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Quando Anobii incontra Mondadori

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Ricordate Anobii? Certo, da qualche anno fa molto meno parlare di sé, ma dal 2006 oltre 300,000 italiani (oltre il 45% degli utenti totali) si sono iscritti e, almeno per un certo periodo, hanno sposato la filosofia del "together we find better books".
L'idea di partenza era splendida: creare una piattaforma dove i lettori potessero condividere il proprio scaffale virtuale di libri, e iniziassero a condividere titoli prima sconosciuti, per poi recensire e consigliare le letture appena concluse. Quindi, non un social network tout court, ma un dialogo votato alla lettura e, alla fine, alla cultura.
Il successo di Anobii è stato purtroppo rallentato da una serie di cose, a cominciare dalla tecnologia sempre più rapida e una serie di bug di sistema che hanno portato a rallentamenti. Ma, a quanto pare, Anobii non è destinato a soccombere sotto la pressione dell'innovazione tecnologica. La notizia in questi giorni rimbalza tra giornali e social network: il Gruppo Mondadori ha appena acquisito Anobii, e ieri eravamo all'incontro di Brugnatelli, Cavallero e il gruppo dirigenziale Mondadori con Greg Sung, il fondatore di Anobii.

A quanto pare, noi "anobiani" affezionati (mi includo, visto che curo il mio scaffale da un po' di anni), non dovremo preoccuparci: il "brand update" non modificherà l'abc della piattaforma, ma anzi esalterà i principi iniziali: al centro, l'importanza del lettore e dei suoi gusti, puntando a diventare globali.

Una delle prime esigenze è un rapido ammodernamento della piattaforma, per portarla al passo coi tempi e renderla più veloce, accattivante ed efficiente anche per i mobile. Come ha spiegato Greg Sung, si partirà dall'esistente, grazie al team che a Hong Kong ha nutrito l'idea stessa di Anobii. Anche in questo processo di restyling e ripensamento del sito, il lettore sarà al centro: verrà aperto un blog in cui gli utenti stessi segnaleranno le esigenze più immediate.

Al di là della struttura e dell'aspetto informatico, subito piovono domande per capire se cambierà la filosofia di Anobii, virando verso la commercializzazione dei libri. Anche Mondadori rassicura: non si intende ibridare Anobii con la sola piattaforma di Kobo, perché la parola-chiave di tutto il progetto è (e resterà) apertura. Interessa il libro e, soprattutto, quel che il lettore pensa del libro: Anobii sarà infatti una interessantissima occasione per occuparsi di quella strana "malattia" che, citando Borges, fa di Brugnatelli un grande ascoltatore del lettore. Semmai, quindi, l'influenza è contraria: saranno i piani editoriali mondadoriani ad essere sempre più permeabili ai gusti dei lettori, e non Anobii a piegare verso l'e-commerce.
E anzi, questa progressiva interazione con il mondo dell'ebook, le note, le citazioni preferite degli utenti getteranno le basi per l'editore del futuro.

Tra le funzionalità da incrementare, sicuramente lo scambio di libri è tra le opportunità più divertenti e da sostenere. Inoltre, rispondendo a una mia domanda, Brugnatelli conferma che anche i lit-blog saranno via via sempre più integrati tra le recensioni di critica presenti sotto le schede-libro: sarebbe anacronistico e controproducente non accorgersi del peso crescente dei blogger, conferma Brugnatelli.

Insomma, impossibile non essere curiosi dopo la chiacchierata di ieri. Da Anobiana, aspetto fiduciosa, e in parte rassicurata dall'idea di restaurare l'esistente e non rinunciare del tutto all'impronta originale; da blogger, invogliata a capire quale sarà il peso reale che potremo avere, e se ci saranno criteri di selezione per quali recensioni andranno a formare lo zoccolo duro della critica. E soprattutto, da lettrice, mi piace l'idea di Anobii come un social che... "allontana la lettura dalle distrazioni"!

GMGhioni