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#Pnlegge2014 - Giovedì: tra filosofia e politica

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 Secondo giorno a Pordenonelegge: tante le aspettative, aperte dalla prima giornata (leggi la cronaca), e anche oggi non sono state per niente disattese.

POLITICA 2.0 E DEMOCRAZIA DIGITALE

Dopo gli incontri per i più piccoli e un aggancio alle Beatitudini (ambizioso programma di esegesi ed ermeneutica biblica), è venuto il momento della riflessione sulla politica 2.0. Con Fabio Chiusi e Sergio Maistrello, lunghi e animati interrogativi su cosa sia la vera democrazia digitale, e se sia applicabile ai modelli politici italiani. Inutile dire che la problematicità e i punti critici erano tanti, a cominciare dal numero di referendum e petizioni online che racchiudono nella domanda una certa tendenziosità. Inevitabili i cenni a certe scelte dei grillini, che metodologicamente Chiusi non approva, ma rispetta da un punto di vista di scelta. Un punto su cui anche il pubblico ha concordato è stato il seguente: perché tante istituzioni chiedono partecipazione del cittadino, se poi non esaminano e/o tengono in conto i risultati?
Altro punto critico, il grado di sicurezza presente in rete: i dati sensibili, come hanno dimostrato i tanti datagate, non sono ancora protetti a dovere. Proprio i recenti interessamenti dei colossi digitali a nuove forme di crittazione e il nuovo sistema iOS per piccole transazioni attraverso lo smartphone fanno ben sperare, in direzione di una nuova cultura della privacy. Meno rassicuranti invece i sistemi elettorali che permetterebbero di votare comodamente da casa. Come sottolinea Chiusi, molto meglio la vecchia matita copiativa e la scheda in cabina elettorale; non sempre la tecnologia digitale è da legarsi necessariamente a un miglioramento della democrazia!


IL DIBATTITO TRA FILOSOFIA E AZIONE

Questo pomeriggio, dopo varie peregrinazioni per eventi e per una Pordenone ricca di lettori, un incontro imperdibile per tutti gli amanti del romanzo d’azione e della filosofia. Al Palaprovincia il pubblico era a dir poco variegato, e la forte commistione era dovuta alla presenza di due noti filosofi, Giulio Giorello e Simone Regazzoni, autore di Abyss. La sfida di Regazzoni, come sottolinea Giorello, è chiara: si tratta di fondere il romanzo d’azione, il classico blockbuster, e l’abitudine già platonica di parlare per comunicare (altrimenti, perché scegliere i dialoghi al posto dei trattati?).
La premessa di Regazzoni è inevitabile: per funzionare, qualsiasi romanzo richiede la fase di “sospensione dell’incredulità”, e con Abyss non è semplicissimo: azione ma anche horror e fantascienza complicano una trama già di per sé complessa, che abbraccia le dottrine non scritte di Platone e un’ipotesi di Quarto Reich. Eppure, è proprio il passo narrativo serrato, che promette continui colpi di scena, a tenere incollato il lettore alla pagina. E proprio la trama, quindi, è il fulcro del romanzo, lì dove Regazzoni gioca le sue carte per mettersi allo stesso passo e verificare che «i romanzi di genere che avvincono e divertono possono anche avere un fondo filosofico!».
Che dire poi dei protagonisti? Il protagonista Michael non è il classico filosofo sulle nuvole, trascurato e con chiari problemi relazionali: è invece belloccio, con il suo giubbotto di pelle nera, macchine veloci e un invidiabile senso pragmatico. Quanto alla sua guida-salvezza, l’energica Beatrix Blade riecheggia già nel nome la doppia natura di fonti classiche (Dante su tutti) e ispirazione ai blockbuster.
Ma l’atmosfera al Palaprovincia si scalda presto, e le domande non tardano ad arrivare (anche domande scomode): divertenti contraddittori e perfetta intesa tra Giorello e Regazzoni chiudono con il sorriso un’ora abbondante di… philothriller!

HOUSE OF CARDS: DAL LIBRO ALLA RIVOLUZIONE IN TV

Per gli amanti delle serie tv, l’incontro con Michael Dobbs, autore di House of cards, era imperdibile, perché si speravano anticipazioni e gossip sulla nuova serie che stanno girando a Baltimora.
Dobbs è simpatico, non si sottrae a nessuna domanda, né rifiuta di parlare della politica del suo Regno Unito e della cronaca sulla Scozia, praticamente in diretta. D’altra parte, la figura politica della regina è decisamente controversa: in un Paese dove la Costituzione non è scritta, i cittadini e il potere hanno la libertà ma anche la grande responsabilità di rimettere sempre in discussione le regole. Ed è sempre la regina, con la sua figura amatissima, che è riuscita in un’impresa impossibile: riavvicinare l’Irlanda! Per non dimenticare che la Scozia, qualora ottenesse l’indipendenza, intende mantenere la Regina come “Regina di Inghilterra e Regina di Scozia”.
Sulla politica italiana, Dobbs fa ironia:
Quando incontrai Renzi che comprava il mio libro, gli dissi: “House of Cards non è un manuale pronto per l’uso”!

Uno dei motivi per cui House of Cards sta conquistando sempre più pubblico è che non c’è moralismo: i vincenti non solo non vengono tacciati di anti-etica, ma anzi pare che solo il più intrigante possa conquistare e mantenere il proprio ruolo. Eppure Dobbs sottolinea:
In Europa abbiamo bisogno di molti più leader. E invece molto spesso vediamo tanti manager politici e pochi leader…

E che dire della serie tv? Nella seconda stagione di House of Cards, la Cina avrà sempre maggiore rilevanza, e Dobbs ci tiene a rimarcare l’ironia tutta particolare dei leader cinesi, che tuttavia devono ancora fare tanta strada. Forse per questo in ogni caso la serie e i libri sono amatissimi e molto veduti là.

Quando si cerca di sapere qualche gossip sulla serie tv e il cast, Dobbs non si sottrae, ma i suoi sono solo giudizi entusiastici:

Sono veramente molto fortunato di far parte di questa grande rivoluzione televisiva. Se è un sogno, vi prego, non svegliatemi!