di Michael Cunningham
nuova edizione La nave di Teseo, aprile 2020

Traduzione di Ivan Cotroneo

pp. 272
€ 7,99 (ebook)

Sono passati più di vent’anni dalla prima pubblicazione de Le ore, il romanzo capolavoro di Michael Cunningham, e a volte ancora mi chiedo perché continuiamo a scrivere, perché continuiamo a leggere, consapevoli che difficilmente ci si avvicinerà alla perfezione di questo libro che è un mondo. L’ho ripreso in mano a inizio anno, a distanza di molto tempo ed esperienze maturate tanto nella professione quanto nella vita, lo riprendo ancora una volta in queste settimane strane di reclusione forzata mentre esce in una nuova edizione rivista e aggiornata per La nave di Teseo, sempre nella magnifica traduzione di Ivan Cotroneo e con una nuova prefazione a cura dell’autore.
Ecco, lo riprendo ancora tra le mani e l’incanto non si è spezzato. È davvero un libro straordinario, come pochi altri, capace di trascendere il tempo e lo spazio e a ogni lettura arricchirsi di nuovi spunti di riflessione (qui trovate per esempio le impressioni di Ilaria Pocaforza a partire dalla versione audiolibro). Era così vent’anni fa quando per la prima volta è apparso valendo al suo autore il premio Pulitzer per la narrativa, è così oggi e con buone probabilità lo sarà anche in futuro. Eppure, stranamente, è un libro che era rimasto a lungo sul mio comodino in attesa di essere letto: avevo visto e apprezzato il film che ne è stato tratto e ricordo ancora il senso di angoscia e sofferenza portate sullo schermo con tanta grazia da una Nicole Kidman da Oscar, come infatti fu; lo avevo sfogliato più volte con l’intento di iniziarlo, tra la curiosità e lo scetticismo per l’ardito accostamento con La signora Dalloway di Virginia Woolf, un testo che per molti versi è stato decisivo per me, ma questa è un’altra storia. Non era mai il momento adatto. Poi le riflessioni e le chiacchiere intorno al libro sono andate via via scemando, come è naturale, con vergognoso ritardo l’ho letto e, come dicevo, ripreso più volte, amandolo molto.

"Vengo prima io" di Roberta Rossi: il piacere femminile non ha più segreti?



Vengo prima io. Guida al piacere e all'orgasmo femminile
di Roberta Rossi
Fabbri ed., 2019

pp. 352
€ 17 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)


[…] fino al Novecento, infatti, gli uomini dei Paesi occidentali, compresi i medici e i ricercatori, hanno sostenuto che le donne non provassero desiderio sessuale o piacere. (p. 199)

Viene da chiedersi se nel 2020 un manuale sulla sessualità femminile, in ogni suo elemento (dalle fantasie alla contraccezione, dalla vita di coppia all’autoerotismo, passando per un approfondito capitolo dedicato all’anatomia femminile e uno, più dettagliato, che si concentra sul clitoride), sia davvero necessario.
È questa la domanda con cui mi sono approcciata alla lettura di Vengo prima io della psicoterapeuta e sessuologa Roberta Rossi, presidente della Federazione italiana di Sessuologia scientifica e punto di riferimento sul tema di moltissime testate giornalistiche.
Le donne di oggi sono perlopiù indipendenti economicamente, madri per scelta e non per imposizione sociale, sessualmente libere e (apparentemente) serene, con compagni o single, ma comunque capaci di mettere sé stesse al centro della propria vita e dei propri progetti.

«Se ho imparato qualcosa è che non occorre per forza conoscere tutti i segreti di qualcuno per farci un viaggio insieme»: "La seconda avventura" di Simone Saccucci


La seconda avventura
di Simone Saccucci
EDT-Giralangolo, marzo 2020

pp. 177
€ 12,50 (cartaceo)
€ 8,99 (ebook)


«Non serve conoscere qualcuno, per volergli bene»: quando l'ho letta, ho sottolineato subito questa frase un po' enigmatica e tanto magnetica. Sì, e non è stata l'unica volta. Perché pensare che La seconda avventura sia "solo" un romanzo per ragazzi è riduttivo: l'esordio di Simone Saccucci, oltre a divertire e a coinvolgere per la trama, ha tanti punti di riflessione che non conoscono età. Come non conoscono età le due protagoniste che, per pura fatalità, si trovano ad incrociare i loro destini. 
D'altra parte, come leggiamo nel romanzo, «il futuro mica ti sta davanti. Il futuro ti arriva alle spalle». E così ha sempre fatto per Bianca: a sedici anni, rimasta orfana di padre, la ragazza ha pensato di rubare il suo camion e di partire, da sola. Aveva imparato a mettere le marce - con qualche grattata, suvvia - grazie a lui, e ora Bianca ha deciso di fare tutto da sola: d'altra parte, ci sono tante donne camioniste, come la bellissima Iwona, famosa sui social network per aver abbandonato lo spettacolo (era stata Miss Polonia) per un autoarticolato con cui mangiare l'autostrada. E Bianca fa la stessa cosa, ma non sa di dover portare con sé un fardello ben più pesante; anzi, due. Oltre al peso del lutto, che di tanto in tanto riaffiora sotto forma di ricordi del passato o di insicurezze comprensibilissime, dopo poco tempo un'anziana signora, Siria, bussa alla portiera del camion e chiede di poter viaggiare con Bianca. Siria non parla e con sé ha solo un sacco in cui tiene i suoi pochi averi e molti soldi, come scoprirà presto la ragazza.

#CriticARTe - L'incoraggiante incipit di un dialogo costruttivo tra museo e visitatore: riflessioni (anche fuor di metafora) su didascalie e cartelli di sala

Senza titolo.
Le metafore della didascalia
a cura di Maria Chiara Ciaccheri, Anna Chiara Cimoli, Nicole Moolhuijsen
Nomos Edizioni, 2020

pp. 104
€ 14,50 (cartaceo)

Dura la vita per i musei in tempi di lockdown. Al netto della miriade di iniziative che si stanno svolgendo on line – e che tendono spesso a coincidere con la proposta di tour virtuali nelle varie collezioni oppure nelle sale di quelle mostre appena inaugurate e andate evidentemente deserte – nessuno stratagemma potrà mai sostituire il piacere sensoriale di una fruizione diretta, occasione che porta con sé un carico di esperienza fisica, emotiva e intellettuale sempre e comunque indimenticabile, nel bene come nel male. Si, perché ammesso e non concesso che gironzolare tra dipinti, sculture e installazioni di vario tipo sia, per chi la svolge, un’attività piacevole e consapevole, non è mai detto che l’esito di una visita sia positivo e soddisfacente a priori. Tanto più che quando ciò accade può dipendere non tanto e non in modo esclusivo dalla natura delle opere o dalle scelte curatoriali – condivisibili e opinabili per loro stessa natura – quanto dalle modalità con cui si ha voluto raccontare quelle stesse opere e motivare quelle stesse scelte: c’est à dire – né più né meno – dalle didascalie e dai cartelli di sala. Nomos Edizioni ha appena pubblicato un volumetto interamente dedicato a questo aspetto così specifico e cruciale dell’esperienza museale, offrendone un’analisi critica sfaccettata che ne mette in evidenza lo statuto e lo scopo alla pari dell’utilizzo e dell’efficacia.

«Come ogni famiglia felice che ignora i suoi segreti»: "Tracce dal silenzio" di Lorenza Ghinelli

Tracce dal silenzio
di Lorenza Ghinelli
Marsilio, 2019

pp. 332
€ 14 (cartaceo)
€ 7,99 (ebook)



Sono soprattutto le sensazioni uditive a dominare in Tracce dal silenzio, l'ultimo romanzo di Lorenza Ghinelli, uscito il novembre scorso per Marsilio. La sua piccola protagonista, Nina, è avvolta nel silenzio ogni volta che toglie il suo audioprocessore: dopo quel tragico incidente in strada, la sua vita è cambiata per sempre, e anche quella della sua famiglia che, a distanza di un anno e di un trasloco, non ha ancora trovato un equilibrio. La madre, Sara, e il padre, Marco, fingono un'apparente normalità, ma è palese che la donna non sia ancora riuscita a perdonare il marito per quella leggerezza che è costato tanto a Nina. E il fratello sedicenne, Alfredo, prova grande affetto per la bambina e vuole sempre proteggerla, benché non lo voglia dimostrare, perché si trova pur sempre nel pieno dell'adolescenza.

Colore che vieni, colore che vai: un volume di Marco Bussagli tra zone d'ombra e arcobaleni

Capire e usare i colori.
Teoria e storia del colore, mescole cromatiche, riproduzione ed esercizi

di Marco Bussagli
Demetra - Giunti Editore, 2019

pp. 256
€ 24,90 (cartaceo)


Chi mai avrebbe immaginato una primavera come questa, ovvero una stagione in cui il ritorno e il trionfo naturale del colore – fatta eccezione per i fortunati residenti in campagna o per i possessori di un finanche modesto giardino – avrebbero dato vita a uno spettacolo da ammirare solo dalle finestre e dagli schermi, punti di osservazione tanto esclusivi quanto frustranti? Il momento dell’anno che segna la rinascita anche cromatica della vita non è mai stato tanto importante e tanto necessario per bilanciare il buio di una malattia inedita che ha cambiato per sempre la nostra percezione e il nostro sguardo sul mondo. Ecco dunque che proprio in un momento come quello attuale, in cui la tentazione di vedere tutto in base a un'infinita scala di grigi non cessa di essere forte, leggere un libro che affronti il tema del colore può assumere una valenza simbolica rigenerante. Marco Bussagli – professore presso varie università e Accademie di Belle Arti, curatore di mostre e di collane editoriali, consulente per la RAI e per altre emittenti televisive, autore di numerosi libri nonché pittore e cavaliere della Repubblica Italiana per meriti artistici e scientifici – ha difatti messo a punto un manuale che aiuta a capire meglio proprio la natura del colore: un contributo illuminante e alla portata di tutti per saperne di più su un argomento il cui fascino simbolico e la cui componente emozionale si arricchiscono in virtù dell’apporto scientifico oltre che dell’invito a sperimentare in prima persona la messa a punto di ogni possibile tinta grazie a uno strumento – il colorimetro – allegato al volume.

Se l'oscurità si fa metafora: "Darkness" di Leonardo Patrignani

Darkness
di Leonardo Patrignani
DeA Planeta, 2019

pp. 256
€ 14,90 (cartaceo)
€ 0,00 (ebook)



Ho incontrato questo libro per caso, approfittando delle offerte di Dea Planeta nell’ambito della solidarietà digitale, incuriosita anche dal fatto che fosse una delle poche proposte in cui mi sono imbattuta rivolte a un pubblico adolescente, proprio nel momento in cui ne servirebbero tante di più. Leonardo Patrignani, già noto per la trilogia di Multiversum, con Darkness scrive un romanzo per lettori più giovani, in una fascia compresa tra gli ultimi anni delle scuole medie e il primo biennio delle superiori (senza peraltro che questo rovini minimamente la fruizione del testo ai più grandicelli, come la sottoscritta).
La protagonista, Haly Foster, ha tredici anni, è rimasta orfana di entrambi i genitori, morti in circostanze poco chiare, e ha appena deciso di scappare dalla casa-famiglia in cui è costretta a vivere, e dall’angusto paesino di Little Crow. Come se non bastasse il suo lutto recente, i ragazzi del paese non sono gentili con lei: la prendono ripetutamente in giro per i motivi più svariati, a partire dal suo nome per arrivare alla sua predilezione per i colori scuri. I suoi capelli sono infatti neri come il corvo, simbolo della città, lunghi e fragili tanto da “sembrare lo specchio della sua stessa anima”, e anche i vestiti che compra con i pochi soldi ricevuti dall’assistente sociale sono sempre scuri. 

#CriticARTe - Raffaello pugnalato di Marco Carminati





Raffaello pugnalato
di Marco Carminati
Edizioni Il Sole 24 Ore, dicembre 2019

pp. 192
€ 14,90 (cartaceo)
€ 8,99 (ebook)



Marco Carminati (Milano, 1961) è un giornalista professionista, responsabile delle pagine d’arte dell’inserto culturale Domenica del Sole 24 ore. Laureato in storia dell’arte medievale e moderna presso l’Università Cattolica di Milano, ha vinto importanti premi, tra cui il Cesare Garboli e il Rotondi, pubblicando un nutrito numero di libri dedicati ai grandi Maestri dell’arte, ultimo dei quali, “Raffaello pugnalato”, che celebra la ricorrenza del cinquecentenario della morte di Raffaello Sanzio (1483 - 1520).

Carminati racconta, in modo dettagliato, l’avvincente storia di alcune delle opere create dallo straordinario artista marchigiano, vissuto al tempo di Leonardo e Michelangelo, ed a cui Pietro Bembo dedicò il potente epitaffio “Qui giace Raffaello: da lui, quando visse, la natura temette d'essere vinta, ora che egli è morto, teme di morire”.

L'adolescenza nuda di Alessio Forgione: "Giovanissimi" tra i candidati allo Strega

Giovanissimi
di Alessio Forgione
NN Editore, 2020

pp. 223 
€ 16,00 (cartaceo)
€ 7,99 (ebook)


Nel rendersi conto che la partizione del libro segue le cinque fasi dell’elaborazione del lutto proposte da Elizabeth Kübler Ross, al lettore immediatamente viene da chiedersi quale sia il lutto e chi sia ad attraversarlo. Lo attraversa, pur senza riuscire a verbalizzarlo, il giovane narratore: quattordici anni, promessa del calcio (gioca nei Giovanissimi Regionali della Pro Calcio Napoli), un padre amato ma con cui fatica a comunicare. Nella sua vita, il vuoto di una madre assente, su cui pesano i mormorii della gente: “Mia mamma, per me, era uno schiaffo in faccia, una ferita aperta. Un fischio nell’orecchio, che saliva e scendeva e disturbata e copriva tutto” (p. 13). E poi i sogni della gioventù, le fantasticherie alimentate dai giornaletti illustrati, i piccoli atti da teppista (bigiare la scuola, incidere con gli amici il segno del proprio passaggio sul finestrino di un autobus). Questa è l’esistenza di Marocco, ma anche quella dei suoi compagni, mentre gli adulti non ci sono, o sono poco attenti, o poco consapevoli. Ognuno dei ragazzi trova un modo del tutto personale per nascondere il proprio malessere interiore: “Non risposi nulla e continuai a fingere. Perché mia madre non stava sulla Luna ma nemmeno a casa” (p. 16).

L'amore può tutto (o forse no): "L'albergo della magnolia" di Lia Levi

L'albergo della magnolia
di Lia Levi
Edizioni e/o, 2001

pp. 172
€ 10 (cartaceo)
€ 4,99 (ebook)
Audiolibro gratuito su Audible



Capodanno del 1930: nella sala dell'Albergo della magnolia la festa viene interrotta da un terribile incidente. Quando il figlio del proprietario accorre, sul tappeto vede la pura e semplice incarnazione della bellezza, avvolta in un abito argento. La ragazza, Sonia, ha effettivamente una gamba rotta, e da quel momento il suo ricordo tormenta il protagonista, innamoratosi a prima vista di lei. Come rivederla? Una ragazza allettata non è semplice da avvicinare, e allora il ragazzo inizia a mandare lettere clandestine a Sonia attraverso l'infermiera, connivente. Ma una passione che cresce attraverso le lettere, che si nutre di letteratura e di sogno, è una pura trasfigurazione del reale, e il sentimento cresce senza mai poter vivere di sguardi, esperienze. A Sonia non importa che lui sia un professore di Lettere al liceo, destinato a uno stipendio modestissimo, né che trascorra la maggior pare del suo tempo libero a tradurre Pindaro e a chiacchierare con l'amico di sempre, Ruben, passando spesso sotto casa di Sonia, e sognando di poter varcare, un giorno, quella porta. 

Sopravvivere alla strage: una rilettura di Antonio Scurati

Il sopravvissuto
di Antonio Scurati
Bompiani, 2011

pp. 370
€ 12 (cartaceo)
€  4,99 (ebook)


È un incipit violentissimo quello a Il sopravvissuto di Antonio Scurati, e forse il motivo per cui il libro è rimasto per tanti anni chiuso a impolverarsi su uno scaffale della libreria. Da insegnante, per tanto tempo, semplicemente non me la sono sentita. Oggi invece scelgo di riprovarci, forse anche perché i cambiamenti imposti da questo periodo di tregenda alla didattica, così come la mancanza che si avverte pungente di un rapporto con gli studenti concreto, umano, fatto di gestualità reciproche e condivise, di un passeggiare nervoso per l’aula, di sguardi scambiati per incoraggiare o risvegliare, portano a riflettere con più intensità sull’importanza della missione educativa, della scuola come luogo primario di formazione e non solo di trasmissione di contenuti.
Vitaliano Caccia ci massacrò a colpi di arma da fuoco il 18 giugno 2001, tre giorni prima del solstizio d’estate. Ci sterminò con una pistola semiautomatica, [...] sparandoci a sangue freddo e a bruciapelo. 
Il Prologo si configura in realtà come un violento atto d’accusa, non già nei confronti dell’assassino, ma del sopravvissuto. L’ottavo uomo, quello lasciato in vita. Quello che non ha saputo vedere il male, che l’ha frainteso in ogni sua manifestazione. Lui, cieco, che ha cercato attenuanti, spiegazioni alternative. E adesso, a posteriori, superstite forse solo nel corpo, conduce una durissima riflessione esistenziale sul presente: 
Vitaliano era la gioventù che ha orrore del vuoto e che dunque fa il vuoto attorno a sé. Lui era quello che in altri tempi si sarebbe detto un giovane “caro agli dei”. E questo provava, al di là di ogni ragionevole dubbio, che di questi tempi gli dei erano diventati malattie.

«Contro l’automobile»: il "j'accuse!" di Andrea Coccia

Contro l’automobile. È più facile immaginare la fine del mondo che un mondo senza automobili?
di Andrea Coccia
Eris edizioni, 2020

pp. 64
€ 6,00 (cartaceo)


Difficile avere ancora il timore di dirlo: l’automobile è il cuore pulsante del capitalismo. È il punto di appoggio e insieme il propulsore del sistema economico che ci sta mandando ai pazzi spazzando via il tessuto sociale e politico delle nostre comunità, in città e in provincia. Ognuna delle anime del tardo capitalismo è perfettamente incarnata dall’auto, simbolo vivente del trionfo dei bisogni dell’individuo su quelli della collettività. (p. 33)
 Inutile girarci troppo intorno: nel piccolo saggio di Andrea Coccia non troveremo una lista oggettiva dei pro e dei contro sull’uso dell'automobile nella nostra società capitalista, qualcosa che consenta a noi lettori di valutare da che parte stare. Il libro di Andrea Coccia – va da sé già dal titolo – è schierato, e non solo politicamente. Questo è un dato di fatto.
Stabilito questo, si può partire col negare che questo libro sia inutile, o che non sia latore di una qualche forma di verità: come per l’altro saggio della collana Bookbloc di Eris edizioni da me letto, Postporno di Valentine aka Fluida Wolf (e qui recensito), è bene tener presente che l’autore prende una posizione netta, difesa con tutte le forze di un’argomentazione valida fintanto che se ne accettano le premesse, ossia che «l’automobile è come l’eroina. È una dipendenza totalizzante» (p. 46).
L'automobile è al centro della vexata quaestio del capitalismo: è il primo fra gli oggetti che il sistema capitalistico ci fa credere essere indispensabili per una vita migliore su questo pianeta, pur essendo vero l’esatto opposto, ossia che l’automobile è il primo degli oggetti a vincolarci a un sistema di valori per cui alla fine della fiera ci si ritrova a vivere per lavorare.

In viaggio con l'asino (per professori ed esploratori)

In viaggio con l’asino
di Andrea Bocconi e Claudio Visentin
con dieci tavole di Stefano Faravelli
Guanda, 2009

pp. 173
€ 13,00


Quella tra gli insegnanti e gli asini è una relazione di lunghissimo corso. Non è per questo, però, che il libro scritto a quattro mani da Andrea Bocconi e Claudio Visentin mi ha attirato dallo scaffale di una meravigliosa libreria di viaggio della mia città. Forse è stato perché Guanda di solito pubblica belle cose, forse perché la copertina era accattivante, forse per una particolare e personalissima simpatia per l’animale in questione... certo è che, ammonita a distanza dalla pila di volumi in attesa sul mio comodino, oltre che dalla consapevolezza di non avere la benché minima predisposizione per il trekking, ho a malincuore lasciato lì il testo, uscendo. Mi sono limitata a segnarmi il titolo in una infinita lista dei desideri. Quando mi è capitato di ritrovarlo su una bancarella, poco tempo dopo, non ho potuto rinunciare una seconda volta. E ho fatto bene. 
In viaggio con l’asino, infatti, si è rivelata una chicca per intenditori, in grado di riempire di leggerezza, allegria e idee stravaganti un pomeriggio di questa quarantena. Da docente, mi sono sentita immediatamente chiamata in causa dalla frase posta in epigrafe: “Meglio un asino vivo che un professore morto”, così come dal “SOMmARiO” che segue. È bastata poi l’introduzione “sotto la pioggia” di Visentin per capire che gli autori erano due simpatici burloni e che saremmo andati subito d’accordo.

Le "scelte alimentari" secondo Cavazza e Guidetti: variegate, contraddittorie, perfetta fotografia del nostro presente

Scelte alimentari. Foodies, vegani, neofobici e altre storie
di Nicoletta Cavazza e Margherita Guidetti
Il Mulino, 2020

pp. 154
€ 12 (cartaceo)
€ 4,54 (ebook)


In queste settimane di reclusione, tra Pasqua e Pasquetta a casa, quanti di voi hanno cambiato le proprie abitudini alimentari? Pane fatto in casa, piatti "svuota-frigorifero", adattarsi a mangiare quel che resta per non uscire una volta in più a fare la spesa o, viceversa, trovare sempre un ingrediente che manca, pur di avere una giustificazione per andare sconsiderevolmente al supermercato... Vi riconoscete in alcuni di questi comportamenti? 
Ecco, in un momento come questo, in cui il cibo assume un valore nuovo, il libri di Nicoletta Cavazza e Margherita Guidetti è tanto interessante quanto doveroso, e meriterebbe di essere completato da un nuovo capitolo, dedicato appunto al "cibo in quarantena".
Sappiate che se vi siete ritrovati a mangiare di più del solito, semplicemente perché eravate tutti insieme attorno al tavolo di casa, o vi siete concessi un po' di cibo "proibito" durante gli altri giorni, è tutto normale: abbiamo bisogno di comfort food e anche le ricerche dimostrano che se siamo in compagnia, si consuma persino il 50% in più delle porzioni normali! 

"Il diritto di opporsi": una storia di umanità nella realtà giudiziaria degli Stati Uniti


Il diritto di opporsi
di Bryan Stevenson
Fazi, 30 gennaio 2020

Traduzione di Michele Zurlo

pp. 446
€ 16,00 (cartaceo)
€ 7,99 (e-book)



Il diritto di opporsi è uscito per la prima volta negli Stati Uniti nel 2014 ed è stato per 188 settimane nella classifica dei miglior saggi tascabili del New York Times, balzando al primo posto quando il film tratto dal libro è uscito nelle sale. Nulla di sorprendente, se non fosse che l’autore, Bryan Stevenson, racconta nel suo testo che Fazi Editore ha pubblicato in contemporanea con l’uscita della pellicola nelle sale italiane la lotta per i diritti dei detenuti nel braccio della morte ingiustamente condannati, tutti di colore. Lo stesso autore non credeva tanto nelle potenzialità del suo testo, tanto da aver dichiarato di non essere convinto che scrivere il libro fosse una perdita di tempo. Nulla di più sbagliato, perché chiunque si addentrerà nelle pagine dalla forte patina forense di questo giovane avvocato che decide di combattere per la libertà, avrà fatto invece un ottimo investimento di tempo.

Di coraggio e di amicizia: "Nessuno saprà che sei qui", l'esordio di Nicoletta Giampietro

Nessuno saprà che sei qui
di Nicoletta Giampietro
tre60, 2020

Traduzione di Francesca Gimelli

pp. 368
€ 18,60 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)


1942: quando il dodicenne Lorenzo arriva a Siena, non ha ancora capito il motivo per cui ha dovuto lasciare la sua Tripoli per andare dai parenti in un posto senza mare. Non ha neanche capito perché ha dovuto lasciare mamma e papà e andare a vivere con il nonno e la zia. Lì non conosce nessuno, ma non ci vuole molto per farsi amico il ragazzino del negozio di alimentari davanti a loro, Franco. Lui è il balilla perfetto: crede in quello che fa, osanna il Duce e non vede l'ora di compiere l'età giusta per potersi arruolare come volontario. Anche Lorenzo all'inizio ha le sue stesse idee, per quanto molto più pacate; poi, qualcosa vacilla. È per il suo amico Daniele Neri, ma è anche per il dottor Matteo Castelli; entrambi hanno lo stigma di essere ebrei. Lorenzo non capisce dove sia il problema, ma presto la minaccia del rastrellamento diventa realtà e l'unica cosa che riesce a fare è strappare Daniele al destino di deportazione che invece aspetta tanti altri ebrei, e nasconderlo nella sua soffitta. 

"Gli altri" di Aisha Cerami: l'appartenenza a un gruppo e l'intolleranza verso il diverso


Gli altri
di Aisha Cerami
Rizzoli, 2019

pp. 288
€ 18 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)




“Al Roseto il mistero era tollerato solo se faceva parte del passato. Tutto quello che condizionava il presente poteva essere nascosto solo per mantenere la pace della comunità” (p. 54)
Aisha Cerami, attrice italiana di cinema e teatro, collaboratrice per anni de Il Sole 24 Ore, pubblica per Rizzoli il suo primo romanzo e, con ironia (ma anche, a tratti, con genuino orrore), ci conduce alla scoperta di un condominio, una piccola comunità chiusa che con le sue manie di persecuzione, i suoi egoismi e le sue stranezze, descrive egregiamente una certa deriva sociale che il nostro Paese ha vissuto negli ultimi decenni.
Il Roseto è un condominio di soli quattro piani, nella periferia italiana: un’oasi verde di pace e armonia che spezza la grigia monotonia di certi quartieri popolari. Una piccola comunità che vive in amicizia e collaborazione, un equilibrio che viene spezzato dalla morte di un’anziana condomina, il cui appartamento viene quindi affittato a una nuova famiglia: padre, madre e figlioletto di tredici anni. Gli altri, appunto.

#CriticaLibera - Libri curiosi per lettori curiosi

La vita, le abitudini e i vizi degli scrittori vi attirano tanto quanto l'officina editoriale? Allora non perdetevi i consigli qui sotto, dedicati a libri che sanno raccontare aspetti curiosi del mondo del libro. Lo scorso anno ero rimasta particolarmente coinvolta da Risvolti di copertina di Cristina Taglietti (che avevo recensito qui), ma nella mia libreria, vicino a questo libro ce ne sono altri di cui vorrei parlarvi. 


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Uscito nel 2015 per Einaudi, Centolettori è un titolo imperdibile per chi voglia scoprire nuovi libri da leggere affidandosi alle parole dei grandi collaboratori della casa editrice Einaudi. In questo volume sono raccolte ben 194 schede di lettura scritte tra il 1941 e il 1991 dai grandi nomi che hanno lavorato all'Einaudi, come ad esempio Calvino, Ginzburg, Vittorini, Fruttero e Lucentini, Argan, Contini, Ripellino, Segre, nonché dai "padri fondatori", ovvero Pavese, Bobbio e Mila. 
Al giorno d'oggi è facile riconoscere in alcuni titoli il capolavoro, ma all'epoca, ovvero quando quel manoscritto era semplicemente un romanzo da decidere se trasformare o meno in una pubblicazione, tutto era ancora da scrivere, tra rischi, delusioni, colpi di scena che hanno ribaltato le sorti. 
Centolettori non è chiaramente un libro da leggere dall'inizio alla fine, ma con le sue 468 pagine costituisce un patrimonio di consigli, di curiosità, da sfogliare quando si è in cerca di entrare davvero nel mondo dell'Einaudi e di scoprire più da vicino cinquant'anni di lavoro e di grandi scommesse.



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Passiamo allo sfiziosissimo librino di Mason Currey, Rituali quotidiani, che in Italia è stato edito da Vallardi nel 2016. Oltre centocinquanta artisti, letterati e non, vengono raccontati attraverso i loro vizi creativi: non vi siete mai chiesti come, dove e quando Orwell ha scritto 1984? O se Calvino fosse uno scrittore diurno o notturno? Le vostre domande possono finalmente trovare risposta e grande soddisfazione nello sfogliare compulsivamente questa "bibbia" dei rituali, più o meno razionali, degli artisti.
Altra cosa appagante: molto spesso, sono gli artisti stessi, attraverso le loro parole, a raccontarsi, perché Currey ricorre a stralci di interviste, a pagine autobiografiche, a confessioni pubbliche o private dei singoli autori. Ecco, ad esempio, le parole di Hemingway: 
"Quando lavoro su un libro o su un racconto, scrivo tutte le mattine, se possibile non appena sorge il sole. A quell'ora non ti disturba nessuno ed è sempre fresco o freddo, così puoi metterti al lavoro e scaldarti scrivendo. Leggi quello che hai scritto e siccome hai l'abitudine di smettere di scrivere quando sai già cosa viene dopo, riprendi da lì. Scrivi finché non arrivi un'altra volta in un punto da cui potresti proseguire, ma ti fermi lì, provi a sopravvivere fino al giorno dopo e quindi attacchi di nuovo. Se cominci alle sei del mattino, puoi tirare fino a mezzogiorno o anche smettere prima. Quando ti fermi ti senti svuotato e allo stesso tempo ti rendi conto che ti stai riempiendo di nuovo, come quando hai fatto l'amore con qualcuno che ami. Non c'è niente che può ferirti e non può succederti niente, e intendo davvero niente, finché non ricominci, il giorno dopo, e rifai la stessa cosa. È l'attesa del giorno dopo che è dura da sopportare. (pp. 67-68)

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Il terzo libro che vorrei segnalarvi risale al 2017 (erano forse gli anni in cui andavo più a caccia di questo tipo di letture, affamata di curiosità editoriali) e s'intitola Lei non sa chi sono io (Bompiani). Mauro Baudino, noto giornalista e autore, percorre un'altra curiosa via di ricerca: quella degli pseudonimi. Perché così tanti scrittori hanno deciso di cambiare nome, e soprattutto come hanno scelto l'altro? 
Passando da casi più noti, come quello di Umberto Saba, ad altri più singolari, come quello di Teofilo Folengo, Baudino ci racconta in 10 ricognizioni queste incredibili storie di cambiamento, motivate dalle esigenze più disparate (dalla volontà di non offendere all'amore, dal marketing a questioni economiche,...). 
Nel libro sentirete parlare di: Roman Gary, Carlo Collodi, Alberto Moravia, Joseph Conrad, Teofilo Folengo, Umberto Saba, Fernando Pessoa, Pablo Neruda, Voltaire, fino al caso emblematico di Elena Ferrante. 




GMGhioni