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CritiCINEMA - "Mystic River": Un racconto forte che tocca il cuore e lascia il segno

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Mystic River - La morte non dimentica
di Dennis Lehane (traduzione di Francesca Stignani)
Piemme, 2013 (I edizione 2001)

pp. 457
€ 12


Quando sentiamo parlare di Mystic River la memoria corre al bellissimo film uscito nel 2003 con la regia di Clint Eastwood e la straordinaria interpretazione di Kevin Bacon, Sean Penn e Tim Robbins, che ha fruttato agli ultimi due la vittoria del premio Oscar.

Da sempre, però, sono irresistibilmente attratta dai testi che hanno ispirato film e serie tv, perché mi piace leggerli per poi poter fare un confronto ragionato tra le opere. Questa volta è stato davvero arduo decidere a quale delle due accordare la mia preferenza, se alla pellicola di Eastwood o al libro dello scrittore, sceneggiatore e produttore cinematografico statunitense Dennis Lehane.

La storia inizia nel 1975 nella periferia di Boston (città dove risiede l'autore e nella quale ama da sempre ambientare i suoi romanzi), zona East Buckingham, quartiere Flats, quando tre ragazzini, Jimmy, Sean e Dave, assistono al rapimento di quest'ultimo da parte di due uomini che si fingono poliziotti, ma che in realtà lo tengono in ostaggio per quattro giorni e gli infliggono indicibili torture. Da quello scantinato buio Dave riuscirà a scappare, ma qualcosa dentro di lui si romperà per sempre.

L'azione si sposta poi nel 2000, quando i tre sono ormai adulti: Jimmy è un commerciante che (forse) si è lasciato alle spalle gli anni di prigione per le accuse di furto, Sean è un poliziotto talentuoso sul lavoro ma con problemi nella vita privata e Dave ha una moglie e un bambino ma è ancora preda dei suoi fantasmi.
L'uccisione della figlia diciannovenne di Jimmy costituirà la triste occasione nella quale i tre amici di un tempo si riuniranno e saranno costretti a fare i conti con un passato solo apparentemente sepolto.
Spesso la cosa più difficile da affrontare non erano le vittime (dopotutto si trattava di morti che non provavano più dolore), ma i loro cari condannati a un futuro da morti viventi, svuotati, impermeabili alla sofferenza per aver imparato che, a volte, le cose più terribili succedono davvero.
Definire Mystic River solo un thriller sarebbe davvero riduttivo perché in questa storia è racchiusa tanta di quella vita, tanta di quella attualità e di quella emozione che difficilmente potremmo riscontrare in egual misura in un altro romanzo di questo genere.

Forte di una trama davvero densa e di uno stile che non accusa il minimo segno di cedimento nemmeno nel corso dei passaggi più duri e complicati, la vera forza della storia è costituita dalla caratterizzazione dei tre protagonisti, ognuno dei quali così intensamente ed egregiamente strutturato da poter essere considerato il personaggio principale. 
Eppure, Dennis Lehane è stato bravo nel dosare lo "spazio" concesso a ognuno di loro, cosicché il lettore li percepisce da un lato come tre magnifici comprimari, ma dall'altro come un indissolubile unicum nel quale ogni vicenda ed ogni risvolto non può che essere il frutto delle azioni di tutti. 

Se anche le mogli di Sean, Dave e Jimmy si ritrovano, loro malgrado, a muovere i fili della narrazione, lo stesso può dirsi per i cognati di Jimmy, i fratelli Savage, con attributi fisici e psicologici che descritti da qualsiasi altro scrittore avrebbero sortito un effetto tragicomico, ma che grazie alla penna di Lehane ci appaiono terrificanti.
Hai mai pensato come la più insignificante delle decisioni possa cambiare il corso delle nostre vite? [...] Sto solo dicendo che ci sono dei fili, ok? Ci sono dei fili nella nostra vita. Se ne tiri uno, tutto il resto cambia di conseguenza.
Non è un romanzo allegro, questo, è una storia molto cruda, introspettiva, che si fregia di uno stile asciutto e privo di retorica, che racconta ogni evento come fosse del tutto inesorabile, come se le azioni dei personaggi fossero sporche e inevitabili, alla stregua del fiume che si muove alle loro spalle e che dà il suo nome al libro.

Bellissime le descrizioni del quartiere popolare dei Flats che si contrappongono a quelle del più lussuoso Point, il racconto delle classi operaie che, oggi come allora, popolano le periferie delle città non solo degli Stati Uniti, da anche di tutta l'Europa, parte di un contesto anonimo che difficilmente riesce a mutare, ma che anzi probabilmente presta sempre di più il fianco alle forti differenze con la classe borghese.
«L'amavo così tanto...» disse, senza staccar gli occhi da quel pezzo di carta. «Non... non proverò mai più niente del genere. Voglio dire, non può succedere due volte, vero?». Alzò lo sguardo verso Whitey e Sean. Aveva gli occhi asciutti, ma così carichi di dolore che Sean dovette distogliere lo sguardo. «Alla maggior parte delle persone non succede nemmeno una volta» rispose Whitey.
I temi che vengono sviscerati nel corso nelle oltre 450 pagine sono molteplici e vanno dall'amicizia all'amore, dal degrado sociale al bullismo e alla pedofilia, e tutti gli argomenti vengono mirabilmente mescolati dall'autore grazie ad una scrittura dai toni realistici che aiuta a immergersi ancora di più nell'atmosfera.

Un altro punto a favore di Mystic River è costituito dal ribaltamento delle aspettative del lettore, che, proprio quando credeva di aver compreso quale fosse l'identità del colpevole, si ritrova spiazzato a fare i conti con una realtà completamente diversa, a voler significare che la verità non è sempre la più probabile, ma spesso si cela dietro un velo che costa fatica e coraggio sollevare.

In definitiva, nessuno è colpevole e nessuno è innocente fino in fondo in questa capolavoro, ma tutti si trovano a dover fare i conti con un pesante fardello dal quale è impossibile liberarsi, proprio come è impossibile liberarsi del passato: solo dall'accettazione di quest'ultimo derivano la consapevolezza ed il coraggio di affrontare il futuro, ma a volte è così difficile fare la cosa giusta che molti preferiscono crogiolarsi nell'inerzia, nella speranza che gli eventi possano mutare la propria vita, proprio come l'acqua del Mystic River che continua incessantemente a scorrere e tutto trascina, ma che niente nasconde fino in fondo.

Ilaria Pocaforza