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#EditoriaInProgress: "Scegli me. Giornalismo editoriale tra carta e web"

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All’Università Cattolica di Milano ha avuto ieri luogo il secondo incontro di Editoria in progress, un ciclo di dibattiti e tavole rotonde per capire grazie ai pareri e alle testimonianze di esperti del settore come sta cambiando il mondo dell’editoria contemporanea, quali sono le tendenze e i filoni di ricerca, le opportunità di interazione tra il cartaceo e il digitale. La rassegna è curata dal Master in Professione editoria dell’Università Cattolica, in collaborazione con l’Associazione Italiana Editori, l’Unione Editori e Librai Italiani Cattolici, il Creleb (Centro di Ricerca Europeo Libro Editoria e Biblioteca)  il Progetto LIA (Libri Italiani accessibili). Dopo la prima tavola rotonda incentrata sul tema dell’editoria religiosa (“Editoria e Fede. Dalla ricerca di senso al best-seller”), il secondo incontro, dal titolo “Scegli me. Giornalismo editoriale tra carta e web”, è stato dedicato al mondo della mediazione editoriale.
Dopo il discorso di apertura del direttore Edoardo Barbieri, la moderatrice, nonché coordinatrice del Master, Paola Di Giampaolo ha introdotto il contesto del dibattito. In un panorama sempre più affollato per iniziative, pubblicazioni e altri prodotti editoriali, in cui le fonti di informazione si moltiplicano tra la stampa tradizionale (quotidiani, riviste specializzate, periodici culturali), i social network, i siti di e-commerce, i blog, come  scegliere tra le centinaia di proposte giornaliere?
Si consideri, infatti, che sono circa 180 i titoli che quotidianamente vengono pubblicati in Italia, per un totale di circa 65.000 cartacei all’anno e 20.000 e-book, suddivisi tra più di 8400 editori. E, sul fronte opposto di chi in editoria ci lavora, come si fa a farsi scegliere?

È evidente che, con l’emergere di nuovi prodotti finalizzati al consumo culturale, di diverse forme comunicative e canali - compreso il complesso fenomeno del self-publishing che va ancora indagato e compreso fino in fondo - devono essere concepiti nuovi modelli di business e studiate nuove opportunità di mediazione e approfondimento. Ne abbiamo parlato insieme a Fiammetta Biancatelli, responsabile ufficio stampa e relazioni esterne della casa editrice Newton Compton, Paolo Di Stefano, autore e giornalista culturale del Corriere della Sera, Umberto Lisiero, autore, blogger, esperto di social media e Francesca Santarelli, co-fondatrice del portale web Tropico del libro. I relatori hanno espresso le proprie idee sui cambiamenti del mestiere del giornalista e del mediatore editoriale.

 Lisiero è autore di Newspaper Revolution. L’informazione online al tempo dei social network (2013) e coautore di Viral Video. Content is King, Distribution is Queen (2013), editi da Fausto Lupetti editore. Il primo dei due studi, in particolare, vuole approfondire il modo in cui è cambiato il giornalismo nell’era della rete fornendo chiavi di lettura per la comprensione del contesto attuale. Allargare il pubblico abbattendo i costi è stato il primo scopo del giornalismo online che, in seguito, ha moltiplicato le sue funzioni e potenzialità. Lisiero ha espresso un concetto molto interessante: il giornalismo in rete sarebbe  una sovrastruttura all’interno della quale i generi giornalistici convivono e si trasformano. La scrittura richiama, infatti, la tradizionale forma su carta, l’inserimento di video la forma televisiva, i podcast quella radiofonica. Ha, inoltre, suggerito l’idea del passaggio da un giornalismo-lezione a un giornalismo-conversazione, capace di suscitare reazioni nel pubblico. Come può essere adeguatamente sfruttato internet se non come una possibilità di relazione?

Paolo Di Stefano del Corriere della Sera ha parlato delle trasformazioni del mestiere del giornalista avvenute negli ultimi decenni. Già dalla fine degli anni ’80, con l’integrazione della pagina culturale all'interno del giornale, si può parlare di una prima vera innovazione. La cultura inizia a porsi sullo stesso piano degli altri settori, si delineano nuovi percorsi nel mondo dell’informazione. Tutto ciò si è, ovviamente, intensificato con l’arrivo del digitale e la conseguente frammentazione del pubblico di lettori/utenti. Da giornalista che si è sempre occupato di approfondimenti culturali, Di Stefano ha auspicato il ritorno a una forma di comunicazione più “gerarchica”, a cui spesso si rinuncia in un web che tende sempre più all’appiattimento. In questo discorso si inserisce l’esigenza di riportare in auge la recensione come luogo principe dell'approfondimento critico. Il web può benissimo essere l’universo in cui, senza rinunciare all’autorevolezza e all’indagine letteraria, si sperimentano forme diverse di discussione intorno ai libri e alla lettura. Il forum Leggere e scrivere del Corriere - curato dallo stesso Di Stefano - ,è un esempio di canale attraverso cui “entrare a diretto contatto con la pancia dei lettori”. Ma si pensi ancora a “La Lettura”, inserto culturale del famoso quotidiano, particolarmente innovativo perché capace di unire riflessione sulle idee, recensioni e interventi letterari, attenzione al digitale e ai nuovi media. Per concludere, Di Stefano ha significativamente posto l’accento sulla responsabilità del giornalista editoriale come mediatore e “filtro” culturale. A lui spetta il compito di recuperare le notizie degne di attenzione, separandole dal brusio informativo in cui siamo immersi.

A seguire, Francesca Santarelli del Tropico del Libro ha raccontato la nascita del progetto di cui è stata ideatrice insieme e Sergio Calderale. Nato come spazio in cui offrire una rassegna stampa di brevi articoli di attualità editoriale, con il tempo l'idea si è largamente estesa e oggi  il loro è uno dei più conosciuti portali indipendenti di informazione editoriale. Animato da ideali culturali precisi, il Tropico del Libro non si propone come spazio in cui fare solo cronaca; al contrario, cerca di amplificare le “voci che siano humus” e mettere in comunicazione i diversi attori della filiera. Più di tutto si tenta di progettare, sperimentare. Basta fare un giro sul sito per rendersi conto della varietà dei contenuti: dalle biblioteche alle librerie, dai booktrailer alle norme sul copyright, dagli editori alle fiere, passando per i social network, i servizi editoriali, la formazione, gli scrittori online e le riviste digitali.

Infine, è stata la volta di Fiammetta Biancatelli di Newton Compton che ha spiegato come si è trasformato, con l’avvento del digitale, il lavoro dell’ufficio stampa di una casa editrice. Qualsiasi attività di promozione non può più prescindere dal confronto con la realtà del web come luogo di discussione (blog, riviste, forum), di condivisione (social reading e social network in generale), di scouting. La casa editrice ha, infatti, pubblicato Ti prego lasciati odiare (2013) di Anna Premoli, uno dei pochi casi di vero successo del self-publishing in Italia, e ha in via di pubblicazione altri cinque autori scoperti sul web. Biancatelli si è concentrata sulla ricchezza della rete come terreno di proposte e di sperimentazione e ha spiegato che ogni libro va promosso secondo strategie diverse. Opinione condivisa anche da Lisiero il quale ha parlato anche in veste di autore, oltre che di studioso, richiamando il concetto di storytelling (proprio del marketing) come strumento importantissimo per la commercializzazione e la comunicazione di prodotto nonché strada sempre efficace per un dialogo con il pubblico. Per questo i semplici comunicati stampa non bastano più e servono forme di innovazione anche in ambito promozionale molto vicine al linguaggio del web, regno della comunicazione condivisa.

Anche stavolta, dunque, tanti spunti di estremo interesse e una tavola rotonda dalla cifra multiprospettica. Solo da questa prospettiva si può guardare un mondo che cambia a una velocità sorprendente e di cui non si può comprendere l’evoluzione senza porsi in un atteggiamento di apertura, dinamismo, curiosità.. sempre sorretti dalla passione e dalla ricchezza che derivano dallo studio della tradizione.


Claudia Consoli

[Vi ricordo che il terzo incontro di Editoria in progress si terrà martedì 7 maggio alle ore 16.30 e avrà per tema ”Editoria accessibile: nuove opportunità del digitale” (a cura di AIE e Progetto LIA).
Potete trovare tutte le informazioni qui.]