I dolci riti di Misia Donati

"Primi riti del dolce sonno"

di Misia Donati

Zandegù editore, Torino 2006




pag. 135
€ 9.00


Una storia di accettazione della diversità: ecco come Misia Donati presenta per bocca del giovane protagonista il problema della narcolessia. I tre personaggi, a uno stadio avanzato di quella che il mondo medico definisce "malattia", decidono di ritirarsi dieci giorni in una villa abbandonata per affrontare un misterioso Programma che verrà rivelato solo alla fine del libro. Unici bagagli? Un minimo di vettovaglie, futon, e pillole, molte pillole, che cancellino dal sonno i terribili incubi che impediscono ai tre ragazzi di dormire serenamente. In più, da adolescenti che si rispettino, cd (i Placebo) e stereo per accompagnare questo viaggio nella scoperta del sonno.

Molto innovativa è la scelta di una tematica così poco toccata dalla letteratura contemporanea - ricordiamo con piacere Stefano Benni, ad esempio -, e anche per questo Misia Donati sceglie di corredare ogni giornata con un breve brano di neuropsicologia, tratto dal sito omonimo*, per oggettivare le difficili tappe che i personaggi stanno affrontando.

Nella struttura, è chiaro l'omaggio alla tradizione novellistica: anzitutto per la divisione in dieci giornate; in secondo luogo, per l'idea della villa isolata dove questi giovani si ritirano.
Lo stile, al contrario, si rifà alla letteratura contemporanea, con una sintassi esile, per non dire scarna, talvolta nominale. Molto utilizzati le parentesi e gli spazi bianchi, quali luoghi di riflessione per lasciare il lettore a pensare, solo.

Nell'insieme, senza attendersi uno stile particolarmente raffinato o variato, siamo davanti a una lettura da percorrere d'un fiato, lasciandosi coinvolgere.

Anathea


*www.neuropsicologia.it