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Le prime quindici vite di Harry August e la condanna alla rinascita

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Le prime quindici vite di Harry August
di Claire North
NN Editore
Traduttore : Valentina Daniele
Numero Pagine : 384

Prezzo : 18€



Harry August sperimenta la vita, e non nel senso che si accinge a vivere al meglio la sua, facendone esperienza giorno dopo giorno, ma nel senso che sperimenta ogni volta la rinascita e le modifiche che possano fargliela rivedere, diversa e uguale, per sempre. E sperimenta anche l’appartenenza ad una specie in evoluzione, quella dei kalachakra, che fonda il suo patrimonio sulla memoria e sull’assenza del limite: può morire, sapendo che rinascerà, può uccidere, può trasformarsi in quello che vuole, approfondire la scienza, le religioni, la storia. È infatti condannato alla rinascita e al ricordo, mentre attorno alla sua parabola si spengono e si accendono conflitti, progressi dell’umanità, sconfitte e drammi.
La vera domanda non è più quella del cosa c’è dopo la morte, ma come incidere sull’esistenza eterna o come non farlo, evitando la fine dell’umanità. Non stiamo parlando di immortalità, bensì di rinascita, che si consuma nel dolore amplificato di conoscere l’esatta sequenza dell’inizio ogni volta, di doversi abituare ai primi anni, di acquisire la consapevolezza che l’uomo è in ogni caso destinato alla morte, ma quella di Harry presuppone anche la rinascita e l’inizio, infinito, e con l’aggravante di averne memoria. In tempi in cui si consumano stragi che sembrano contraddire l’assunto per cui la Storia è maestra di vita, si sviluppa una specie per cui il bene più prezioso è la memoria, come patrimonio e scudo, come unica via di salvezza.
Si dice ci siano tre fasi dell’esistenza, per quelli di noi che vivono in cicli. Rifiuto, esplorazione e accettazione. Le sfumature che si nascondono dietro a queste tre parole, all’apparenza semplici, possono essere infinite.
Un romanzo molto ben congegnato, quello che la giovane e bravissima autrice inglese Catherine Webb, sotto lo pseudonimo di Claire North, ci consegna. Un romanzo intrigante e nuovo, nella forma come nella scrittura: precisa, scorrevole, intima. La definirei quasi “scientificamente umana”, per la capacità di attrarre nelle sue formule e nei suoi processi così puntuali ed esatti e coinvolgere allo stesso tempo. La Webb scrive senza smancerie e con una forza immaginifica propria di chi ha dimestichezza con il fantasy.

Ma c’è un’altra cosa che colpisce in questo romanzo, oltre alla capacità di reggersi su un personaggio che diventa diverso ogni volta, in una sorta di flashback di se stesso - e che si rilegge mentre vive e si fa rileggere, con indicazioni diverse per ogni vita - ed è soprattutto la capacità infinita dell’autrice di creare piccoli gioielli che hanno vita autonoma, una sorta di cornice in trasparenza, data dal protagonista, che è il filo conduttore in cui si inseriscono nuovi episodi e nuovi incipit, ogni volta convincenti. Il personaggio incarna la cornice nel suo meta-raccontarsi attraverso quello che per il lettore è ovvio, già dal titolo: la sua rinascita. Ed è come se vivesse accanto a noi, come se egli stesso ci leggesse le sue parabole. Un narratore invisibile in 3D.

La traduzione, affidata a Valentina Daniele, è davvero molto curata e convincente e restituisce al lettore italiano la magia delle parole originali. E non sono molto d’accordo sulla nota fantascientifica o addirittura noir, che molti hanno posto in evidenza, perché il terreno su cui si muove il romanzo è un terreno che va oltre il singolo genere.

Molto vicino e molto lontano può essere considerato Harry August dal lettore, vicino per la sua umanità, che non lo accomuna agli Dei, sebbene ne abbia le doti, ma lo rende vulnerabile, a volte vicino alla pazzia, spesso influenzabile, a volte crudele e altre volte amabile, e così sono tutta una serie di sentimenti che non lo rendono certo vicini ad un superomismo spicciolo: l’amore, l’amicizia, l’odio, il dolore, la follia. Costretto al ricordo, maledetto dalla memoria, comincerà un po’ alla volta a rinascere non solo fisicamente, ma anche moralmente. Molto lontano resta nella sua consapevole visione degli avvenimenti storici, che la Webb passa in rassegna con acume e preparazione, percorrendo secoli di storia con interpretazioni molto pertinenti. Solo allontanandosi da contesti e sovrastrutture, come le religioni o la visione parziale delle cose si può riuscire a congegnare il piano finale, il sorprendente e paziente piano per salvare l’umanità e la sua stessa specie, e far prevalere, nonostante tutto, il bene sul male.