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#SalTo30: impressioni a caldo

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Salone Internazionale del Libro,
18-22 Maggio 2017

XXX edizione


Foto di Debora Lambruschini

Di ritorno dalla trentesima edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino, scrivo a caldo queste mie, personalissime, impressioni, su quella che resta probabilmente la festa dell'editoria più bella e ricca - di espositori, eventi, storie - nel panorama culturale italiano, magistralmente diretta dallo scrittore Nicola Lagioia al suo esordio come direttore editoriale.
Un evento anticipato, come sappiamo, da qualche polemica: l'organizzazione a Milano, appena qualche settimana prima del Salone, della fiera Tempo di Libri e la scelta di alcuni importanti editori di presenziare all'una o all'altra manifestazione, hanno animato per un po' il dibattito culturale su stampa e social, mentre ci si chiedeva quale impatto la "concorrenza" milanese avrebbe avuto sulla storica fiera che ogni anno a Maggio richiama un pubblico numerosissimo di lettori e professionisti. Ed è proprio di questi giorni la conferma che, anche per l'edizione del prossimo anno, il Salone del Libro di Torino rimarrà l'appuntamento irrinunciabile del mese di Maggio che nel 2018 si svolgerà dal 10 al 14. Al di là di polemiche e confronti, tuttavia, quello che qui mi preme sottolineare non è tanto il confronto-scontro tra i due eventi (per farlo in maniera puntuale e ragionata bisognerebbe in primo luogo aver preso parte ad entrambe le manifestazioni per l'intera durata e non è stato questo il mio caso) quanto le sensazioni, personalissime, suscitate dall'esperienza torinese, anche quest'anno vissuta da lettrice e professionista del settore editoriale. Uno sguardo doppio, quindi, che mi ha permesso di apprezzare lo spirito di festa, innovazione e creatività che si respirava tra i padiglioni, quest'anno ancora più forte.
Per gli addetti ai lavori, il Salone è un lungo, meravigliosamente stancante, tour de force: mille eventi, amici da salutare, panel e presentazioni a cui partecipare, chilometri macinati, treni da prendere e articoli da consegnare, foto e video da condividere, in un equilibrio precario tra la gioia di trovarsi proprio lì, dove ogni anno convergono le idee e le storie più belle del mondo editoriale, e la capacità di vedere anche i punti deboli di una manifestazione la cui ricchezza stessa è, appunto, forza e debolezza. A mio parere, il "limite" principale è appunto questo, la sovrabbondanza di cose che rischiano di confondere il pubblico: anche questa volta mi chiedo se, in qualche modo, non sarebbe forse più opportuno dividere la fiera in due momenti distinti, uno dedicato ad incontri, presentazioni, dibattiti (in molti casi davvero interessanti, con ospiti di fama internazionale e talenti nostrani) e l'altro alla variegata offerta della case editrici presenti, numerosissime anche quest'anno, con il loro catalogo di pubblicazioni e novità in anteprima (un'opportunità, quest'ultima, davvero interessante per i lettori che normalmente non hanno accesso ai libri in anteprima). Poi, come ogni anno, qualche difetto logistico - probabilmente difficile da evitare - tra cui una connessione wi-fi troppo lenta ed aree stampa non particolarmente ben attrezzate, mentre una novità senza dubbio positiva è stata la possibilità per i blogger culturali di accredito al pari dei colleghi giornalisti.

Foto di Debora Lambruschini
Questa edizione, partita come si diceva tra le polemiche, è stata a mio avviso la più bella a cui ho preso parte, complice un palpabile clima di festa che era impossibile non notare. "Oltre il confine" il tema scelto e declinato in numerose sfumature, tantissimi gli ospiti e gli eventi imperdibili, attenzione particolare alla scrittura femminile e "Another Side of America" la sezione speciale dedicata ad autori e narrazioni statunitensi, per un grande evento che, come ogni anno, esce dai confini dello spazio fieristico per coinvolgere la città di Torino tutta, con il SaloneOff e i tanti eventi collaterali che hanno animato il capoluogo piemontese. Un'atmosfera festosa, si diceva, che ha reso quest'edizione davvero piacevole, meno "ingessata" - passatemi il termine - degli scorsi anni: una ventata d'aria fresca, complice la nuova direzione e, chissà, magari anche la competizione stessa con la fiera di Rho.

E poi gli espositori: attenti al dettaglio, a dare il massimo in quella che è, in fondo, la vetrina più importante nel panorama editoriale italiano, hanno saputo proporre libri, storie, eventi, disponibili a dialogare con i lettori, incuriosirli, consigliarli e, perché no, in qualche caso offrendo in serata perfino un aperitivo, nel nome di quel generale clima di festa cui accennavo. In un'atmosfera del genere, quindi, si è sentita poco o nulla la mancanza dei big dell'editoria che non hanno partecipato; una scelta che senza dubbio ha giovato alle case editrici più piccole, in sostanza protagoniste dell'evento, per una volta non oscurate dagli stand enormi di grandi gruppi editoriali, e che sono riuscite, quindi, ad avvicinare più direttamente il pubblico di lettori mettendo a disposizione cataloghi, novità in anteprima, gadget di vari genere, copie autografate, spuntini e quant'altro.

Ecco, un'altra impressione assolutamente positiva che ho avuto da questo Salone è stata l'attenzione a tutto ciò che sta intorno al libro, quest'anno ancora più protagonista: il dietro le quinte con editori e social media manager quasi sempre bendisposti a presentare il loro lavoro e la casa editrice, la fondamentale attività di traduzione al centro anche di diversi panel a cui il pubblico ha partecipato numeroso, i corsi e le scuole legate al mondo del libro, le nuove sfide dell'editoria, il ruolo delle biblioteche, la promozione culturale che passa dal web. Non da ultimo, le riviste letterarie - digitali ma anche cartacee, come per esempio The FLR e Carie Letterarie, due realtà diverse ma molto interessanti - e lo spazio a modalità di narrazione alternative al romanzo, per lungo tempo genere egemone, tra cui la short story, che sta (ri)conquistando anche in Italia un pubblico di lettori - e scrittori che ad essa si dedicano con passione - sempre più numeroso e fedele. A tal proposito, se fino allo scorso anno aggirarsi tra gli stand cercando raccolte di racconti era un'impresa non proprio semplice, quest'anno sono sempre più numerosi gli editori che annoverano nel loro catalogo almeno un paio di raccolte notevoli, non soltanto tra i classici della narrativa breve italiana e straniera, ma anche tra le novità più recenti. E c'è perfino chi, coraggiosissimo, sceglie di pubblicare esclusivamente short story, come la neonata Racconti edizioni che, vi posso garantire, se passavate dal loro stand riuscivano a convincere anche il più affezionato lettore di romanzi a dare almeno una chance a questa forma tanto bistrattata.

Foto di Debora Lambruschini

Insomma, come ogni anno il Salone di Torino si conferma un appuntamento imperdibile per lettori e professionisti dell'editoria, pronto ad accogliere appassionati di ogni età e preferenze di lettura. Un clima gioioso, una manifestazione ricchissima di spunti, incontri, idee e progetti da realizzare.
Un vittoria, non solo per Nicola Lagioia ma per tutti quanti noi che ogni giorno crediamo nel potere dei libri.