Il silenzio del dolore


"E non disse nemmeno una parola"
di Heinrich Böll
1995, Oscar Mondadori [1953, originale]
collana: scrittori del Novecento

pagg. 217 + introduzione iniziale
Traduzione: Italo Alighiero Chiusano

Prezzo: 6,20 €

Heinrich Böll, a contatto con una Germania da ricostruire, ancora avvolta nelle macerie e nella povertà, offre ai lettori una cronaca d'amore e di vita aspramente accattivante ed esempio eccellente della Trummerliteratur (letteratura delle macerie). "E non disse nemmeno una parola" è considerato infatti il miglior romanzo di Böll, , in quanto la spontaneità della parola è intrecciata ai temi-chiave dell'autore tedesco: amore e religione. La religione che aleggia tra queste pagine è ancora motivo di ingiustizia, aggrappata al piedistallo del cattolicesimo e poco comprensiva verso tanti miseri discepoli.Un caso esemplare è quello dei protagonisti, Fred e Kate, sposati e con tre figli, ma divisi dalla miseria. Fred, infatti, incapace di restare nella lugubra povertà della loro unica stanza, vagabonda per la città, lavorando come precettore per gli ultimi borghesi e centralinista. Il racconto prende avvio dalla preparazione di un incontro, tra Fred e Kate, come ne avvenivano di tanto in tanto in alberghi malfamati, compatibilmenteai risparmi e ai bambini. La situazione viene presentata molto bene dalla tecnica narrativa: ad ogni capitolo si cambia punto di vista. In questo modo, una volta sono i pensieri di Kate, la volta dopo quelli di Fred a prendere spazio e a spiegare le due facce della stessa medaglia.Delicato nelle scelte gergali ma decisamente duro nell'argomento, l'opera di Böll è una morsa allo stomaco che denuncia un passato reale, senza fronzoli o abbellimenti forzati.

L'impalpabile penna di Banana Yoshimoto


"L'abito di piume"
di Banana Yoshimoto
Prima edizione ne "i Canguri" Feltrinelli 2005

Traduzione: A. G. Gerevini
Pagg. 130 + glossario
Prezzo: 10,00 €

Scabro ed essenziale, in pieno stile della Yoshimoto, anche questo libro tratta della ricerca di sé, intrecciata alla vicenda d'amore. La trama è semplice, ma non vuota; infatti, la protagonista Hotaru, dopo aver vissuto per anni all'ombra dell'amante, resta sola e, dal suo stato di depressione e disperazione, decide di ritornare al paese dove è cresciuta. Il viaggio è un vero e proprio percorso nel passato, delicato e incisivo al tempo stesso: Hotaru prende coscienza di sé, della sua indipendenza di pensiero e di volontà, dell'amore per i famigliari che non rivede da tempo e riscopre la bellezza di un mondo perduto, ristretto come quello di un paesino giapponese sulle rive di un grande fiume. Sarà proprio in questo luogo che incontrerà Mitsuru, ragazzo dalla triste vicenda famigliare, che dà alla protagonista una sensazione di deja-vù continuo, finché alla fine del libro si scioglierà la vicenda...
Attorniato da pochi personaggi minori, "L'abito di piume" fa leva su un buon ambiente dialogato, incastonato tra una serie continua di riflessioni. Nonostante lo stile eccessivamente paratattico - dovuto in gran parte allo stesso sistema sintattico giapponese -, notiamo un'azione lenta, che s'avvicina più a un'azione di pensiero, anziché fisica. Come Banana Yoshimoto già ci aveva abituato con i romanzi precedenti, anche qui si arriva a respirare un grande serenità finale, in un percorso di speranza inarrestabile.

Powerbook


"Powerbook"
di Jeanette Winterson
Mondadori, Milano 2002

231 pp, 8.40 €

Già a partire dalla copertina, che reca questo lunghissimo elenco di parole:
amore
destino
corpo
passion
memory
avventura
desiderio
body
dream
romance
love
progress
tragedy
letteratura
speranza
illusione
tempo
sogno

il lettore comprende che Jeanette Winterson si lascerà andare un'altra volta a un bisogno istintivo di riversare i propri sentimenti, uno dopo l'altro, alla ricerca di una condivisione muta di chi sta al di qua del foglio. Nonostante l'urgenza, le riflessioni e la buona carica aggettivale tradiscono un bel lavoro di rifinitura, accurato, dove niente è lasciato al caso: tipico della Winterson, insomma.Venendo alla trama, anche stavolta di tipo autobiografico - e autoreferenziale forse?! -, Jeanette ricorre a un ottimo stratagemma contemporaneo: internet. Da una chat con una misteriosa donna, arriva la richiesta, a bruciapelo:"Libertà, solo per una notte"Da questa richiesta, nascono una serie di storie, organizzate appunto dall'autrice per questa corrispondente. Senz'altro la Winterson non ha alcuna paura ad affondare le proprie ricerche in ambienti storici, dove si mischia amabilmente letteratura, archeologia, mitologia e un buon pizzico di leggenda. Una dopo l'altra, le storie tracciano percorsi diversi per un unico grande amore, quello che lega l'autrice alla donna che sta al di là dello schermo. Nonostante l'ottimo spunto, la messa in pratica non sembra al livello di altri libri dell'autrice: a tratti troppo arzigogolato, a tratti troppo nudo, a tratti un poco confusionario.Nell'insieme, tuttavia, resta una buona lettura.