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#LectorInfabula - "The Hobbit"

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The Hobbit  
di J. R. R. Tolkien 
Harper Collins, 2013

pp. 320
€ 25,00


“perché soltanto le parole sono un bene sicuro
canta, dunque che anche questo è vero”
 (W. B. Yeats)




Gioia reverenziale, quale altro stato d’animo è possibile nel raccontare una delle gemme letterarie più belle di sempre? Dei tanti libri che le sue pagine avvolgono, vedremo insieme. A caccia dunque…


Andata...


Da quale edizione partire? In lingua originale naturalmente! In Italia ancora non possediamo una versione adeguata... non tradotte le mappe e le trasposizioni avvicendate nel tempo, tranne quella ben invecchiata per Adelphi, non restituiscono appieno l’atmosfera di un libro dall’esuberante ricchezza stilistica e lessicale. L’edizione scelta in questo caso, in Italia edita da Bompiani, è quella splendidamente illustrata da Jemima Catlin. Una ventata di aria classica per sintonizzare l’immaginario de Lo Hobbit, dopo i lunghi anni di “prigionia” nelle pur splendide mani di Alan Lee, alla sua primigenia natura di incantevole libro per fanciulli, da leggere ai piccoli e anche alla gente alta…

Quando nel 1937 l’hobbit Bilbo Baggins sbucò per la prima volta dalle pagine di un libro buongiornando i lettori, nato come storia a puntate da leggere ai figli nei pomeriggi invernali all’ora del tè, il suo universo d’origine, quello che ora possiamo leggere nel “Silmarillion”, esisteva solo in parte.

Per entrare nella fucina dello scrittore è opportuno partire dalla sua stessa voce, imperdibile dunque La realtà in trasparenza, il volume della corrispondenza di una vita, dove apprendiamo della genesi dell’opera. Una miniera di notizie trabocca da Lo Hobbit annotato a cura di Douglas A. Anderson mentre sulla tradizione della magia nella letteratura inglese per ragazzi, e del libro come oggetto magico, un piccolo gioiello è Magical Tales: Myth, Legend and Enchantment in Children's Books pubblicato dalla Biblioteca Bodleiana.

Cos’è uno Hobbit? Pur apparendo in un antico elenco di creature fatate, Tolkien ne ha sempre rivendicato la paternità. Un Hobbit è innanzitutto un bambino… così come l’intera storia, vista alla sua radice, racconta come una brigata di loro, uno hobbit e 12 nani capeggiati da un ragazzino più grande, Thorin il loro re, guidati da un adulto sagace, il celebre stregone Gandalf, parta per una avventura. Con l’aiuto di una mappa dovranno percorrere un lungo cammino per recuperare il tesoro custodito da un potente drago. Incontreranno creature fantastiche, fauste e infauste, troveranno oggetti magici, tra cui un anello portentoso, le difficoltà della cerca aumenteranno fino a farli ritrovare in una grande guerra… 

Alcuni motivi vi sono familiari?

Tolkien, insigne studioso di Lingua e Letteratura medievale inglese a Oxford, appassionato di miti, fiabe e linguaggi, sapeva bene che il miglior modo per comprendere a fondo una composizione è di misurarsi con il testo e la sua tradizione, non soltanto attraverso lo studio ma, scrivendone una lui stesso. La grande arte non trova stimolante l’invenzione, poiché chiunque è in grado di inventare, una lezione antica che Tolkien conosceva, e così dalle sapienti mani di splendido fabbro, ha preso vita “Lo Hobbit”. Un capolavoro che si è imposto fin da subito come un classico della letteratura per ragazzi, punto di arrivo di una tradizione letteraria, europea e inglese, dai poemi medievali ai “Racconti del focolare” dei fratelli Grimm fino a “Il vento tra i salici” di Kenneth Grahame. Scopriamo alcune fonti di ispirazione tra quelle meno frequentate… 

La mappa e le rune… 

La preziosa mappa che Gandalf consegna a Thorin nel primo capitolo è piena di segreti e magiche rune, “lettere antiche originariamente ottenute intagliando o graffiando legno, pietre o metalli”. Per saperne di più su questa antica scrittura cercate “An introduction toEnglish Runes” di R. I. Page e “Runes” di Michael P. Barnes. 

Arrivano i nani… 

L’Edda poetica è una raccolta di poemi eroici e mitologici del medioevo norreno. Un carme di nostro interesse è il celebre “Völuspá”, la profezia della veggente, dove si narra dell’inizio e della fine del mondo. Nelle prime stanze del poema apprendiamo di come ebbe origine la razza dei nani e troveremo una lista dei loro nomi da cui Tolkien prelevò quelli per nominare i suoi personaggi. Anche Gandalf viene da qui… 

Indovinelli… 

Nel quinto capitolo, Bilbo e Gollum si sfidano a suon di indovinelli. Dalla corrispondenza di Tolkien apprendiamo che solo due non sarebbero di sua invenzione, quello dei “trenta cavalli” e del “senza gambe”. Gli enigmi rivestono una  tradizione importante nella letteratura medievale inglese e norrena, ad esempio quelli del “Libro di Exeter”, uno dei più antichi manoscritti in anglosassone m(cercate l’ormai fuori catalogo “Poemi Anglosassoni” per Guanda editrice che ne riporta diversi in traduzione). Un testo che presenta similarità con l’episodio de “Lo Hobbit” è un altro carme dell’Edda poetica, la “Canzone di Vafþrúðnir”, un saggio gigante sfidato da Odino in una gara di enigmi. Alla fine, proprio come Bilbo con Gollum, Odino usa una domanda di cui il gigante non può conoscere la risposta… 

Bilbo incontra il drago… 

Sopravvissuto in un unico manoscritto, il Beowulf è il più lungo poema in antico inglese e uno dei più belli di ogni tempo. Tolkien lo ha studiato, commentato, tradotto e soprattutto amato. L’invito a leggere il poema, una buona edizione è quella per Einaudi a cura di Ludovica Koch, si accompagna a riscoprire i saggi di Tolkien raccolti in edizione italiana ne Il Medioevo e il fantastico. I versi interessanti per noi, dal 2201 al 2311, narrano di un tesoro custodito da un drago e della sua furia quando qualcuno cercò di sottrarne una parte. Per ulteriori approfondimenti cercate “The Keys of Middle Earth” di Stuart D. Lee e Elizabeth Solopova e C’era una volta lo… Hobbit della preziosa collana “Tolkien e dintorni” edita da Marietti.  

e ritorno 

Talvolta leggendo una fiaba si ha l’impressione, nonostante mirabolanti imprese e impervi cammini, che il protagonista non si sia mai mosso dalla sua casa. Un viaggio è avvenuto di certo e un tesoro conquistato, ma non d’argento e d’oro sono gli occhi, ai quali il mondo, come rinnovato, ora gli appare. Così… il lettore non dubiti delle profezie delle vecchie canzoni e legga e rilegga con gioia, quale altro stato d’animo, in fondo è desiderabile?



(si consiglia l'ascolto di Jordi Savall - "The Musical Priest / Scotch Mary")