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#PoetryDay: ricordare la poesia in un Tweet

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In occasione della Giornata Internazionale della Poesia, ci chiedevamo cosa fare: ci stiamo occupando di poeti emergenti e di grandi della Poesia da anni ormai, ma come riproporli? In fondo, si legge ovunque che gli italiani leggono poco (e male, potremmo aggiungere) e il rapporto appena uscito  sulla lettura, portato avanti dal Forum del Libro su incarico del Dipartimento Editoria è a dir poco inquietante. 
Anziché proporvi delle letture specifiche, ci siamo chiesti: perché non domandare su Twitter di condividere i propri versi preferiti? Noi avremmo fatto lo stesso, con i nostri pezzi dedicati alla poesia (recensioni, interviste, inviti alla lettura e soprattutto PilloleDiAutore, per lasciar parlare la poesia). Il tutto con hashtag #PoetryDay

Non ci aspettavamo che diventasse un TrendingTopic in Italia (grazie a tutti), né speravamo in così tanti tweet. Diamo un'occhiata a quali poeti preferite twittare e, credetemi, ci sono anche delle sorprese! 
Come in ogni TT che si rispetti, sono tantissimi i fuoritema o le parodie: vi dico solo che a metà mattina, quando si è registrato il picco di tweet #PoetryDay, le parodie superavano quasi i versi d'autore. Non sono mancati anche i poeti della domenica, che hanno provato a usare l'hashtag per smaltire quei famosi scatoloni di libri che hanno in cantina (per farvi due risate, ne parlavamo qui). 

I RISULTATI
Una cosa va detta, a influenzare le possibili preferenze, è la coincidenza con il famoso "Sono nata il ventuno a primavera" di Alda Merini. Se aggiungiamo che oggi è anche l'inizio convenzionale della primavera, la Merini è una scelta scontata e prevedibile. Dunque, nessuna sorpresa.
Ci aspettavamo tantissime poesie d'amore (era stato così un anno fa): pochi tweet per Prévert dei Ragazzi che si amano, qualche Neruda o Salinas, e assolutamente meno Shakespeare del previsto.
Invece, ad attirare di più sono stati versi esistenziali e di solitudine o di raccoglimento interiore. Al vertice della classifica hanno spadroneggiato l'Infinito di Leopardi (il verbo "naufragar" è stato diffusissimo), accanto a una riscoperta di Ungaretti (non solo Mattina), o al Non chiederci la parola di Montale e all'Ognuno sta solo sulla terra o da Uomo del mio tempo di Quasimodo. Questi, in assoluto, i classici più inflazionati.
I classici internazionali hanno sofferto: pochi Keats, Baudelaire, Blake sono stati ricordati appena. Anche Bukowski ha fatto la sua comparsa tardi e in pochi tweet.

Guardando all'Italia dei classici, impossibile non citare dalla Commedia di Dante; felici anche Foscolo e il più inaspettato Ariosto dell'"arme e gli amori". D'Annunzio è ricordato solo per l'Ermione della Pioggia nel pineto e Carducci per il vermiglio (di cui, peraltro, si chiedeva il significato). Insomma, è tornato a farsi sentire con prepotenza il verso imparato a memoria per il volere di qualche maestra illuminata.

Dopo che qualche timido tweet su Saffo, Catullo e l'antichità ha fatto la sua comparsa, carinissimo il contest di @UtetLibri, che ha proposto una nuova traduzione del carme V di Catullo, in serata. Non è stata solo l'occasione per ritrovare il piacere della traduzione, ma anche per riflettere sulla complessità di un testo che, nella sua latinità, era eccezionale modello di stile oltre che di contenuti.

Potevano poi mancare i cantautori? Accanto a De André, è tornato a farsi sentire in più tweet Tenco.

Quanto a noi, ci siamo divertiti a riproporvi parte dei nostri contributi sulla poesia, e in particolare sulla poesia contemporanea.  Se tutte queste "impressioni di marzo" vi hanno fatto venire voglia di leggere qualche verso, vi ricordiamo l'uscita recentissima di Chi ha fatto il turno di notte di Izet Sarajlić (la recensione è uscita proprio ieri in occasione del #PoetryDay).

Un ringraziamento a chi ha partecipato al #PoetryDay e ha twittato con noi!



a cura di Gloria M. Ghioni