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Bologna, 2 agosto 1980: "Due mogli" di Maria Pia Ammirati

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Due mogli
di Maria Pia Ammirati
Mondadori, 2017

pp. 139
€ 18,50



L’Italia delle vacanze d’agosto, sospinta dalle macchine, dai treni e dagli aerei, piena di frenesia trattenuta sulla soglia di un decennio che sarebbe stato nuovo ma che era vecchio [...] Erano grotteschi quegli uomini e quelle donne con pantaloncini e infradito, con le borse frigo gonfie e pesanti di panini e acqua imbottigliata in casa? O erano semplicemente impreparati ai colpi di coda della vita, speranzosi dinanzi a un futuro che baluginava all’orizzonte, ingenui di fronte a meccanismi insondabili, incapaci di pensare al male? 

2 agosto 1980: l'Italia è pronta per l'esodo delle vacanze estive, le madri preparano le borse del mare, si controllano le auto prima di mettersi in viaggio sull'asfalto già rovente, chi rimane in città spia i vicini dalle finestre pensando a chi parte e a chi resta. Le periferie, da Roma a Bologna, dormono, ancora, silenziose. È il giorno della strage di Bologna che ha squarciato in due la stazione e il paese ancora teso nella morsa della tensione.
Matilde e Marta sono le due mogli del titolo, "due donne della stessa età, due mogli con gli stessi problemi, due madri con quegli scatenati di figli, ma tanto lontane da attrarsi, ciascuna era curiosa dell’altra, era come se ognuna spiasse l’altra per carpirne la vita segreta." Organizzata e metodica l'una, caotica e disordinata l'altra, due vite così diverse da sembrare parallele, ma che in qualche modo si incontrano. In questi due personaggi si specchia tutta una generazione di donne nate tra il 1940 e il 1980 che, come ha sottolineato la stessa autrice, stavano faticosamente cercando di definirsi nella famiglia, nel lavoro, nella sessualità. 
Il punto di vista femminile è potente, è reale, è privilegiato. Ma non ci sono solo le donne: nel libro si aprono spazi molto intensi di racconto della parte maschile di quella stessa generazione, con una serie di figure che prediligono l'arte della fuga, del silenzio, a volte dell'ignavia. Molto vere e, nella loro maniera, profonde tanto quanto quelle femminili. 

Due mogli racconta una terribile giornata che ha fatto la storia attraverso una serie di storie che si incrociano: latitudini diverse, ma uno stesso intervallo temporale, scomposto e ricomposto a costruire un disegno. Tra gli aspetti più interessanti del romanzo c'è proprio la sua (de)costruzione temporale: tutto si svolge nell'arco di 24 ore, con un puzzle di storie che prende forma progressivamente. Un giorno, un tempo che sembra infinito. Questo si rispecchia anche nella scelta di intervallare la narrazione con articoli di giornale dell'epoca (le voci di Biagi, di Stella, i bollettini meteo, le prime pagine...), a sottolineare i tanti modi con cui la storia entra dentro le storie delle persone che finiscono per essere involontarie protagoniste della tragedia: 

Eravamo tutte finite in una storia più grande di noi, ma senza chiederlo, senza desiderarlo. Eravamo state inghiottite da un mostro, era questa la sensazione che provavamo, una creatura estranea si era impadronita dei nostri spazi e del nostro tempo. 

È un libro di grande forza emotiva, sia per l'impatto che ha sul lettore (come schegge che lo colpiscono), sia per la rielaborazione di storie reali confluite in un unico destino, come vasi comunicanti: Gianna che studia lettere a Bologna, Marina che ha appena iniziato a lavorare, la famiglia Di Giacomo che parte per le vacanze, Domenico che si prepara per un'altra giornata in negozio, Marta che fa i conti con una nuova vita. 
C'è dentro tutto il senso dell'essere superstiti. Anzi ancora di più: testimoni


Claudia Consoli