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Lungo il fiume delle nostre vite: Come siamo diventati nordcoreani di Krys Lee

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Come siamo diventati nordcoreani
di Krys Lee
Codice Edizioni, maggio 2017

Traduzione Stefania De Franco, Flavio Iannelli e Daria Restani

Pp. 298
€18 





Ma una cosa la ricordo: il fisico da ballerina chino su di me, l'odore di aghi di pino bagnati e la promessa della primavera.

Tutti noi, chi più chi meno, abbiamo riso sui meme e sui fotomontaggi con protagonista Kim Jŏng-ŭn, l'attuale, così come recita la sua carica ufficiale, Guida suprema della Repubblica Popolare Democratica di Corea. Eppure il despota nordcoreano (perché è di questo che si tratta, meglio tenerlo sempre bene in mente) è uno dei personaggi politici e militari oggi in circolazione più chiacchierati ma di cui meno si sa. Infatti la Corea del Nord, ancora nel 2017, è uno degli Stati più impermeabili di tutti. Si ride insomma ma non si sa bene di cosa si stia parlando: già perché se si conoscesse meglio la situazione non ci sarebbe spazio per frizzi e lazzi ma solo per dolore, tragedia e sangue, troppo sangue che in questi anni ha macchiato quella martoriata terra. Di questo e di molto altro parla Come siamo diventati nordcoreani di Krys Lee, uscito per Codice Edizioni.

Krys Lee, a differenza di altri autori nordcoreani che hanno recentemente pubblicato libri con al centro la loro Patria, non calca mai la mano. Come siamo diventati nordcoreani non è infatti un libro che, come talvolta si è soliti leggere nelle recensioni letterarie, né un libro necessario, né un libro doloroso né tanto meno un libro che parla di tutti noi. No niente affatto. L'opera di Krys Lee è un libro molto specifico e singolare, ma che proprio in questa sua specificità e singolarità trova una forza e un'ampiezza di messaggio francamente rari. Infatti lo stile di Lee è placido e sinuoso come un giardino ben curato, magari anche ricco d'acqua: non sforza mai i periodi o i termini usati (o almeno non lo si nota nella traduzione di Stefania De Franco, Flavio Iannelli e Daria Restani) non sono mai sopra le righe ma, forse proprio per questa forza mite che mette nelle parole, le frasi e i periodi di Lee sono così vigorosi. 

Si raccontano storie di persone più o meno comuni ma non solo appartenenti a quello che una volta si sarebbe detto proletariato ma si prendono in esame anche uomini e donne appartenenti a classi più altolocate che, per qualche rovescio del destino (leggasi bizza del dittatore) si ritrovano nel guano e nel fango della più bassa delle condizioni umane. 

Krys Lee racconta senza censurare nulla qual è la vita al giorno d'oggi in Corea del Nord: una vita molto spesso che vale meno di niente, specialmente se si trova, per una qualsiasi motivazione, in rotta di collisione con i capricci e le volontà della Guida suprema della Repubblica Popolare Democratica, una sorta di grande boss di fine livello che finisce, volenti o nolenti, per marchiare a fuoco e influenzare grandemente la biografia di tutti.
Ogni volta che la mia città natale mi fosse apparsa come un sogno impossibile, quel primo bacio mi avrebbe ricordato chi ero stato.
Non c'è un vero e proprio protagonista in questo libro visto che è formato da una serie di co-protagonisti che concorrono a trattare il grande tema centrale: ovvero la Corea, nello specifico la Corea del Nord. Corea che, lungi dall'essere idealizzato o peggio, viene descritta, ancora una volta, nella sua totale concretezza. E proprio per via di questa sua realtà estrema è tanto agognata, sognata e, in ultima analisi, rimpianta dall'autrice: tanto è vero che Krys Lee, come molti dei personaggi raccontati, è lei stessa un'esule. 

Ecco allora che Come siamo diventati nordcoreani è, soprattutto, un libro bellissimo da leggere che, nonostante presenti più di un inciampo e qualche momento di stanca, appassiona il lettore, anche quello più frettoloso e distratto. 

Un po' come quei personaggi da GDR con la lanterna in mano che se ne vanno ad esplorare antichi templi, pure noi, metaforicamente parlando, ci ritroviamo a scoprire un mondo al contempo vecchio e nuovo come di Corea. Un viaggio che vale più di tutti i meme di questa Terra, ne siamo sicuri. 

Mattia Nesto