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«Non è facile decidere di prendere parte a una disperazione. Sapendo di essere dei comprimari».

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Ogni spazio felice
di Alberto Schiavone
Guanda, 2017

pp. 240
€ 16 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)



Alcol per lei. Rimpianti per lui.
Non è poi così difficile divenire complici anche senza volerlo. Può bastare essere innamorati.
(p. 204)

Milano, ma non la Milano della movida, né la Milano dagli orari stressanti e delle corse sue e giù dai mezzi pubblici. Ma una Milano addormentata, che dilata la sua settimana in una routine paralizzante, drammaticamente uguale, tacita complice dei vizi e delle dipendenze, indifferente a chi ormai è emarginato e continua così a emarginarsi
In questa Milano vivono Ada e Amedeo, sposati da tanti di quegli anni, da tante di quelle settimane sempre uguali da essere ormai una cosa sola. E dire che Amedeo si lamenta tra sé e sé dell'alcolismo preoccupante di Ada, che si rifugia in un altrove fatto di temporanea euforia e successiva disperazione. Ma anche suo marito non è da meno: pur restando sobrio, si ubriaca di storie, che nascono nella sua mente come unica evasione dal quotidiano. Allora ecco che la nuova vicina del piano di sopra, giovane e altissima, così gentile nel suo presentarsi ad Amedeo, diventa l'oggetto prediletto dei desideri e di fantasie sessuali. In realtà, Amedeo sale solo per accontentare Ada che, urlante, protesta contro l'acqua che cade dal piano di sopra, bagnando anche i fiori sul loro balcone. Che cosa ha ridotto così Ada, stimatissima professoressa di lettere? E perché Amedeo non trova la forza di reagire?

È una situazione potenzialmente infinita, quel traboccare quotidiano del contenitore del vetro, le urla, i pianti, l'odore di chiuso della casa, la trasandatezza, la reclusione volontaria. D'altra parte, ci si può quasi abituare:
«È infelice?» 
«Con parsimonia.» 
«Allora va bene. È accettabile.» 
(p. 210) 
Eppure qualcosa accade: la figlia di Amedeo e Ada porta una notizia senza dubbio sconvolgente, che spinge Amedeo, ex vigile in pensione, a indagare a suo modo. Questa è l'occasione per visitare una Milano che se la passa ancor peggio dei protagonisti: è la periferia degli immigrati, quella dove Amedeo cammina con circospezione e dove l'uomo deve porre domande scomode. Ma l'"indagine" fai da te è in realtà anche l'occasione per uscire dalla propria asfittica realtà, sperimentando cosa si è ancora in grado di fare.
Ma questa non è l'unica situazione insolita: anche un ex studente di Ada, ormai cresciuto, bussa alla porta, scopre nell'alcolizzata al tavolo la sua amatissima professoressa e, anziché fuggire, torna all'appartamento. 
Schegge di futuro si affacciano alla finestra appannata della vita di Ada e Amedeo: i due sapranno reagire e tornare a guardare fuori, o quel vetro dovrà essere infranto, senza pietà?
Con uno stile essenziale, scabro ed estremamente realista che ha colpito anche Marco Missiroli, Ogni spazio felice è un romanzo che punta l'attenzione su un tema estremamente attuale, senza fronzoli o sconti. Il titolo sarà davvero paradossale? Un possibile indizio si trova direttamente nel libro:
«Mi sa che quello che voglio ricordare ce l'ho davanti tutti i giorni. Oppure non me lo ricordo. Ne farò a meno.» (p. 221)

GMGhioni