L'annusatrice di libri
di Desy Icardi
Fazi Editore, 28 febbraio 2019
pp. 382
€ 16,00
Se vi dicessi che Tre uomini in barca di Jerome, secondo la protagonista de L’annusatrice di libri, emana un «effluvio gaio e spensierato» (p. 170), concordereste? E che parole vi verrebbero in mente per descrivere i profumi del libro che tenete adesso sul comodino o del vostro libro del cuore? Non parlo dell’odore della carta, nota droga dei bibliofili più accaniti. Non confondiamo gli annusatori in questione: parlo della capacità di leggere un libro affondando il naso tra le sue pagine e non usando la successione di parole che lo compongono.
Perché questo è esattamente quello che è successo ad Adelina. Nella Torino del 1957 la quattordicenne, originaria di una famiglia contadina piemontese, inizia il suo percorso scolastico liceale in città, in una scuola cattolica dove i genitori (più il padre, in verità) l’hanno mandata a studiare per scampare alle (presunte) avances di un giovanotto del paese. Alloggiando a casa della zia Amelia Peyran, vedova di un dignitario della marina, Adelina si trova tuttavia ad affrontare un imprevisto: non riesce più a leggere. Vede le lettere, ma per dare un significato alla loro successione spende decine di minuti di fatica. Conseguenza di questa lettura frustrante è, inevitabilmente, il calo del rendimento scolastico. A nulla servono le sgridate e le umiliazioni del severissimo reverendo Kelley, insegnante di Lettere, e nemmeno l’aiuto della brillante compagna di classe Luisella Vergnano. Tutto sembra perduto quando, improvvisamente, comprende che per leggere le basta seguire gli effluvi emanati dai volumi e lasciarsi andare ai profumi. Quanto durerà questo dono e in che modo queste sue capacità si intrecceranno con gli interessi dell’ecclesiastico professore e del padre di Luisella, notaio appassionato di manoscritti antichi?