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#CritiComics | Sulla Via della Seta con Marco Polo e Marco Tabilio

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Marco Polo. La Via della Seta
di Marco Tabilio

Edizioni BeccoGiallo, 2015

pp. 208
€ 18.00 

Raccontare la vita di un personaggio realmente esistito è come incrociare gli occhi davanti a un bivio finché le due strade (la Storia e la storia) si toccano, si scontrano, nella speranza di farle sovrapporre. E' difficile incrociare gli occhi e ottenere l'effetto giusto, bilanciare l'uno o l'altro elemento per ottenere quell'unica strada formatasi da un'illusione ottica e che, peraltro, ti ha fatto anche venire un poco di mal di testa. 

E Marco Tabilio deve essersi ritrovato con un mal di testa bello forte per riuscire a far convergere tutte queste strade nel suo graphic novel Marco Polo. La Via della Seta. Perché nel caso di Marco Polo non c'è solo il problema di trovare la giusta misura tra racconto storico e narrazione, ma bisogna incrociare anche il terzo occhio per cercare di far combaciare con le prime due, una terza strada, quella de Il Milione e di chi lo ha scritto dopo aver ascoltato la storia dalla viva voce dello stesso Polo: Rustichello da Pisa.

La prospettiva che Marco Tabilio sceglie per raccontare il suo Marco Polo però non è quella di un adattamento de Il Milione e nemmeno quella di una biografia fatta e finita del viaggiatore veneziano.
L'autore costruisce un ibrido tra le due parti, facendo diventare Marco Polo. La Via della Seta una sorta di making of del famoso libro di viaggi. Poggiando la struttura del suo graphic novel sul rapporto tra Marco Polo e Rustichello da Pisa, Tabilio inserisce nel racconto una tensione leggermente post-moderna che sposta il centro dell'attenzione dal classico racconto di formazione e dai bisogni puramente storico-biografici, a un continuo conflitto tra i due narratori per decidere cosa raccontare e come raccontarlo.

Nonostante affiorino dal suo racconto le caratteristiche dei due generi, l'autore evita in questo modo le restrizioni della biografia pura e le ovvie banalità del racconto di formazione, ne sfrutta alcuni elementi a cui però innesta sequenze oniriche e mappe, sempre sorrette dallo scontro tra Marco Polo e il cantore delle sue gesta. Se il primo racconta tutto in maniera analitica e nasconde con qualche imbarazzo le emozioni più intime, Rustichello da Pisa lo stimola, lo mette in discussione, cercando di trovare nella sua storia gli elementi preferiti dai lettori: amore, odio e guerre. Il racconto di Tabilio pare così formarsi man mano che i suoi protagonisti lo percorrono, inglobando nella struttura persino gli "errori" del tono della narrazione, quasi a mettere in atto una sorta di riscrittura della vita.

Il tratto di Marco Tabilio è simile per pulizia del tratto, composizione grafica e ricchezza di dettagli a certe miniature medioevali, da cui prende anche un certo gusto per l'invenzione di un bestiario fantastico che popola le numerose mappe contenute nel volume. Marco Tabilio riesce a far trasparire emozioni e sentimenti con semplicità (grazie anche ai cambi d'atmosfera della bicromia), limitandosi ad apportare piccoli cambiamenti nelle espressioni del volto o nei movimenti, il tutto con una naturalezza che evidenzia la familiarità che l'autore ha raggiunto con i suoi personaggi.

Dove però Marco Tabilio mette in mostra tutte le sue potenzialità di illustratore e scrittore, è in quelle pagine dove la storia sembra farsi un attimo da parte per lasciare spazio alle mappe. Mappe geografiche, mappe commerciali, mappe dei prodotti di scambio, mappe militari, mappe dell'impero cinese e di quello veneziano. Il lettore ha l'illusione che queste mappe servano a dare respiro alla lettura, che siano una pausa momentanea dalla storia. E invece Tabilio riesce a inserire in forma narrativa le informazioni che per forza di cose deve contenere una mappa, arricchendole con particolari che obbligheranno il lettore a rimanere più tempo del previsto su quelle pagine in modo da coglierne tutte i dettagli.

Se andate cercando una biografia classica, con Marco Polo. La Via della Seta siete dalle parti sbagliate. Perché il graphic novel di Marco Tabilio riesce ad andare oltre la vita di Marco Polo, ci racconta direttamente la sua storia.

Matteo Contin
@matteocontin


Tavole riprodotte per autorizzazione della casa editrice