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Lezioni in paradiso, di Fabio Bartolomei

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Lezioni in paradiso
di Fabio Bartolomei
Edizioni e/o
p. 144
€ 15,00




L’incipit del romanzo è una pagina di prosa poetica. 
«Costanza aveva la pelle di un bianco ostinato, gli occhi azzurri e i capelli neri che si avvitavano dolcemente dal collo in giù. La sua bellezza possedeva ancora l’incanto della materia terrena: nitida, raccontata con discrezione dalle linee ondulate della sua veste leggera, un confine di cotone acrilico tra lei e la perfezione del creato». 
Per la prima volta in un libro di Fabio Bartolomei la protagonista ha un volto femminile. Dopo un improbabile trio di quarantenni, una banda di arzilli vecchietti e un bambino dalla sensibilità prodigiosa, Lezioni in paradiso racconta di una ragazza inconsapevole delle proprie qualità sulla soglia della vita ultraterrena. Non si tratta di un’anima qualunque, sebbene sia una poco più che trentenne come oggi se ne incontrano tante, una con belle speranze, tanta motivazione e senza lavoro. In questo i romanzi di Bartolomei non cambiano, il tono oscilla tra una poeticità a tratti malinconica, un’ironia irresistibile e l’attenzione al presente, alla realtà di un paese che viviamo giorno per giorno.

Dicevo della poeticità e di un po’ di realismo, Costanza è appena morta, ma partecipa a uno strano colloquio di lavoro in cui si ritrova ad ascoltare frasi già sentite come «Lei non ha nessuna esperienza», e poi un’osservazione un po’ meno frequente: «…ma in fondo è un buon curriculum». Per la prima volta le viene proposto un contratto vero e proprio, a tempo eterno. Ricorda quello di pochi fortunati della nostra generazione che hanno un lavoro ma non andranno mai in pensione.

Aveva inseguito il suo primo vero lavoro per anni, a partire da una settimana dopo la laurea […]. In quel momento, impreparata com’era a godere di una normalità che si era abituata a considerare inesistente o semplicemente non destinata a lei, Costanza esitò. Non sapeva cosa avrebbe dovuto fare né cosa si aspettassero da lei, eppure si sentiva giusta, scelta, preferita.
Le sembro meraviglioso.
A saperlo, sarebbe morta prima. 

L’ironia è quella cui Bartolomei ci ha abituati sin dal primo romanzo, mentre ci trascina in una dimensione ultraterrena, dove Costanza fa la custode e i custodi devono occuparsi con dedizione discreta a chi è rimasto in vita, ognuno al proprio “diletto”. E come sceglie bene gli aggettivi per descrivere il modo in cui si sente la protagonista quando si rende conto che il lavoro è suo, una sensazione che sembrerebbe normale in un paese civile, ma che oggi finisce per disperdersi nel mare del precariato, in cui si arriva a credere di non essere mai abbastanza, di non avere alcuna qualità particolare e che, in ogni caso, non interessa a nessuno.

L’autore indugia sull’argomento giusto il tempo di farlo considerare al lettore, con leggerezza, lo aggancia poi con l’umanità di Costanza, con la sua spontaneità. È vero che non ha esperienza, ma è sensibile, si impegna fino in fondo per aiutare il prossimo e queste sue qualità le permettono di dar vita a un nuovo modo di custodire le anime, fatto di significative attenzioni, di parole sussurrate dentro a sacchetti di plastica, messaggi che il diretto interessato respirerà come aria fresca; essere custoditi da lei vuol dire anche sorprendersi per uno strano idromassaggio sotto la doccia e di un tocco lieve della sua lingua sulla pelle del diletto, per leggere nei suoi pensieri e intravedere vicende e ricordi che la possano aiutare a capirlo meglio. Il suo nuovo mestiere la porterà a conoscere dei personaggi inconsueti e avrà modo di insegnare molto, con umiltà. Quei personaggi inconsueti il lettore non tarderà a riferirli a qualcuno che ha conosciuto, si sorprenderà del fatto che le lotte per i diritti dei lavoratori avvengono in contesti inimmaginabili, e non vogliamo svelare altro del romanzo.

L’abilità di Bartolomei nel descrivere i più piccoli gesti quotidiani - quelli semplici, che si avvertono come i più autentici - si conferma ancora una volta, con una selva di sottintesi che invita a rileggere Lezioni in paradiso, ancora e ancora.



Lorena Bruno 

@Lorraine_books